Ascolta "Cytus-Biotonic"
"E' tempo di farci vivi, ci servono nuove reclute al più presto...stiamo diminuendo."
Affermò Byron, mentre alzava le maniche della camicia rossa a quadri neri di flanella. Mano mano che i diversi risvolti salivano verso il gomito destro, si mostrava prepotentemente un tatuaggio. Una frase che partiva dal polso sino ad arrivare al gomito stesso. –Je veux encore y croire –
Byron era una persona seria, instancabile e fastidiosamente acuta. Tutti erano intimoriti dalla sua presenza, dal suo corpo perfettamente scolpito nei minimi particolari, adatto al combattimento più di qualsiasi altro lì al Kosmos. Acconciatura impeccabile, se non fosse per il ciuffo castano che a volte proprio non voleva rigar dritto. Occhi scuri e impenetrabili, incastonati in un viso aguzzo e chiaro che non faceva altro che mettere ancor più in evidenza le sue espressioni spesso, ma non sempre, dure e dubbiose. Come se il mondo fosse un eterno punto interrogativo al quale non riusciva a dare una spiegazione.
" B. tu devi star calmo e tranquillo però! Relax! Se continui a far così potrei chiedere di cambiare compagno per la ronda notturna! Eheh. Domani ci andiamo dal newbie, l'importante è che ti calmi!"
Rispose Alexander, ridacchiando e poggiando il braccio amichevolmente sulla spalla dell'altro.
"Magari avrei meno rotture , Alexander."
Non si sa il vero motivo per cui Erica, l'attuale Leader dei Setilim del Kosmos, avesse deciso di accoppiare proprio Byron ed Alexander. Giustificò la sua scelta dicendo che i due avessero una buona sincronia.
Alexander era infatti un ragazzetto vivace, dalla risata facile e decisamente molto meno serio di Byron. Il suo viso risultava a tutti perennemente rilassato, come se tutti gli orrori che in passato vide non avessero scalfito minimamente il suo trascorso. Nessuno vide mai Alexander senza berretto, con la visiera rigorosamente girata all'indietro. Il suo punto forte erano però i piercing. Borchiette nere attraversavano il sopracciglio sinistro, due sferette metalliche gli coronavano la parte iniziale del naso , proprio tra i due occhi arguti e verdognoli. Un cerchietto nero gli perforava la congiunzione delle narici. Nonostante avesse il viso praticamente ricoperto di metallo, non aveva nessun foro ai lobi. Considerava scontato avere due normali orecchini.
La luna era alta nel cielo. C'erano poche stelle quella notte, quasi avessero paura di uscir fuori e intimorite si fossero nascoste tra le braccia di padre cielo.
Alexander alzò il cappuccio della spessa felpa grigia, decorata con particolari illustrazioni graffitate e si voltò verso il compagno.
"Dai B, andiamo a fare baldoria."
"...Riesci ad essere solo per una volta serio?"
I loro occhi si illuminarono di colore particolare, come se un fuoco ardesse all'interno delle iridi dei due. Scomparirono lentamente le loro forme umane, la loro esistenza sul pianeta Terra andava disgregandosi di secondo in secondo, divenendo non altro che una luce fioca. Luce fioca che in un battito di ciglio divenne un fascio di luce sottile, concentrato e tremendamente potente.
La ronda notturna ebbe inizio.
Attraversarono i vicoletti stretti della città, facendosi strada violentemente tra i corpi dei pochi passanti che ancora erano per strada che ignari, continuarono a camminare senza sentire il minimo contatto. Non c'era comunicazione con la realtà, per fortuna.
Ascolta [Cytus] Sakuzyo - Black Lair
Giunsero nel luogo in cui erano diretti. L'aria era più pesante lì, i lampioni lampeggiavano a ritmo incostante. C'era una tremenda puzza di marcio. Una fragorosa risata insana e raccapricciante fece voltare i due. In un angolino nascosto, lì appoggiato sulle scale della sinistra cappella decorata esternamente da teschi bronzei, c'era un uomo che stringeva un coltellino aguzzo. Lui era solo, ma non era solo. Se qualcuno l'avesse visto, avrebbe pensato che lui fosse solo. Nessuno avrebbe potuto notare che, accovacciato, c'era un Subrom che sussurrava probabilmente all'uomo cosa fare. Suicidio? Omicidio? Chi lo sa, non era lo scopo di Byron ed Alexander quello di scoprirlo. Il loro obiettivo era distruggere colui che sussurrava il male. Alto più del normale, il subrom indossava un abito da cerimonia scuro con un'unica nota di colore data dalla cravatta rossa scarlatta. Una maschera totalmente bianca ma forata all'altezza della bocca gli copriva il viso, nascosto ulteriormente da una bombetta nera. Si accorse che c'era qualcuno, allontanò lentamente il viso dall'orecchio dell'uomo che si lasciò cadere sfinito in un sonno profondo e straziato.
"B, vado io!" esclamò Alexander, stringendo il pugno assetato di battaglia.
Byron lo anticipò, saettando verso il subrom. Byron scattò così velocemente che si lasciò dietro una scia di luce bollente, data dalle fiamme danzanti che circondavano le sue gambe.
"QUANTE VOLTE DEVO DIRMI CHE NON DEVI CHIAMARMI B!"
Urlò il ragazzo furioso, deformando il corpo del Subrom con un calcio vigoroso che scaraventò violentemente la negativa presenza sulle mura antiche della suggestiva, antica viuzza.
Partì quindi Alexander, il quale colpì al volo il nemico con una serie di luminose lance violacee che, partendo dal basso, perforarono il busto del Subrom. Quest'ultimo, ancora a mezz'aria, andò all'attacco verso il ragazzo che, distratto dalla sua creazione, subì l'iracondo colpo dell'essere che sfrecciò verso Alexander veloce come una freccia scoccata dal migliore degli arcieri.
"Non distrarti Alexander! A cosa stai pensando?!"
Byron si catapultò davanti al compagno, portando le mani venose dal basso verso l'alto creando uno scudo che resse la sfuriata di colpi tumultuosi dell'essero il tempo necessario per permettere ad Alexander aggirare il Subrom.
"Ora mi faccio perdonare, B! A te!"
"Che rottura."
Il ragazzo quindi comparve alle spalle del nemico, mosse agilmente le mani che spinserò l'aria verso le spalle ossute della mostruosa presenza. Una forza incredibile, come un uragano concentrato nel breve spazio che divideva i due, diresse il Subrom verso Byron che, pronto a concludere la battaglia, squarciò a metà il corpo oscuro dell'uomo con un rapido fendente affascinante e luminoso, concludendo lo scontro con l'eleganza che lo contraddistingueva.
Particelle oscure, come polvere di metallo, salivano verso il cielo in maniera confusa. L'essenza del Subrom, o ciò che ne era rimasto, si stava dissolvendo andando chissà dove.
"Mi sono sporcato abbastanza per stasera. Torniamo al Kosmos." Affermò Byron, pulendo i vestiti dalla polvere della battaglia e scuotendo qua' e la' la camicia semi aperta, lasciando trasparire il petto poco villoso del giovane.
"E andiamo! Domani si va dal newbie allora." Rispose Alex, che affannato cercò il consenso del compagno, il quale si limitò ad un semplice movimento di testa.
E luci nel buio, tornarono al Kosmos.
Era la seconda volta che Horace assisteva a qualcosa di strano. Era in giro con degli amici, che non si accorsero di nulla. C'erano più particolari ora, ma ancora confusi.
E di nuovo fulmini.
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Urban Lamento
FantastikRacconterò le tribolate vicende delle persone che per loro indole naturale hanno deciso di iniziare una nuova vita di battaglie taglienti contro i vostri peggiori incubi, in una certa città dove il mistico e l'esoterico si uniscono in totale armonia...