(Naruto) Amhaal del Villaggio della Neve

CAPITOLO I-IL VILLAGGIO DELLA NEVE

Il Villaggio della Neve era un villaggio ninja segreto nato solo da poco nella Terra del Vento. Si trovava presso la sola catena montuosa della regione e a differenza del resto del territorio era caratterizzato dalle temperature particolarmente basse che vi permanevano per tutto l'anno, ma specialmente dalle frequenti nevicate.

Era un luogo allegro, ben più piccolo degli altri villaggi ninja ma non per questo meno ospitale. Le casupole erano caratterizzate da colori sgargianti e luminosi, tutte di forme e dimensioni diverse, e ognuna eccentrica a modo suo: i tetti, così come i lati delle strade, erano perennemente coperti di neve mentre i bambini correvano per le vie e pattinavano sul ghiaccio.

Tra i vari edifici spiccava un'ampia tenuta coperta di giardini giapponesi perennemente innevati, dove viveva il Clan Inuzuka. Tale clan era originario di Konhoa ma alcuni dei suoi membri si erano trasferiti presso il Villaggio della Neve e da allora la famiglia era prosperata.

La tenuta ospitava anche la scuola del villaggio, dove gli aspiranti ninja si addestravano per diventare genin. Il cortile era pieno di giovani dai 10 ai 13 anni che giocavano tra loro: vi erano i membri del Clan Inuzuka, accompagnati dai loro fedeli soci a quattro zampe, gli eccentrici ragazzi del Clan Kasaishin, con il fuoco nel sangue e innumerevoli ninja del Clan Kanhao, in grado di allungare i propri arti a dismisura.

Un ringhio possente si alzò da un gruppo di giovani, che in quel momento si stavano affrontando. Da un lato vi erano innumerevoli membri del Clan Inuzuka, con i caratteristici capelli neri incolti, gli occhi ferini e i canini straordinariamente sviluppati. Dall'altro vi era una giovane tredicenne che vestiva gli emblemi dello stesso clan, eppure era evidente come non fosse una di loro: lunghi capelli bianchi dalle ciocche dorate le giungevano fino ai fianchi, gli occhi erano due perle color ametista mentre sulla fronte brillava un sigillo a forma di goccia purpurea, la carnagione era perlacea mentre il fisico esile eppure robusto. Al suo fianco stava un grosso cane lupo albino dalla folta pelliccia praticamente identica ai capelli di lei, gli occhi color sangue che scintillavano iracondi mentre minacciava a zanne snudate gli avversari.

"Lo sanno tutti qui che non appartieni realmente al Clan Inuzuka! Guarda il tuo compagno, non è nemmeno un cane puro! È mezzo bestia, proprio come te!" fece uno del gruppo, guardandola ostile.

"Non è vero! Mio padre è Kain Inuzuka, un jonin di questo villaggio!" ribatté lei stizzita.

Gli altri esplosero a ridere, come se avessero appena sentito una battuta particolarmente divertente.

"Un jonin? Ma se non può nemmeno utilizzare ninjutsu!" ribatté quello piegandosi dalle risate.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Prima che il ragazzo potesse accorgersene, Amhaal gli si gettò addosso urlando furiosa e riempiendolo di pugni. Prima che potesse fargli del male però una mano la afferrò per la collottola, sollevandola da terra.

Sai, il suo maestro, la fissava con un sopracciglio alzato: "Che avevi in mente di combinare?"

Amhaal arrossì mentre il suo Aisumaru, imbarazzato, chinava il capo di fronte allo sguardo gelido di Imhae, l'husky dell'insegnante.

Tirò su lo sguardo più innocente che riuscisse a inventare e sorrise al maestro: "Nieeente...perché mai dovrei picchiare un mio ADORATISSIMO compagno?"

Sai alzò lo sguardo al cielo: quando si trattava di quella piccoletta non sapeva mai cosa fare.

"Niente risse entro il perimetro della scuola. Se volete menarvi, fatelo fuori di qui" li redarguì quello, per poi andarsene.

Amhaal sbuffò.

Non sopportava coloro che insultavano suo padre. Kain era stato un tempo uno dei jonin migliori del Villaggio della Neve, eppure un giorno aveva avuto la sfortuna di trovarsi a combattere con un membro del Clan Hyuga, il quale gli aveva distrutto i condotti del chakra. Da allora il ninja era diventato totalmente incapace di utilizzare tecniche che ne richiedessero l'utilizzo e la sua fama era progressivamente decaduta.