Capitolo 1 - La notte dei mostri

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"Cosa stai facendo?" domanda una vocina fastidiosa.
"Starei cercando di studiare" rispondo.
"E non è facile,con te che te ne stai seduto a fissarmi" .
John fa spallucce.
"La mia bellezza ti mette soggezione?" domanda con un sorriso malizioso.
"Scendi dal piedistallo" gli faccio l'occhiolino.
Sorride.
"Mi sto annoiando" commenta.
"Siamo in un parco.Alzati e va a giocare a calcio con gli altri" gli faccio cenno davanti a noi,senza alzare gli occhi dal mio libro di matematica.
Sbuffa.
"Non ne ho voglia.Non ho niente di cui parlare con loro" dice,rivolgendosi al suo vecchio gruppo di amici e a qualche altro ragazzo della scuola.Si stanno tutti divertendo,eppure lui vuole stare seduto immobile di fianco a me.
"Allora chiama Michael,Richard o che so io" ribatto.
Rilassa le spalle.
"Potrei farlo".
Non rispondo.
I limiti e le funzioni mi fissano ardentemente da pagina quaranta.
"Cosa stai studiando?" mi domanda.
Alzo le mani,in segno di esasperazione.
"Scherzi?!" mi innervosisco.
Chiudo rumorosamente il libro e gli mostro la copertina,indicandola.
"Ah,giusto" si ricorda.
Una foglia gialla si stacca dall'albero che si trova alle nostre spalle.
E mi cade in testa.
John la toglie dai miei capelli e con quella mi solletica la guancia.
Alzo gli occhi al cielo e respiro profondamente.
Quanta pazienza.
'Il limite di una funzione logaritmica si calcola con i valori zero ed infinito assegnati alla x' ripeto mentalmente.
"A cosa pensi?" chiede.
"John,ti prego!Sto studiando!" sbraito.
Ride.
"Scusami" si difende.
"Solo non capisco come fai a pensare alla scuola sapendo che tra qualche ora ci sarà quella super festa di Halloween" mi spiega.
Rassegnata al fatto che se non lo assecondo adesso continuerà a parlarmi per ore,chiudo il libro e lo appoggio sulla panchina.
"Lunedì ho una verifica di matematica" rispondo.
"Fin lì ci ero arrivato" mi prende in giro.
"Bene,allora hai già capito tutto".
"Quando la smetterai di fare la sostenuta?" ribatte.
Io e John non siamo più una coppia.
Ci sono stati tanti problemi,troppe difficoltà,e con un po' di tempo a nostra disposizione ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di mantenere le distanze e di instaurare solo un' amicizia fra noi,per quanto sia possibile.
"Non sto facendo niente" mi difendo.
"Sono qui e ti ascolto.Dimmi".
Mi guarda,stupito.
"Non devo dire nulla.Mi chiedevo solo se ti entusiasmasse l'idea della festa".
Annuisco.
"Sicuramente sarà divertente.Da cosa ti travesti?" mi informo.
"Penso che mi limiterò a farmi truccare in modo ripugnante da mia sorella" sorride.
"E tu?"
"Non so ancora come si concera' Michael..." mormoro.
"Ci andate insieme?" chiede.
"Si,anche se io avrei fatto anche a meno dell'accompagnatore....è solo una festa di Halloween!Si dovrebbe partecipare singolarmente!" esprimo la mia opinione.
"Che acidità" dice,guardandomi negli occhi.
Rimango imbambolata per una frazione di secondo.
"Non sono acida.Dico solo ciò che penso" minimizzo.
Nessuno dei due parla per un po'.
Quando inizio a sentire troppo freddo decido che è ora di andare a casa a prepararmi per la serata.
"Beh,io vado" annuncio,alzandomi in piedi.
"Ci si vede stasera".
"Torni a casa da sola?Sei sicura?Ti accompagno,dai" si offre John.
"Non serve,non penso di potermi perdere per strada" faccio un mezzo sorriso.
"Insisto,fa già quasi buio" continua.
"Ho detto che va bene così" stronco il discorso.
Subito dopo mi scuso per il tono troppo duro utilizzato.
"Io non penso che dovrebbe esserci tutta questa tensione tra di noi..." inizia,ma lo zittisco con un gesto della mano.
"Non farti strane idee.Non c'è alcun tipo di problema tra di noi" sminuisco la faccenda .
"Ci vediamo stasera" ripeto.
Appena sorpassato il cancello che delimita il confine del parco mi guardo alle spalle,e vedo che anche John si sta dirigendo verso casa.
Stringo il libro di matematica al petto e cammino a passo svelto.
Brrrrrr.
Appena metto piede nel mio salotto sospiro,felice.
Casa dolce casa.
Sono le sei del pomeriggio e tra due ore inizierà la festa di Halloween a scuola,nello stesso luogo dove si era tenuto il ballo di fine anno.
Salgo le scale e mi getto di peso sul mio letto.
Mi prendo due minuti per riposare gli occhi,dopodiché chiamo Michael.
Dopo circa sei telefonate senza risposta si degna di farmi sentire la sua voce.
"Alleluia" lo saluto.
Dall'altro capo della linea lui ride .
"Scusami,ero in palestra" si giustifica.
"Come mi devo vestire dopo?" domando,quasi seccata.
"Ti ho fatto una sorpresina" si limita ad anticipare.
Corrugo la fronte.
"Cioè?"
"Se hai tempo fra mezz'ora sono lì" decide.
"Ma dobbiamo andare alla festa..." ripeto,senza capire.
"Non ho detto che mi voglio fermare a casa tua" specifica.
"Ci vorranno due secondi" mi spiega.
Sono troppo stanca per pensare così tanto,quindi mi limito ad assecondarlo e termino la telefonata.
Esattamente trenta minuti più tardi suonano il campanello.
Mi dirigo all'ingresso velocemente e apro la porta a Michael.
"Ciao" sorrido.
"Hola" risponde.
"Sono riuscito a comprare questo.Era l'ultimo" dice,porgendomi una borsetta color blu acceso.
Mi ricorda tanto quella del negozio.....di costumi!
Circa una settimana fa,quando il mio migliore amico mi ha invitato a partecipare alla festa con lui,io gli avevo detto quanto mi piacesse il travestimento da angelo esposto in vetrina.
Do un' occhiata rapida dentro al pacchetto e non ho dubbi.E' proprio quello.
Sorrido.
"Noo,troppo bello!" esclamo.
"Quanto ti devo?" domando.
"Mi offrirai un cocktail stasera" propone,sorridendomi.
"Dai,Michael,no!Costano tanto queste cose!" protesto.
"Non voglio riceverlo in regalo" continuo.
Fa spallucce.
"Non è il momento di parlarne" conclude,per farmi tacere.
Lo fulmino con lo sguardo.
Ride.
"Ti passo a prendere tra un pochino" dichiara,dandomi un bacio sulla guancia.
Annuisco.
"Va bene" rispondo.
Corro in camera mia a cambiarmi.
Mentre estraggo dalla borsa il suo contenuto sono proprio contenta.
Il travestimento è formato da una gonna a vita alta bianca che arriva fin sopra al ginocchio e una maglietta a maniche lunghe a collo alto,dello stesso colore con dei brillantini applicati.
In fondo al pacchetto trovo anche le ali finte arricchite anch'esse con degli strass e una sorta di cerchietto che rappresenta perfettamente un'aureola.
Mi cambio e mi trucco.
Stranamente penso di stare molto bene.
Concludo il look con le mie zeppe nere di finto camoscio e,salutando i miei genitori,un'ora dopo mi catapulto fuori casa appena sento un clacson suonare.
La macchina che mi ritrovo davanti,però, non è quella di Michael.


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