Capitolo 51- Ti amo

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Trascorrono altri giorni.
Ormai siamo a maggio, e trovare il tempo di divertirsi insieme agli amici è diventato un impegno improponibile.
Io però non ho voglia di chiudermi in casa a studiare, perciò mi prendo il permesso di chiedere a Michael (che sta studiando da un secolo per una verifica che ci sarà la prossima settimana) se vuole uscire con me a prendere un gelato.
"Pronto?"
"Ciao secchione"
"Così tanto da guardare la TV da due ore circa" ribatte.
Rido.
"Ecco, allora visto che non hai nulla da fare, esci con me a fare un giro? Andiamo al parco, o in città..."
"Si, andiamo al parco. Mi hanno detto che oggi c'è la bancarella dello zucchero filato e io voglio quello azzurro" mi racconta.
Rido divertita.
"Direi che è perfetto. Ci troviamo là o passi tu?"
"Passo io. A tra poco".
Concludo la telefonata e vado di sopra a cambiarmi.
Oggi fa veramente un caldo assurdo, ed io indosso ancora gli abiti scolastici.
Decido di mettere una camicia leggera rosa con i pantaloni bianchi.
Le mie converse bianche non possono mancare, e concludo il tutto con un giubbotto di pelle nero da portare con me nel caso poi faccia più fresco.
Appena sento la macchina di Michael parcheggiare davanti alla mia abitazione esco nel vialetto di casa e lo raggiungo.
"Ciao" lo saluto.
"Ciao!" sorride.
"Quindi? Zucchero filato?"
"Zucchero filato" affermo.
Partiamo in direzione del parco con la musica alta e ridiamo come due scemi.
Gli scatto foto a tradimento mentre guida e gli faccio ogni genere di dispetto, finché non scendiamo dall' auto e ci abbracciamo contenti, consapevoli di aver ritrovato la complicità di un tempo.
Proprio mentre ci stiamo stringendo l'uno tra le braccia dell' altra, una voce alle mie spalle mi fa sussultare.
"Ciao" ci saluta John.
Mi separo da Michael e mi volto verso di lui.
"Ciao" rispondiamo noi in coro.
John sorride lievemente e si allontana.
"......Sei qui da solo?" gli chiedo.
Lui si gira a guardarmi.
"Si, facevo un giro" risponde.
"Va tutto bene?" gli domanda Michael.
John annuisce.
"Certo" afferma, prima di continuare per la sua strada .
Io e Michael trascorriamo il pomeriggio come pianifcato: ridiamo, parliamo, scherziamo e mangiamo.
Lui, però, è pur sempre il mio migliore amico, e si accorge di qualcosa nel mio comportamento che non va.
"Sembri preoccupata" afferma.
"Eh? No, no va tutto bene" mi affretto a rispondere.
Mi guarda, i begli occhi verdi illuminati dalla luce del tramonto.
"Non ti confidi più con me" osserva.
"Non ho niente da dire. E comunque nemmeno tu lo fai" gli faccio notare.
"Quando l' ho fatto tra poco non scatenavo una guerra" ricorda gli episodi passati.
"Era il momento sbagliato" dico.
"Ora sarebbe quello giusto?"
Lo guardo.
"Non ti vedrò mai come nient' altro che un amico, lo sai" ribadisco.
"Prima che arrivasse lui era tutto migliore"
"Prima che arrivasse lui tu mi piacevi" confesso.
"Lo so"
"Bene" concludo, fredda.
"E' per John che sei così tesa?"
"L ' ho visto...strano "
"Stava benissimo"
"Non saprei" ammetto.
"Ti piace ancora" dice.
Non è una domanda.
È un' affermazione.
"Si" gli rispondo, in una maniera così naturale che fa quasi sembrare che attendessi quella domanda da ore.
Solo con lui riesco ad essere così spontanea.
"Eppure, fino a nemmeno un mese fa..."
"Non ho detto che mi piace il suo comportamento" ci tengo a specificare.
"Non andiamo neanche d' accordo" aggiungo.
"Lui ne ha dette tante su di te, in quel periodo" mi racconta.
" E tu? Tu invece hai sempre detto cose bellissime sul mio conto, vero?"
"Tu non mi parlavi nemmeno"
"Chissà perché " ironizzo.
"A volte penso che era tutto più bello quando c' eravamo soltanto io, te e Cindy" afferma, guardando l' orizzonte.
"Le cose cambiano" rispondo con durezza.
"E bisogna accettarlo, prima o poi" cerco di convincere me stessa oltre che lui.
"Ti riferisci sempre a John, non è vero?"
"Mi riferisco a tutto. In un anno o poco più ho visto cambiare tantissime cose nella mia vita. Ho vissuto un miliardo di emozioni diverse ed indescrivibili che però hanno modificato la mia vita" racconto.
"Fino ad un anno fa ero una ragazza con una vita qualunque" mi rendo conto.
"Poi...ne sono successe talmente tante che ora posso dire di avere vissuto delle esperienze uniche, che altri possono solo immaginare" concludo.
"Anche per me è stato così, anche se forse in modo meno intenso" concorda.
"Alcune cose però spero non cambieranno mai" sorride .
"Altre invece dovrebbero farlo" mi guarda negli occhi.
Uno scambio di sguardi che trasmette più di un migliaio di parole.
"Non penso lo faranno" esprimo la mia opinione.
In un attimo mi ritrovo le sue labbra sulle mie.
È una sensazione bella, quasi famigliare, ma così tremendamente sbagliata .
Io non voglio stare con Michael.
Lo lascio fare, perché so quanto vorrebbe che io iniziassi a pensare diversamente a lui.
Ma non sarà così.
Quando si separa da me io lo guardo, impassibile.
"Non ho provato niente, Mike " scuoto la testa.
"Niente" ripeto.
Annuisce.
"Sapessi io, invece" incrocia le braccia e guarda davanti a sé.
"Lo so" dico.
"Non farlo mai più" gli ordino.
"Mai" sottolineo.
Prendo le mie cose e me ne vado senza salutarlo.
Mentre cammino verso casa penso soltanto ad una persona: John.
Prendo coraggio e tiro fuori il cellulare dalla mia borsa.
Lo guardo per un attimo, poi, con il cuore in mano, compongo il suo numero sulla tastiera.
Un respiro profondo, e poi premo il pulsante della cornetta verde.
Cammino lentamente, ascoltando il telefono squillare.
Trascorrono dieci secondi.
Poi ne passano venti.
Siamo già a trenta.
Nessuna risposta.
Concludo la chiamata e lancio con nervosismo il telefono dov' era prima.
Perché sono una tale idiota?
Non devo aver bisogno di lui.
Arrivo a casa e mi getto sul letto, esausta.
Quando guardo il telefono leggo un messaggio di scuse da parte di Michael, al quale decido di non rispondere.
Sto per addormentarmi, quando sento i passi di mia mamma salire le scale.
"Vanessa? Sei in camera?" mi domanda.
"Si! Ciao, mamma" la saluto.
È appena tornata da lavoro.
"Ciao . Ho trovato questa nella casella della posta" mi dice, porgendomi una busta bianca.
"Che cos' è?" domando curiosa.
"Non lo so, dice solo ' per Vanessa ' " risponde, indicando una scritta a mano in penna nera.
"Oh, ok,grazie" corrugo la fronte.
"Vado a cucinare, io. Va bene la pasta al sugo?"
"Sisi, va bene" mormoro, senza ascoltare la domanda e continuando a fissare la busta.
Quando estraggo da essa un foglio completamente coperto di parole, perdo un battito riconoscendo la sua scrittura .
"Ciao, Van.
Ho ancora il permesso di chiamarti così?
Non so da dove iniziare scrivendo tutto questo.
Sai benissimo quello che ho provato per te e quanto io sia stato bene avendoti vicino.
A volte mi sembra di ritornare indietro nel tempo con i ricordi nitidissimi che mi ritrovo impressi nella mente.
Poi è successo ciò che sappiamo, e tutto si è modificato irrimediabilmente.
Non credo sia stata una cosa tanto brutta da un lato: ci ha fatto comprendere che non era tempo di stare insieme" leggo le prime frasi con il fiato sospeso.
Scuoto la testa, incapace di accettare l' ultima affermazione.
" Ad ogni modo, ci siamo odiati per un bel pezzo. Non hai neanche la minima idea di quante cose pessime io pensassi su di te.
E forse, che penso anche adesso.
Tuttavia ogni volta che ti vedo non riesco a non pensare a te come unica ragazza in grado di conquistarmi e tenere a bada con anche soltanto uno scambio di occhiate.
Le ho provate tutte per dimenticarti, mi sono perfino goduto un periodo di ' ritorno alle origini' , iniziando a frequentare svariate ragazze come facevo un tempo.
Una di loro è riuscita anche a farmi provare dei sentimenti veri, e sono stato male quando mi ha lasciato.
L' ha fatto quando ha visto il quadro che mi ha regalato Emma appeso in camera mia.
Non so perché io mi sia ostinato a volerlo esibire, sono proprio stupido" continua.
Chiudo gli occhi e faccio un bel sospiro prima di tornare a leggere.
"Comunque lei ora sta bene, ci sentiamo spesso ed è felice con Alexander, ma torniamo a parlare di noi due.
Sono qui a scriverti perché ho deciso di salutarti.
Non ti ho raccontato nulla, ma Richard è tornato ad essere quello che avevi conosciuto all' inizio.
Per tutto questo tempo ha finto di essermi amico, e l' altro giorno sono stato chiamato a casa da mia mamma, che era molto preoccupata.
Pare che il re che lo ha ospitato da piccolo abbia sporto una denuncia enorme contro la nostra famiglia per fatti che non ti sto qui a spiegare, ma che gli sono stati riferiti da Richard.
Io, Clara e Tom abbiamo deciso che la cosa migliore è tornare al regno in maniera permanente, almeno finché non si risolveranno le cose.
Personalmente non so se tornerò mai, invece Clara e Tom affermano di si, per quello la nostra casa non sarà venduta.
Ti auguro con tutta l' anima di passare gli esami con il massimo dei voti e di vivere un' estate fantastica dopo quest' anno reso faticoso da mille cose.
Jack resterà qui con Cindy, perciò non ti spaventare se spesso si farà gli affari tuoi.
Sarò io a ordinarglielo.
A casa di Cindy ho lasciato anche il vestito che avevi scelto per il ballo del Gran Gala' d' inverno e che era rimasto in mio possesso.
Tienilo e indossalo quando vuoi.
Per quanto riguarda la recita scolastica ho parlato con la prof Laura: io e Clara abbiamo liberato due posti , mentre tu risulti ancora iscritta, e per non farti perdere crediti abbiamo deciso che sarà Tom a presentarsi il giorno dello spettacolo per interpretare il mio ruolo.
Gli ho insegnato qualcosa, e Laura ha detto che noi due non abbiamo bisogno di imparare altro prima della recita.
Ti auguro anche di trovare finalmente la pace nel tuo cuore con un ragazzo che ti renda felice, anche se poi non vorrò sapere il suo nome per evitare di ucciderlo.
Io, Tom ( che stravede per te) e Clara ti salutiamo così.
John

P.S
Ti amo" .


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