Capitolo 42-sfide

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Pago alla svelta i miei acquisti e mi affretto ad andarmene.
Non mi degno nemmeno di salutare Jack.
Possibile che mi debba rovinare la giornata?!
Ero contenta fino a venti minuti fa!
Cammino velocemente fino all' uscita del centro commerciale, poi dritta verso casa mia.
Arrivata nella mia stanza riordino quattro cose fuori posto ed inizio a studiare.
In un attimo si fa sera e in un batter d' occhio è già ora di incominciare una nuova settimana scolastica.
È lunedì mattina e sono nel parcheggio della scuola, da sola, a ripassare le ultime cose prima dell' interrogazione.
Un' ora e dieci minuti più tardi, ho guadagnato un 7 in più.
Sono contenta e nell' intervallo Jamie fa un giro per la scuola con me.
"Cosa hai fatto questo weekend?" mi domanda.
"Io nulla....ho studiato" rispondo.
"Oh, giusto. Io sono andata a casa di Michael sabato sera. C' eravamo io, Cindy, Clara, Jack, Richard...." inizia ad elencare i nomi,ma poi si copre la bocca con la mano.
".....ma forse non avrei dovuto dirtelo" se ne pente.
Faccio spallucce.
"A me va bene così" la rassicuro.
"No, scusami, davvero..."
"A me non interessa, ora, se tu abbia occasioni o meno di provarci con John" le lancio la frecciatina.
Il suo sguardo diventa duro e offeso, e capisco di aver sbagliato.
"Ok, scusami, era una cosa che ti volevo già dire da un pezzo, ma questo non era il momento adatto" dico.
Annuisce.
"Si, in effetti è così" concorda.
Le rivolgo un sorriso forzato, poi torniamo in classe.
Essere la vicina di banco di Michael e non parlarsi non è esattamente ciò che definirei facile.
"Le feste del sabato sera sono una bella idea....mi dispiace non averci mai pensato, ai tempi d' oro" lo stuzzico.
Ride della mia provocazione.
"È un ' idea che abbiamo avuto di recente" risponde.
"Capisco" dico, sarcastica.
Poche ore più tardi sono già a casa sul mio amato divano.

I giorni passano in fretta.
Siamo già a metà marzo, e la situazione non cambia di una virgola.
Mi sto abituando all' idea che questa sia la situazione definitiva, e devo dire che non è nemmeno così tragica.
Io sto bene.
Rispetto i miei impegni scolastici, la mia famiglia è contenta di me, Alexander ed io ci sentiamo ogni singolo giorno e mi fa stare bene.
Richard continua ad essermi amico, ma ci vediamo soltanto a scuola.
Michael e Cindy....sì può dire che io li abbia persi.
Pazienza.
La nostra amicizia non era quella che sembrava.
Clara, Jack, John: come se non esistessero.
Tom, invece, sarà il mio compagno di divertimento di oggi pomeriggio.
"Mamma, io esco" l'avviso mentre scendo le scale.
"A che ora torni? " mi domanda.
"Non lo so, ti chiamo" rispondo.
La macchina di John, guidata da Tom, mi aspetta fuori casa.
"Ciao, Van" mi saluta con un bel sorriso.
"Ciao" ricambio, contenta.
"Dove ti va di andare?" mi chiede.
"Sorprendimi" decido.
"L' hai detto tu...." mormora.
Un attimo dopo preme il piede sull' acceleratore e corriamo ad una velocità fuori dal normale per le strade della città.
"MA SEI IMPAZZITO?!" urlo inizialmente, spaventata,mentre lui ride di gusto.
Poco dopo, per assurdo, mi abituo a quell' andatura e mi diverto.
Mi rilasso e mi godo la velocità, e quella sensazione di libertà che essa trasmette.
"Posso?" gli domando, avvicinando la mano alla radio.
"È tutta tua" acconsente.
Sorrido e mi sintonizzo sul mio canale di musica preferito, poi alzo il volume al massimo.
"Seeeeeeeeeee!" si entusiasma lui, ed inizia a cantare a squarciagola.
Io rido di gusto, poi mi aggiungo al coro.
Mezz'ora dopo siamo ancora in auto.
"DOVE STIAMO ANDANDO?" urlo per sovrastare il volume.
"SIAMO SENZA UNA META PRECISA" urla a sua volta.
Sorrido e scuoto la testa.
Mi piace il suo carattere.
E' un bellissimo ragazzo, e lo sa , per questo assume tutti quei comportamenti da classico figo che può permettersi di adottare.
Sorride spesso, è sempre contento e contagia anche chi gli è vicino con il suo buonumore.
È un gran menefeghista: non gli importa proprio nulla di cosa possa pensare la gente di lui e fa solo ciò che vuole.
Questo si rispecchia anche nel suo abbigliamento: indossa quasi sempre una tuta larga e le scarpe da ginnastica , alle quali spesso abbina anche un berretto.
Pessimo, ma è proprio da Tom.
"Perché mi fissi?" mi domanda.
Non mi ero nemmeno resa conto di guardarlo insistentemente da minuti interi.
Distolgo lo sguardo.
"Niente" sorrido.
"Hai mai pensato di vestirti un po' meglio?" gli chiedo.
Ride di gusto.
"Non sarai certo tu a farmi cambiare stile" anticipa.
Annuisco.
"Lo so bene" affermo.
Dopo svariato tempo trascorso in macchina, sento il veicolo rallentare.
"Siamo arrivati?" chiedo.
"Si, questo posto mi piace" risponde lui.
Attorno a noi c'è un ampio parco che si affaccia su una sorta di fiumiciattolo limpido.
Scendo dall' auto e respiro l' aria fresca.
"Non ero mai stata qui" ammetto.
Mi guardo attorno e noto diverse persone della nostra età.
C'è chi gioca a carte sul prato, chi si diverte con la palla, chi sta seduto sulla riva a chiacchierare.
"Io ci vengo spesso, da quando Clara mi ha raccontato che è diventato il loro nuovo luogo di ritrovo" commenta Tom.
" 'Loro' di chi?" domando, anche se penso di conoscere già la risposta.
"Di tutti gli altri" cerca di restare vago, ma ho capito benissimo.
"Deve essere stata una scoperta recente per tutti...non siamo mai stati qui" ribadisco il concetto.
Annuisce.
"Sarà un mesetto" risponde.
"Va bene" metto fine al discorso.
Ci incamminiamo verso la riva del fiume e ci sediamo.
Chiacchieriamo per dieci minuti buoni, poi mi squilla il telefono.
"Ehm...." mormoro, guardando lo schermo del cellulare.
"Puoi rispondere, se vuoi" ride Tom.
"Si, ecco....è Alexander" confesso.
Fa spallucce.
Gli sorrido e rispondo alla chiamata, allontanandomi di qualche passo.
"Hey, Alex" lo saluto.
"Van" risponde lui.
"Come stai?" domando.
"Io benissimo, grazie. Oggi al castello sono tutti allegri, non so perché" ride.
"Beh, meglio così! "
"Senz' altro. Tu che fai?"
"Sono in giro con Tom"
"Tom?"
"È l' unico che non mi ha voltato le spalle...è un tesoro, anche se non sembra" gli racconto.
"Mi fa piacere, basta che ti tratti come si deve" specifica.
"Si, non ti preoccupare. È gentilissimo e mi fa ridere" dico, lanciando un' occhiata al soggetto in questione.
"Tu invece hai adocchiato qualche altra ragazza?" mi incuriosisco.
"No, non ci penso proprio! Ci tengo alla mia pelle" risponde.
Rido.
"È lo stesso pensiero che facciamo tutti, ormai....per un po' basta relazioni" affermo.
"Esatto. Ehm, io devo andare. Mi sta chiamando Margherita, e ho appena sentito un rumore inquietante di piatti rotti provenire dalla cucina..." mi spiega.
"Certo, corri" lo incito.
Chiudo la chiamata e ritorno da Tom.
"Non siamo stati gli unici ad avere questa idea, oggi...." mi dice appena mi avvicino a lui.
Mi accomodo sul prato e corrugo la fronte.
"Chi altro?" chiedo.
Con la testa fa un cenno all' altra parte della riva, e appena alzo lo sguardo vedo che abbiamo compagnia.
Esattamente di fronte a noi si stanno accomodando tutti i miei vecchi amici, forniti di palla, coperta da stendere sul prato e qualche bibita.
Sbuffo.
"Sono sempre ovunque" borbotto.
La prima ad accorgersi della nostra presenza è Cindy.
Mentre appoggia la sua borsa per terra si guarda intorno e ci vede.
Mi rivolge un sorriso forzato, che io ricambio allo stesso modo.
La sua reazione incuriosisce Jamie, e poi Michael e Clara e nel giro di trenta secondi tutti ci hanno notato.
"Hanno finito di ammirarci?" domanda Tom.
"No, ne manca uno...." gli faccio presente, e in quell' esatto momento ecco arrivare John.
Sorride subito a Jamie facendo una battuta, e qualche secondo dopo guarda verso di noi.
Complimenti per la discrezione,Jamie.
Appena i suoi bellissimi occhi azzurri incontrano i miei la sua espressione si fa seccata ed infastidita, alza le mani in segno di esasperazione e mormora qualcosa che sono felice di non poter sentire.
"Non te la prendere più di tanto" mi consiglia Tom.
"Io non me la prendo affatto" ribatto con nervosismo, senza staccare gli occhi da John.
Lui sussurra qualcosa nell' orecchio a Jamie continuando a guardare me, e lei arrossisce.
Scrollo le spalle e gli sorrido, in segno di sfida.
Lui mi rivolge un sorriso malizioso e le mette un braccio attorno alle spalle.
"Ma che cazz...." dice Tom, ridendo di gusto.
"Sei ridicolo, fratello" afferma.
"Sono d'accordo con te" gli dico.
Cindy deve aver capito il mio stato d' animo, perché dà un colpo sul braccio a John e si rivolge a lui con decisione.
Il principe, in cambio, continua a fare il cretino con la ragazza dai capelli ricci e rossi.
Quanto mi fa schifo.
"A lui Jamie non piace neanche un po' " spiego a Tom, indignata.
"Lo so bene, fidati. Vuole solo farti incazzare" afferma il fratello.
"Forse non si rende conto che al suo gioco ho partecipato prima io" dico, anche se non vado per niente fiera della cosa.
Tom ride.
Alla fine il mio ex ragazzo, non vedendomi abbastanza arrabbiata, solleva con la mano il mento della mia amica e le da un bacio appassionato.
La mia mascella inferiore viene improvvisamente attratta verso il basso dalla forza di gravità, e il mio orgoglio si fa in pezzi.
"Andiamo via, se vuoi" mi propone Tom.
"No, no, restiamo qui. Dovrò vederlo anche a scuola ogni giorno e non posso di certo scappare a casa,no?" mi sforzo di autoconvincermi, mentre mi costringo a non dare la soddisfazione a John di distogliere lo sguardo da lui.
Tom scuote la testa e si alza, porgendomi la mano.
"No, andiamo" ordina.
Afferro la sua mano e mi alzo, pronta ad andarmene, ma non prima di averlo visto rivolgere un bel medio al fratello gemello.
Rivolgo ancora un' occhiata all' altra parte del fiume e vedo John ridere soddisfatto.
Non ha capito niente.
Non ha vinto questa battaglia.
La guerra è appena iniziata.

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