1. Momenti Di Pace Indimenticabili.

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Milano Castello Sforzesco.

Sui due angoli esterni del castello e lungo tutti i 386 000 m², del immenso parco Sempione, erano state disseminate da Helia Zenit centinaia e centinaia di sfere dimensionali blu, chiamate sfere ferma tempo. Nello specifico le 'Stop Time' piccole sfere grandi quanto un chicco d'uva capaci di creare per breve tempo o per quanto lo si desiderava in realtà. Dimensioni al di fuori della concezione razionale umana una diversa realtà in un luogo usato in comune tra umani e esseri non propriamente umani. Racchiudevano uno scampolo di tempo, che andava in genere dai trenta minuti al complessivo di ore che formavano un giorno o anche di più. Erano diverse per colore e scopo ma generalmente nel complesso erano praticamente identiche, non erano caratterizzate da un materiale specifico si poteva definire una sorta di solidificazione del energia che si muove intorno al tempo rispettando pur sempre il loro delicato e fragile equilibrio. A occhi umani quelle minuscole sfere apparivano alla stregua di biglie cose che in genere diventavano nel momento in cui toccavano terra e disperdevano il loro contenuto per impedire agli umani di entrare in conflitti che avevano origini millenarie. Origini pari al tempo in cui L'universo stesso venne creato. Le sfere erano in genere utilizzate quantità minore, e con l'apporto di un potente sigillo magico apposto sul terreno venivano utilizzate da I Dragoneri esseri solo al apparenza umani per dare la caccia ai Vampiri. Quel giorno di pieno gennaio tuttavia al posto di una caccia, o un inseguimento si celebrava un evento speciale. Due esseri unici nel loro genere, avevano preso il voto di prendersi cura l'uno del l'altra per l'eternità. La cerimonia nel Duomo era stata lunga più per i diversi riti Alchemici e magici che per la funzione religiosa in se per se. Quella era stata piuttosto veloce e carina. Le foto scattate alla galleria Emanuele II, e lungo tutto il tragitto di ritorno al castello erano state fatte, con una precisione e una bravura magistrale. La civiltà umana, ignara di tutto aveva assistito al evento credendo che fosse una campagna pubblicitaria per matrimoni che un vero e proprio matrimonio. Finito il presunto evento in quei momenti solo il castello era in festa, anche se non agli occhi umani. Per mezza giornata era stato bloccato un intero isolato solo per due persone. Per Anthea Vospici e Romero Zenit era un po' troppo tutto quello sfarzo. Lei ex generale vampira di origini Arcaiche, dalle formidabili capacità anche diurne. Era nata e cresciuta in un mondo tanto simile a quello umano, ma molto diverso. Conosciuto ai Dragoneri come il mondo di sotto, o più comunemente chiamato da lei e quelli come lei Notturn Word. Lui un mezzo cacciatore con sangue Arcaico nelle vene legato a doppio filo al loro nemico, con dei geni e un potere fuori dal comune. Avrebbe dovuto percorrere un destino ben diverso da quello che aveva scelto. Era figlio di una delle più importanti famiglie gli Zenit. La famiglia denominata la più forte del territorio per secoli, erano i protettori di un anello dimensionale che separava il mondo umano da quello dei Vampiri e anche in parte da quello dei Dragoneri.
La cerimonia nozioale e il ricevimento in seguito per i due sposi era un passaggio obbligato per affermare il cambiamento voluto dagli eventi alle società di entrambi, ma tutto era stato fatto anche per far contento il padre di Romero. L'austero capo famiglia con principi al apparenza fin troppo rigidi e retti o per lo meno era cosi fino al momento in cui lei, quella donna folle selvaggia e coraggiosa non aveva cambiato le cose per un insolito scherzo voluto dal destino. C'era quasi del ironia in quel unione loro che erano partiti con l'essere nemici, ora erano i custodi e i fautori di una dimensione spirituale e magica. Dimensione delle lucenti sfaccettature e dal indissolubile potenza era antica e perduta, conosciuta come porta del amore, ma portava con se tanti altri nomi. Nomi elencabili tranquillamente come promesse d'eterno amore.
Anthea un tempo era stata già signora di Dirk Rosiani un deputato vampiro che predicava la pace tra i due mondi, ma che era stato messo a tacere per convenienza. Un mistero che per Teha come veniva chiamata, era rimasto tale fino al giorno in cui non aveva incontrato il suo attuale marito. Gli sposi dopo essere arrivati e aver aperto il ricevimento, erano sembrati disinvolti e molto felici agli occhi di tutti. Il gala proseguiva ed era proseguito per il meglio, ma la sposa come a volte capitava, senti l'esigenza di state un po' sola. Tutta la sua vita era cambiata in un modo cosi radicale, Dio se ci rifletteva e lo stava facendo tutta la sua vita era cambiata in cosi poco tempo! Lei era cambiata. L'orchestra suonava da ore ormai e la sposa era al altro lato del castello, al limitare che separava il ponte e il parco tutto illuminato, anche quello opera del magistrale maestro dimensionale Helia Zenit. Avvolta in uno splendido abito bianco principesco con le maniche in pizzo, che le fasciava il corpo celando a malapena la prosperità del suo grembo. Portava una scollatura a barca con un pizzo che seguiva tutto il perimetro delle sue spalle, aveva dei minuscoli cristalli cuciti sul seno che davano luminosità alla sua pelle candida. 'Già' candida e morbida tranne in un punto ben visibile. Perché per lei e quelli come lei ferite di quel genere, erano il segno di qualcosa che non si poteva rimarginare del tutto. Quella ferita ora piccola, ma un tempo molto più ramificata portava il nome di Rimembrar. Ed era lì incisa sulla sua pelle oggi sana, per ricordarle il suo precedente destino che era stato spezzato da un nemico insidioso e insospettabile. Anthea era immobile in pieno stato di meditazione, con gli occhi chiusi. Aspirava la forza e l'intensità della natura che la circondava, aveva i capelli rosso ramato lunghi e setosi, semi legati in una magistrale acconciatura, per metà boccolata e riempita di piccole rose bianche, mentre ne portava una grande e rossa, il suo simbolo portante. Nei ricci bloccati alla nuca, che non avevano il minimo segno di scomponimento. Nonostante lei non fosse più abituata a mantenere le apparenze, aveva tentato in tutti modi di non pensare e non dare peso alle sue paure. Con le braccia avvolte sul pancione tese a proteggere la sua creatura, la sua nuova piccola speranza che sarebbe nata di li a tre mesi. Aveva il capo rivolto alla luna, e tutti i sensi in totale allerta, tranne per il fatto che non sentì il suo sposo arrivarle alle spalle e cingerle la vita, fortificando quel abbraccio.
«Ihm Rom mhhh sei sempre il mio cucciolo cattivo!» commentò quel abbraccio.
Accarezzando la guancia del suo uomo, mentre le posava il mento sulla spalla, e le permetteva di respirare il suo odore.
«Cagnolino mio Non si fa arrivare alle spalle delle signore Della tua signora!» sorrise aprendo gli occhi e dandogli un bacio sulla guancia a portata delle sue labbra.
«Amore mio ma vederti qui tutta sola qui neanche è bello!» brontolò lui, e indicando con un cenno del capo l'interno continuo. «Io senza te mi sento perso lì dentro è un covo di vipere e civette pronte a far crollare tutto se lo volessero!» obbiettò in tono dolce, prendendo ad accarezzarle il grembo.
Teha fisso il suo bel volto per qualche istante e rise. «oh su ti prego non farmi il bambino!» commentò ritrovando parte della sua sicurezza. «Tuo padre non era d'accordo sul fatto che ci sposassimo cosi presto!» convenne ricordando le discussioni tra suo marito e il suocero. «Ma sono sicura che ha capito il suo errore» tornò a guardare il verde innevato che li circondava, e accarezzò le sue mani sul suo ventre con un sospiro.
Respirò ancora la stupenda aria della notte, aveva paura di perdere anche quel figlio, di perdere ancora tutto. Temeva l'idea che le venisse portata via anche quella felicità.
«Sarà un figlio fortunato vero?» chiese d'un tratto posando la testa nel incavo della sua spalla. Non era tipo da voler frivole rassicurazioni o essere tranquillizzata, ma dopo tutto ciò che aveva vissuto. Nessuno le avrebbe rubato quel nuovo futuro No non si sarebbe lasciata rubare quel nuovo futuro da nessuno, neanche da Santos il gemello del uomo che amava cosi simile fisicamente a suo marito ma anche cosi diverso. "Santos" quel nome le esplose nel cervello, facendo ribollire di rabbia tutto il suo essere. Quel uomo che aveva maledetto per tanto tempo, era l'artefice di tutte le sue sventure. Conscio dei suoi dubbi e delle sue più terrificanti paure. Rom preferì non risponderle, prese a baciarla tra mento spalla e collo. Uno dei tanti punti del corpo della sua donna, che tanto amava e che lo aveva attratto sin dal primo incontro. Teha chiuse gli occhi emettendo un suono simile alle fusa di un gatto, mentre le sensuali labbra del marito disegnarono il fine e dolce profilo del suo viso. Lo sentì transitare qualche minuto al limite tra la mandibola e il collo, ed emise un sospiro beato. "Come tuo solito!" rise lei mentalmente, proiettando quei pensieri nella mente di lui. Era dannatamente bravo a toccare fili che la facevano scogliere e rilassare, lui ridacchio e prosegui lasciandole un tenero e gradito formicolio lungo tutto il collo, con il suo respiro vivo e caldo. Senza staccare le labbra dalla sua pelle, scese nel incavo della spalla e sempre più giù lungo la morbida curva, fino a toccare il segno del mondo che aveva perduto.
«Ihm mhh Rom odio quando mi baci su quella cosa!» lo rimproverò accarezzandogli di nuovo la guancia con un sorriso.
Lui come tutti i vampiri soprattutto quelli del suo grado, avevano una straordinaria capacità di rigenerazione, perché anche loro discendenti dei draghi, ma con un DNA diverso, meno potente e tollerante del sole. La sua era una ferita da ustione che oggi appariva come un ramo spoglio di un albero. Lei la portava sulla spalla destra, e il marito sembrava adorarla.
«Mogliettina adorata dovresti sapere che io la amo da impazzire.» ridacchio lui con il suo timbro profondo e innamorato.
Mentre pian piano incalzava la sua dolce tortura, facendo transitare le labbra sui tratti rialzati di quel segno non poco visibile del suo passato. Ad Anthea ritornò in mente tutto e soprattutto il perché era lì fuori, e non dentro a festeggiare. A Rom non sfuggì il nuovo turbamento della sua donna.
«Dai non pensiamoci proprio oggi ci sarà tempo per questo! Andiamo proviamo a divertirci per una volta!» le propose facendole un sorriso alla 'Re Leone'. Per cercare ancora una volta di eludere i suoi timori. Teha si voltò nel suo abbraccio, e lo guardò con i suoi due grandi occhioni verde foglia, folli fragili e innamorati.
«Ti Amo!» gli sussurro stringendogli le braccia al collo e ricambiando quel sorriso, che la faceva sentire felice e la riportava a tempi andati e perduti. Anche se oggi, proprio in quel momento non rimpiangeva più nulla della sua vita passata. Tranne forse se poteva azzardare un ipotesi, rimpiangeva di non aver preso abbastanza a calci lunico cognato che odiava con tutte le sue forze.

DIMENSION - Romero Zenit Chonicoles - Sigillo Della Rosa! (Revisione e Fine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora