6. Strani Istinti Sopiti.

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Diverso

Teha riportò il marito con se a quella prima focosa volta, carica di sorprese assurde, lui era ancora dentro di lei, ed era stata proprio lei a fargli una strana e assurda domanda.

«Ma tu chi sei? » gli aveva chiesto fissandolo, e sapeva che se aveva ragione il suo istinto avrebbe risposto, non solo la ragione.

«Chi sono?» le grugnì con enfasi, quel corpo era troppo bello.

Le accarezzò un fianco e la guardò negli occhi, non comprendeva il motivo di tale domanda, ne tanto meno perché lei gli facesse quella domanda in un momento del genere.

«Madamigella » mormorò scuotendo la testa per cecare di dare un senso a quella domanda.

«Sono qui dentro di te e tu mi fai questa domanda?» non capiva perché lei sembrasse cosi sicura che dopo quella sua domanda dovesse succedere qualcosa.

Teha scosse la testa e gli strinse il braccio intorno al collo, per potersi avvicinare meglio al suo orecchio, se aveva ragione, e arrivati a quel punto aveva ben pochi dubbi che il suo istinto avesse toppato.

«Ihsc, ihsc » mormorò lei in un gemito dondolandosi e posando un dito sulle sue labbra.

«Abbandona la ragione!!» lo ammonì continuando la sua scesa sulla sua asta.

«Itailgevsir otnitsi...» si sentì mormore al orecchio, in una lingua che credeva di non conoscere, ma non seppe ben definire perché una parte di lui l'aveva capita.

Romero la osservò come se fosse andato in trance, Bel-lis-si-ma pensò con la gola secca, a un tratto aveva sete? Si una strana sete, aveva sete di lei! Rom cominciò a provare uno strano senso di vuoto, la testa prese ad ondeggiagli e sentì le gengive in fiamme! La guardò nella sua intera bellezza e non solo, la percorse con lo sguardo che si posò sulla vena del collo.

«Bel collo!!» mormorò in modo assorto, e talmente basso da non farsi udire.

Sentì come se gli squarciassero le gengive. Era come - come se gli stessero spuntando le zanne, e in effetti era vero aveva le zanne. Aveva fame di lei, troppa, molta. Si avventò sul suo collo candido non poteva esserci sangue in quel mondo incorporeo, eppure lui riuscì ad assorbire in se il suo dolciastro aroma di rosa. Tirò dentro di se quel aroma come un matto, preso in una foga indicibile. Era attratto dal corpo meraviglioso di quella donna e ancor di più il suo profumo lo inebriava, le sue narici erano sature e inebriate dal intenso profumo di rosa che emanava. Le sue narici si dilatarono sempre più e incalzò il suo assurdo e insensato morso. A quel morso Thea non era preparata, il suo cuore scalpitò e sgranò gli occhi per la sorpresa, contorcendosi su di lui.

«AH ma che?» mormorò guardando il vuoto sopra di loro, era assurdo lui era un Dragoneri non un vampiro! Eppure più i suoi grugniti sul suo collo crescevano, più la sua virilità diventava dura.

«Ah dio!» gemette lei contorcendosi ancora.

«Ma chi sei?» gli chiese ancora sconvolta da quella rivelazione.

Lui la ripoggiò con la schiena sul letto, e affondò in lei come un matto portandola sul onda di un primo orgasmo che la sconquasso.

«Sei mia...mia ora!» le mormorò sul collo, con il respiro caldo face vibrare quel suono in tutto il suo essere, provocandole brividi da per tutto.

Mentre raggiungeva l' apice di un primo orgasmo, comprese che aveva ragione. era sua si da quel momento e per sempre! pensò lei ameno che non fosse riuscita a sciogliere quel vincolo in un unico modo.

«Ameno che io non ti faccia fuori cane!» quello era un effetto collaterale del Doble.

Due esseri che incornavano quella dimensione, avevano due strade o si odiavano, e diventavano rivali. O diventavano una cosa sola come coppia inscindibile complice e custode di un amore proibito. Lui a quelle parole si staccò da lei, non comprendeva perché dopo tutto quello che stavano vivendo continuava a essere cosi distante. La guardò con espressione perplessa, eppure l' ho sentito! si disse pensando a quando l' aveva sentita parte di lui, e quanto ancora la sentisse parte di lui.

«Non guardarmi così...» mormorò accarezzandole un seno, e rispondendo al suo sguardo.

«Puoi far ciò che vuoi! Odiarmi, ammazzarmi, restaurai pur sempre mia!» le ripeté continuando a muoversi dentro di lei.

«Tu sei mia che ti piaccia o no...» strinse leggermente la presa sul suoi seno, per rimarchare quella presa di posizione.

«Sappilo, non puoi tirarti indietro!» sapeva che lei era stata complice in tutto quello, o non si spiegava il perché i bracciali si fossero sciolti.

Thea lo guardò con sfida e snudo le zanne e va bene cane! non credeva di essere già innamorata di lui, ma nessuno poteva avere la presunzione di definirla sua, se quella stessa persona non le fosse appartenuta.

«Allora preparati!» sogghigno mentre lui continuava ancora a spingersi dentro di lei.

A quella dichiarazione Romero sorrise sicuro di se e la baciò piano non curante delle zanne di lei presenti, più grandi stranamente delle sue , ma pur sempre belle.

«Giornata ricca di sorprese!» le confessò rifoderando il suo sorriso accattivante.

Lei allargò il ghigno e rise, facendo vibrare di nuovo il ventre a contatto con laddome di lui, che ricevette un nuovo colpo sordo che rinvigorì la sua erezione, non ancora stanca. Gli espose il collo bello e muscoloso e lo azzanno.

«Sei ufficialmente un disertore!» sogghignò prendendo un sorso del suo aroma.

Il suo sapore era strepitoso per la presenza dei geni di cacciatore, ma aveva un retro gusto amaro come! Come se fosse un ... Un Arcaico! IM-POS-SI-BIL-LE!! non era possibile!

«Dannazione..» mormorò lui preso alla sprovvista a sua volta, con un grugnito esplose definitivamente dentro di lei, liberandosi da quella pressione imponente, che lei sembrò gradire.

Thea fu presa da un orgasmo potentissimo, che la fece squassare di nuovo e urlare per il piacere contro il suo collo. Poi non appena si fu placato, si staccò da lui e lo guardò negli occhi.

«Tu non sei un cane normale...» gli disse sconvolta, sconcertata e quantaltro si agitava in lei, ma quello che la sconvolgeva di più era era che lui le piaceva. SI! e le piaceva anche molto.

«Tsk non sono convita neanche più che tu sia un cane?» mormorò tra se guardandolo fisso in quei suoi occhi intensi e pieni di sorprese.

Lui era ancora in lei e la fissava in silenzio sovrastandola, abbassò lo sguardo sul suo quasi immenso corpo e.. Dio! quanto era bello, troppo bello forse per essere solo! uno di loro! tuttavia se veramente lui, non era semplicemente uno di loro, e l'aroma del suo sangue era quello di un Arcaico, ciò voleva dire diverse cose.

Uno lui non era figlio di Reginald Zenit il capo famiglia, che gestiva i Dragoneri che aggivano su quel territorio, o anche peggio, lui era un Drago nato dal unione tra un Dragoneri e un Arcaico, in un modo nel altro lui aveva rgione ora erano fregati.

«Chi sei?» mormorò incapace di rassegnarsi a non capire, posò le mani sulla sua tartaruga e percorse i muscoli scolpiti del suo addome ammirata da tanta bellezza racchiusa tutta in un solo essere.

«Non sapevo avessi dei denti così affilati...» commentò lui con un ghignetto sornione.

«Dovevo preparami per questo attacco!» brontolò in tono quasi infantile toccandosi il collo. Lei ridacchio mostrandogli le zanne.

«Però non puoi dirmi che non ti è piaciuto!» rise muovendo le mani sul suo addome. eh no! convenne dal modo in cui era esploso dentro di lei! Avrebbe detto proprio che gli era piaciuto e come.

DIMENSION - Romero Zenit Chonicoles - Sigillo Della Rosa! (Revisione e Fine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora