13. Bene e Male.

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Nel Bene e Nel Male.

Riportare Romero alla realtà non era stata certo una passeggiata. Aveva dovuto andare molto a fondo nella sua mente, era finito in un punto recondito che controllava l'accesso proibito a qualunque essere estraneo. Tuttavia quello che Rom aveva visto non era un vero e proprio estraneo, era il "CA.OS" sotto le sue originarie sembianze... Come lo sapeva, beh era semplice più che mai, sentiva in una sperduta e remota parte di se. Anzi sapeva che in quella remota parte del suo essere, c'era un drago identico a quello, nella sua forma più pura e originaria. L'unica grande differenza tra il suo, e quello che per poco era stato in contatto con il fratello poco prima. Era che dal suo essere come da quel lato di se, sentiva percepiva l'immenso potere benefico che emanava. Tanto come aveva sentito e percepito, tutto l'odio, l'orrore, il male che quel altro trasudava.
Con un profondo sospiro poso le spalle al muro guardando la sua mano che quasi tremava, ed era quasi come se riuscisse ancora vedere un aura maligna intorno alla mano. Era come se riuscisse ancora, a percepire quel ondata di male. Quando aveva posato quella mano sul petto del fratello, tutta quella cappa oscura lo aveva investito. Aveva creduto di nuovo di non farcela, "d'altronde se apri una porta al male una volta!" no, no e assolutamente no. Scosse la testa scacciando quei pensieri, prese a guardare in sala e gli ospiti che ora ballavano con gli sposi. Tristan si sbagliava, allora come ora. Romero non li avrebbe mai traditi, e forse non lo aveva mai fatto.
«È buffo sai?»
Nel sentore la voce melodiosa che pronunciò quella frase, si volto per incrociare gli occhi vede giada e il viso color terra bruciata di Nina.
«Uhm ehi cuginetta... Che fai compi gli attentati ora?» cerco di dissimulare la sua sorpresa con un sorriso anche se era senza alcun umorismo.
«E tu che fai ti nascondi cugino?» ah che smacco fu quella risposta.
«Helia io...» no non era il caso di farle dire quelle parole per poi disilluderla.
«Il tuo e il mio destino sono legati da un fato non comune cuginetta!» tento di rimarcare quel legame, perché quello era il solo che avrebbero sempre avuto.
«No tu puoi...» non le lasciò finire neanche questa frase.
«Avrei potuto se fossi già in possesso di un potere che ancora non ho!» e in tutta onestà non sapeva neanche come raggiungerlo.
Di tutta questa storia sapeva solo mezze verità, e possedeva mezzi poteri che gli servivano a ben poco. Stava per cominciare una guerra in cui, aveva alleati che poco conosceva eccetto Romero, Tristan e Thea.  Però non era questa la questione, Nina molto probabilmente come altri che componevano la famiglia non era una semplice maestra dimensionale o una qualunque Dragoneri, e se avesse accettato il suo destino senza obiettare sarebbe stata un altro alleato di cui potersi fidare.
«È buffo sai che tutti si sforzino di essere cordiali e amiconi quando almeno uno di loro ne vorrebbe far fuori un altro o più!» riprese lei riportando la sua attenzione al loro discorso.
«Si è Buffo davvero!» questa volta fu lui a dirlo.
«Buffo?» fece eco lei perplessa.
Gli venne da ridere alla sua espressione cruciata, sorrise scuotendo la testa sapendo che ciò che stava per dirle l'avrebbe fatta arrabbiare di più.
«Sembra quasi che tu li odi?» emise in un tono ironico che perse subito.
«È cosi!» a quelle parole la guardò sollevando un sopracciglio.
«Come?» il suo tono tornò neutrale e serio.
«Perché mai odieresti una famiglia che ti rispetta onora e venera!» le chiese nello stesso tono neutrale e serio, che avrebbe mantenuto per tutto il resto del discorso.
«È anche un altro dei motivi perché voglio che tu rompa i miei legami...» e rieccola che gli chiedeva una cosa che ancora non gli era possibile.
«Ti ho già detto come la vedo!» borbotto incrociando le braccia al petto, si adagio meglio al muro e staccando gli occhi da lei tornò a guardare in sala.
Gli dava un po fastidio tornare su un argomento, che la riguardava ben poco se non in termini di alleati nel seguire la stessa guerra. Se ciò che si diceva sulla sua persona, fosse vero il che nutriva ben pochi dubbi che non fosse cosi. Allora gli restava da capire come, come poter arrivare a quel ultimo potere che lo avrebbe reso "Lui!" il solo e indiscusso maestro. Ora però non voleva pensarci, piuttosto aveva un serio problema se cosi poteva chiamarlo. Negli Arcaici di sangue c'era un traditore, ossia uno dei sette generali aveva ceduto il suo immenso potere al servizio di un male indiscusso. Il che andava oltre l'alto tradimento, era una vera e propria catastrofe. Anche se alla fin fine, non ne era poi cosi sicuro. L' incontro fortuito o no, tra Romero e Anthea era stata una vera e propria fortuna. I Sette Generali rispetto a tutti gli altri Vampiri, avevano un potere pari se non più forte di quello dei maestri dimensionali. Nel suo mondo si narravano molte leggende, su come è perché fossero stati scelti solo loro tra tanti potenti. Tuttavia lui poteva riconoscere la verità, "perché?" beh questo era ancora un altro grande mistero della sua esistenza. Sapeva che era probabilmente destinato, a diventare lui. O se fosse stato più forte sarebbe stato lui. 'L' Antico Maestro!' il cui vero nome andò perduto nella notte dei tempi. Il fattore tempo era ciò che lo fotteva a priori, si sentiva un incapace buono a nulla a volte.
«Ascoltami Nina, l' amore ora come ora purtroppo è l' ultimo dei miei problemi... Io vorrei che il destino ci avesse dato ruoli diversi per non deluderti! Ma non è così!» avrebbe voluto darle una risposta meno deludente di quella.
O meglio avrebbe voluto essere più esauriente nel darle quella risposta, ma non poteva fare altro in quel momento.
«So di averti delusa e spero che tu non te la prenda per questo! Però devi capire...» fu lei a interrompere lui con un cenno della mano questa volta.
«Lascia stare Helia! Okay non mi devi spiegazioni ulteriori!! »  tagliò corto lei.
Dopo quella risposta la vide allontanarsi dalla parete opposta alla sua, la vide andarsene e sparire tra gli invitati cosi come era apparsa. La seguì con lo sguardo finché gli fu possibile, si chiese se dopo quella conversazione credesse ancora in lui. Di norma e regola, non avrebbe avuto problemi a capirlo, ma era da diverso tempo che non era più capace di distinguere quei fattori. Due erano le spiegazioni in quel caso, o si stava indebolendo ed era sul punto di trovare la fine. Oppure il suo potere si era fermato in uno stallo, ed era pronto a evolversi in qualcosa di più forte. Qualunque delle due fosse la risposta giusta, non era pronto in entrambi i casi. Tornò a concentrarsi sul ricevimento e sugli sposi, suo fratello era per la precisione l'obbiettivo dei suoi ragionamenti. Ripensò a quando un po per orgoglio, un po per timore di ciò che avrebbe trovato, non volle dare ascolto a una brutta sensazione che gli fece sentire Rom in pericolo. "Se non ci fossi stata tu... " pensò rivolto alla cognata, separarla da S. fu una cosa più istintiva che calcolata. Qualcosa 'dentro di lui!' appunto, gli aveva detto che doveva farlo e come farlo. Però aveva avuto anche un valido aiuto, il legame tra Thea e Romero era qualcosa di indissolubile e potente. Un legame che sarebbe cresciuto e esistito con il loro amore, e se doveva dirla tutta in realtà quel legame era nato con loro. Tuttavia doveva ammettere che il loro percorso per incontrarsi, era stato più che semplicemente difficile. Era stato irto di ostacoli, e con non poche incomprensioni.

DIMENSION - Romero Zenit Chonicoles - Sigillo Della Rosa! (Revisione e Fine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora