Un Anno e Mezzo Prima
Teha ricordava che dalla postazione in cui era, poteva vedere solo Tristan e Helia che erano da poco rientrati da una caccia, non sapeva se fruttuosa o no non le importava. Lei era lì per spiarli studiare le loro mosse, e trovare il momento opportuno per poterli uccidere. Era appostata nel vicolo di fronte al palazzo che i figli di Reginald Zenit, avevano scelto come base temporanea delle loro operazioni sul campo. Era anche la loro temporanea dimora, che era composta dal intero piano che avevano scelto. Tutto ciò comprendeva logicamente, la creazione di un sigillo dimensionale che permetteva sia agli umani che vivevano lì, sia a loro di condividere uno spazio in comune senza interferire con le relative vite e routine. I suoi sensi le permettevano di percepire anche gli umani logicamente, ma loro non le importavano lei non era come alcuni membri scellerati della sua specie. Hai o alle quali bastava, un bel faccino un bel fisico per poter perdere la testa.
«Voglio sapere che fine ha fatto! E quale scusa inventerà questa volta!» Tristan non sembrava contento, ma a lei poco importava.
Lì odiava e in quel momento ogni insulto che le veniva in mente esplose come un fiume in piena. Tremò di rabbia e ringhiò al cielo quella stessa frustrazione che non la faceva dormire bene. Era da troppo tempo che aveva dimenticato chi era, o chi era stata prima di rivotarsi a vagare per la strade del mondo di sopra. In cerca di una vendetta che non era sicura neanche di poter portare a termine, ma poco le importava non le era rimasto più nulla ormai. I generali a cui era appartenuta come guerriera, e ai quali apparteneva soltanto per nome, rango o per la precisione discendenza. Dopo aver servito per tanti millenni i re precedenti, in nome di un potere benefico più grande. Erano stati spogliati dei loro obblighi militari, e messi da parte come roba vecchia e passata di moda. Una cosa che suo padre l' uomo che l' aveva cresciuta in realtà, e la gran parte degli altri aveva accettato senza porre obbiezioni. La guerra è finita! Con mio padre! aveva asserito il nuovo re. Era stata la stessa cosa anche per lei per un certo periodo, un periodo troppo felice della sua vita che quasi aveva dimenticato com' era sentirsi cosi. O meglio preferiva non pensare a com' era quella vita, quella era un'altra vita, la donna vissuta in quella vita era un'altra lei che non sarebbe più tornata.
Romero dal canto suo era rimasto a osservarla, per un ritaglio di tempo indefinito che non seppe quantificare bene, ma non gli era sfuggito ne il disappunto di Tristan, ne la presenza di una vampira mal celata a suo parere nel vicolo proprio di fronte a dov' era. Fisso quel punto studiando la sua figura esile e pallida, fece vagare lo sguardo su e giù più di una volta. Come a volere un ulteriore conferma di ciò che già sapeva, quando alla fine i suoi occhi si posarono sulla sua vita avvolta in un jeans nero skinny. Seguito salendo da una canotta con cappuccio sempre nera, aveva un bel seno prosperoso messo in risalto dal aderenza del tessuto. Tuttavia sembrava denutrita o addirittura malata. Poco gli importava alla fine, si sarebbe divertito come sempre e magari sarebbe stato magnanimo a donarle l' eterno riposo. Ridacchio restando appostato nella sua posizione, sarebbe quasi potuta passare inosservata, se non fosse stato per il fatto che aveva un nauseante odore di magia impregnato sulla pelle. Inoltre si muoveva in un modo cosi furtivo che non sarebbe sfuggito, neanche a un giovane cacciatore in erba, figurarsi a uno con la sua esperienza. Decise di spostarsi furtivo sul palazzo dove lei era nascosta, gli ci volle un secondo per smaterializzarsi da un luogo al altro. Solitamente quella strana abilità, era data solo ai maestri Dimensionali. Tuttavia lui l' aveva da quando era piccolo, non gli importava molto in realtà capire da dove venisse. Finché gli era utile come in quel momento, era una cosa ben accetta. Riprese forma senza suscitare in lei il minimo movimento o sospetto, continuando a ridacchiare tra se fece un enorme complimento al suo ego, e scese nel vicolo per prenderla alle spalle. Di solito non avrebbe mai agito in quel modo, ma di mattina presto quando il sole sorgeva si sentiva stranamente stanco e senza forze. Mantenendo l' assoluto silenzio foderò uno dei pugnali che portava sul fianco, e optò per una strategia che senza copertura ne barriere dimensionali potenti, potesse dargli un grande vantaggio. Teha era troppo persa nella sua rabbia, tanto forte da non farle sentire il pericolo. Fin quando non si sentì prendere alle spalle, e mentre un braccio le scivolo lungo la vita una lama lunga e piatta le baciò la gola. Nonostante il pericolo però non sussulto ne trasalì restò immobile, riprendendo il controllo di se e studiando sia il suo avversario che le sue mosse. Incontrare un cacciatore in piena alba, era come giocare al lotto e beccare la combinazione vincente. Cioè era una cosa semplicemente rara, 'che fare?' tuttavia doveva ammettere che avrebbe dovuto aspettarselo un attacco, essendo arrivata cosi vicina al covo del nemico. Tacque in attesa che fosse lui a parlare, cosa che non tardo a fare.
«Salve donzella come mai da queste parti? » le sghignazzò con ironia nel orecchio.
Il timbro profondo e sonoro di suo marito le riverbero nelle ossa anche allora e allora più che mai quel tono aveva un qualcosa di indescrivibilmente magnetico e attraente.
«Ti sei addentrata anche troppo oltre per i miei gusti.» lironia intrisica e la risata che segui quella frase, mando una leggera scossa al battito di Teha che accelerò per quella risata cosi vicina al suo orecchio.
Tuttavia nonostante quel input assurdo almeno in apparenza, mantenne la calma glaciale di cui lei e quelli come lei, erano dotati per virtù e nascita. Mentre il pugnale di lui scendeva dalla gola al suo seno prosperoso, e risaliva come una dolce tortura. Lei fece virare le corde vocali in un celato ringhio di avvertimento, non era solita diffidare prima di attaccare, ma in questo caso non voleva e non poteva scoprire le sue carte cosi in fretta. Soprattutto se poteva catturare uno di loro, un cacciatore e ora che lo osservava bene, un membro della famiglia Zenit. Il cacciatore disperso, obbiettivo delle critiche di uno dei due che stava spiando poco prima.
«Sta calma e non succederà nulla! Per lo meno non adesso!» quel dannato tono sarcastico, la imbestialiva e la intricava allo stesso tempo.
La guardò con aria sarcastica, e sapeva bene entrambi in un certo senso che lui non era solito uccidere una vampira senza prima averle fatto tutto ciò che i suoi desideri più oscuri e lussuriosi gli dicevano di fare. Era bella per quanto esile e malnutrita, lei era fin troppo bella anche allora e in qualche strano e assurdo modo sentiva che con lei, non sarebbe stato facile. O come con tutte quelle che aveva avuto in quegli anni.
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DIMENSION - Romero Zenit Chonicoles - Sigillo Della Rosa! (Revisione e Fine)
Fantasía- ATTENZIONE il mio è un Romanzo Rasa Dark/Fantasy si è vero ma contiene comunque dei contenuti riservati ad un pubblico prevalentemente ADULTO! La bella Milano l'Italia in generale, un mondo sotterraneo del quale l'umanità ignora l'esistenza. Due...