Inizio dei giochi!
Una volta entrata Anthea si scrollò di dosso le mani di S. c'era qualcosa nel suo tocco, che la infastidiva e non poco, tuttavia era ancora ignara del perché, insomma lui era ' S. ' si era S. e basta non doveva trovare una ragione per cui era impossibile che tra loro ci fosse qualcosa di più di una semplice collaborazione in campo di interessi. In verità quando si era offerto di aiutarla, all inizio le era parso un po strano. Insomma lui pensava che i Dragoneri fossero dei montati senza cervello che davano ascolto grandemente ai loro desideri alle loro parti basse, e quando le aveva detto che le proibiva di fare qualunque cosa senza di lui, dire che era rimasta sorpresa era dare un bel fragoroso calcio nel di dietro al suo orgoglio. Arrivati all interno della villa, Thea aveva messo da parte rabbia e frustrazione, e si era concentrata su proprio tutto quello che la circondava. Lascio da parte la discoteca Dark, allestita forse per dare libero sfarzo a un potere che molti degli invitati non aveva e che sicuramente invidiavano. Focalizzò la sua attenzione su come era arredata la casa, e da ciò che poteva vedere deduceva che la vera dimora del padrone di casa, doveva essere decisamente quella. Però dalla sua esperienza di Generale, e da insegnamento avuto da suo padre il primo fra tutti e sette. Poteva capire che il così detto padrone di casa, doveva avere parecchie cosucce, non del tutto autorizzate a stare nel mondo umano.
«Sai per gli uomini la caccia alle streghe è finita parecchi anni fa!» si volto a guardare S. sorpresa da quella frase.
Sollevò un sopracciglio senza arrestare di un millimetro il passo, camminavano in un corridoio simile a quello di un hotel di lusso. Con la una moquette rosso sangue, che partiva, percorreva il pavimento e arriva fino a metà parete per poi lasciare il posto al parquet. Un primo segno che stava a evidenziare la sua prima impressione, su quel posto e il padrone di casa. Poi si voltò verso S. che era rimasto in silenzio a osservarla, per capire il senso della sua affermazione come aveva riflettuto poco prima, lui non era mai stato un liberale come il nuovo Re, che tanto disprezzava ma era sempre stato dalla parte della dittatura almeno per come lo avevano interpretato lei, e suo marito Derek! Il cuore quasi le si fermò, non osava pensare a lungo a lui e al suo ricordo. Era un uomo ragionevole e diplomatico e anche fin troppo, troppo buono per il mondo umano, troppo debole per quello vampiro, ma lei si era innamorata di lui proprio per questa sua bontà d'animo. Per i suoi modi di fare senza mai mostrare la minima emozione negativa, si chiedeva se anche quando erano stati attaccati, si era comportato allo stesso modo. Oppure se quando era mor-... non oso varcare oltre quei ricordi.
«Senti piccola... Io penso che lui sarebbe furioso nel vederti così!» le disse il suo accompagnatore, e si rese conto di essere stata portata a destinazione.
Varcata la porta entrarono in una biblioteca, probabilmente quella che era in ogni dimora vampira che si rispettava, o meglio quella che il padrone di casa aveva allestito e assemblato nei suoi tanti anni, vita dopo vita. S. la scortò fino a metà stanza, dove c'era un salottino allestito per gli ospiti che amavano intrattenersi con una bella lettura in attesa del thè o del padrone di casa. La fece accomodare su una poltrona rossa in stile ottocento, e con un inchino mal riuscito si allontanò e usci dalla stanza.
" Che cos ' hai in mente? " sì chiese tra sè, reprimendo l'impulso di dirigere quelle parole verso di lui doveva stare calma anche se non conosceva più il significato di quella parola. Una volta che fu certa di essere sola, sospiro e cercò di rilassarsi per un attimo. Erano anni che aveva dimenticato il significato di quella parola, era passato seriamente troppo tempo dall ultima volta che aveva assaporato e compreso il senso pieno di quella sensazione, e infatti non ci riuscì per niente. Allungando per l'ennesima volta il vestito, e sondando la stabilità dei tacchi, si alzò per osservare quello che la circondava, come le era stato insegnato. Diede una rapida occhiata alla stanza, ed era sempre più convinta della prima opinione avuta su quel posto, ma adesso poteva azzardare altre ipotesi più che plausibili. Ad esempio il padre di casa, non poteva essere un vampiro di qualche secolo, doveva toccare i mille anni. Questo lo deduceva da tante cose, l'arredamento che richiamava troppo i vecchi tempi, il fatto che tutto sembrasse parlare di epoche passate e probabilmente andate via per sempre. Poi c'era il dettaglio più importante o per meglio dire più imponente della stanza. Di fronte a lei proprio a una trentina di passi o poco più e tutt' intorno, c' era quella che poteva essere definita, quasi un intera biblioteca ben fornita e piuttosto grande. Cosa pensare di una cosa simile? Ricordava che il medaglione dimensionale in cui era cresciuta i primi anni della sua vita, o meglio chiamato la: ' Hidden cradle! ' che voleva dire proprio culla nascosta, era una stanza dimensionale molto simile a quella. La culla era una stanza compressa e nascosta in un medaglione, che a occhi normali come quelli umani non era nulla solo un semplice ciondolo. Mentre per i vampiri poco esperti, era difficile da identificare. Tuttavia diventava un punto di forza, per vampiri con una grande esperienza, e che intendevano eliminarti. La sua era stata scelta e fatta creare a posta per lei, dal suo vero padre per permetterle di trascorrere serena e tranquilla i primi anni della sua vita, dopo la morte prematura di sua madre, il suo vero padre aveva vissuto diversi anni con il suo migliore amico. La Hidden era stata poi affidata al generale della Magnolia, quando suo padre in punto di morte aveva affidato al suo migliore amico la cosa più preziosa che gli era rimasta. Whinsc suo padre adottivo, le aveva sempre detto quelle poche cose, non le aveva mai realmente detto come erano andate in realtà. Con un sospiro tornò a concentrarsi sui libri, si avvicino agli scaffali e poso un dito sul bordo di una mensola, che era immacolata. Era un altro segno che confermava i suoi sospetti, poi d'un tratto posò lo sguardo sul dorso di un libro. " La Gelosia Dei Fiori Sovrani! " era un libro, che non esisteva nel mondo umano. Altro segno che confermava che il così detto, padrone di casa non la raccontava giusta. Quel libro non avrebbe mai dovuto, lasciare il mondo di sotto proprio per il suo contenuto. Raccontava di alcune vicende avvenute, ai tempi bui della grande guerra. Qualcosa che non poteva essere nelle mani di chiunque, era un libro che aveva anche lei nella culla. Questa cosa non seppe bene né come né perché ma la agito parecchio, sentiva nelle ossa nelle viscere, e in ogni fibra nervosa del suo essere che qualcosa stava cambiando. Soprattutto che lei non avrebbe dovuto essere li quella sera, spostò lo sguardo e vide un secondo libro che non doveva essere nel mondo umano, un libro che forse conteneva segreti ancor più preziosi del primo, quello lo prese senza pensarci su neanche una volta, e lo nasce nella pochette. Era un libro troppo prezioso, per restare in bella vista, sospiro e tornò a guardare l'altro libro.
Una volta compreso a pieno il trucco usato per celare la dimensione del vero e proprio ricevimento, Rom dovette ammettere di essere rimasto un po deluso nel costare, che alla fine tra il vero ricevimento se cosi poteva chiamarlo, e la festicciola di copertura c'era una minima differenza. Il falso gala era una sorta di festa iper moderna, una copertura che poteva passare inosservata se solo non fosse stata frequentata da vampiri. Mentre il vero ricevimento era una sorta di fiera delle vanità al presente, una specie di rivisitazione, dei tempi andati dell aristocrazia vampira. Solo che c'era una netta differenza tra passato e presente, era che mentre in passato tutto quel muoversi a modo e in sincrono, era normale e naturale al giorno d'oggi tutte quelle moine, sembravano più un teatro di posa. Oppure uno squallido museo vivente di ciò che un tempo erano stati i tempi splendenti, di un aristocrazia che rispettava i suoi componenti, e i ranghi che ogni presente ricopriva. Ora che ci pensava neanche la sua civiltà non era tanto diversa, nei bei tempi andati. Allora tutti avevano un ruolo, e ogni cosa funzionava come doveva funzionare, le famiglie si rispettavano e ognuna aveva il proprio compito. C'era armonia come se ogni famiglia, fosse lo strumento perfetto di una grande orchestra. Eh già tutto funzionava a dovere, e ogni strumento ' Famiglia ' suonava la propria melodia a regola d' arte. Però tuttavia era convinto che nella sua famiglia c'era, e c'era sempre stata una nota stonata, ' Lui! ' era stato sempre e solo lui quella nota fuori posto. Quella dannatissima voce fuori dal coro, ma proprio non ci riusciva a stare alle regole della sua famiglia di suo padre. Regole che per dir' più riteneva insensate la maggior parte di loro, e tante altre addirittura le considerava totalmente assurde. Girò su sé stesso e con il bicchiere in mano, lo sollevo osservando tutto il panorama attraverso il liquido che c'era al suo interno. Osservo tutti i componenti del galà con interesse distratto e disinteressato, da quella prospettiva e con l'incantesimo ancora attivo sotto l'occhio e la maschera. Tutto e tutti sembravano come quei disegni che vengono fatti, dagli artisti che disegnano sulla sabbia. Né tanto meno erano così diversi alla fine, bastava che un maestro giovane o anche uno un po più esperto come suo fratello, scovasse la micro dimensione e passasse la mano sul plastico come un colpo di spugna. Torno a voltarsi verso il bancone, e posando il bicchiere sul legno punto di nuovo lo sguardo nel Wischy. Con un grugnito torno ai suoi cupi pensieri, ripenso al fatto che per quanto gradisse il galateo dei bei vecchi tempi, lui era l'unico nella sua famiglia incapace di rispettarlo nonostante ci provasse. C' erano state delle volte in cui ci aveva messo un impegno immenso, tanto grande che anche lui si era sorpreso della sua mancanza di disciplina. Tuttavia a un tratto era giusto alla conclusione che quello che faceva, cioè fare ciò che voleva e farsi ogni vampira che voleva, era un istinto del tutto irrazionale e incontrollabile. Quasi un richiamo avrebbe osato dire, ed era ciò che oggi sentiva per quella femmina, anche se non capiva perché, perché ora? Perché dopo tutto quel tempo passato a fare casino, spuntava una femmina che lo intricava. Sospiro profondamente immergendo lo sguardo nell alcol, e lasciò che tutto quello che aveva volutamente ignorato, inondasse il cervello e la sua testa come un fiume in piena. Aveva ignorato tante anzi troppe cose su cui rimuginare, e sulle quali portare il punto focale.
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DIMENSION - Romero Zenit Chonicoles - Sigillo Della Rosa! (Revisione e Fine)
Fantasia- ATTENZIONE il mio è un Romanzo Rasa Dark/Fantasy si è vero ma contiene comunque dei contenuti riservati ad un pubblico prevalentemente ADULTO! La bella Milano l'Italia in generale, un mondo sotterraneo del quale l'umanità ignora l'esistenza. Due...