10.Inganni e Mezze Verità.

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Dimensioni Nascoste.

Lui ricordò che dopo il breve screzio avuto con il fratello, non era riuscito a dormire neanche un po. Si era girato e rigirato inutilmente nel letto per tutte le ore diurne, ma non era proprio riuscito a chiudere gli occhi. Quindi stufo di quel assurda insogna non appena era calata la notte si era rivestito di tutto punto, ed era uscito senza dir niente a nessuno. Era tornato sui tetti con un solo e unico obbiettivo, non pensare a niente e nessuno. Cera solo un unico tarlo nella sua mente, lei! dopo quel suo sogno strano, e dannatamente erotico. La desiderava ancora, e ancora, e ancora di più. Cera solo il desiderio di lei nelle sue vene, quel richiamo che scorreva come lava calda tra muscoli, vene, e aveva la sensazione che addirittura fosse cosi forte da sciogliergli le ossa. Corse per i tetti a lungo nella vana speranza di poter percepire nel aria dalla notte, anche la più piccola traccia di lei, un minuscolo baluardo che gli dicesse che non stesse semplicemente impazzendo. Invece era arrivato alla conclusione che stesse andando letteralmente fuori di brocca, neanche la corsa fatta fino al quartiere elegante della città, gli aveva placato lo spirito o aveva minimamente intaccato quella fame che cresceva a ogni singolo secondo che passava. D'un tratto si accorse del punto in cui era, la Milano altolocata e per bene era un posto che lui e quelli come lui non frequentavano spesso. Nonostante vivessero al castello al oscuro del umanità, e di tutti quei perbenini che erano in quel quartiere, quando entravano in contatto con il mondo degli uomini, lui e la sua famiglia venivano etichettati come fuori legge, o come comunissimi gangster. Giudizio non del tutto sbagliato data la loro stazza, ma a suo parere anche al quanto stupido visto che non erano per niente a conoscenza del loro mondo, del loro ruolo, e della loro esistenza. Si accovacciò sul cornicione del palazzo su cui si era fermato, scruto in basso osservando un via vai di macchine, che si fermavano qualche minuto, lasciavano i loro occupanti davanti al portone di un palazzo. Annusò l' aria con la certezza che avrebbe trovato qualcosa di insolito, oh benone! era sicuro che avrebbe trovato più di un vampiro tra gli invitati, ma non si aspettava che la stramaggioranza di loro, lo fosse. Lì osservò ancora e si rese conto che in fondo non era cosi strano. Un ballo in maschera di vampiri arrapati e assetati.
«Proprio ciò che ci vuole per i miei nervi!» brontolo tra se allargando un sorriso beffardo. Decise che per quella sera sarebbe stato dei loro, non un cacciatore, ma un invitato con tanto di giacca e cravatta, anche se avrebbe dovuto usare un po di magia con il rischio di essere rintracciato da suo fratello, o cosa tanto più pericolosa essere scoperto dagli ospiti della festa. Però doveva essere sincero, se diceva che in fondo non gliene fregava un gran che, lui non era come tutti i suoi pari non la vedeva come loro. Si era sempre sentito fuori posto, non adatto al ruolo in cui era nato, solo quando era in una stanza rossa. Con una vampira tra le braccia, una parte di lui smetteva di aver sete di lontananza. Solo quando smetteva di essere un Dragoneri si sentiva qualcos' altro, si sentiva qualcun altro. Meno insicuro, più abile, più forte, meno solo. Solo! era cosi che si era sempre sentito, e fino a un certo punto della sua esistenza gli era anche andato bene. Però ora era stanco di quella solitudine, stanco di trovare donne che andavano a letto con lui solo per non essere uccise. Vampire che avrebbero venduto anche la loro famiglia per aver salva la loro misera esistenza, quanto le disprezzava. Disprezzava anche se stesso solo per il semplice fatto che assecondava quel esigenza.
«Però ora ci sei tu femmina!» il solo pensiero di quella donna.
Lo faceva sentire come un dio in terra, scese dal cornicione nel lato interno, rimettendo i piedi sul tetto, si guardò intorno ascoltando quello che lo circondava, e una volta che fu sicuro che era solo. Allungo la mano in una delle tasche del capotto, scavò per alcuni secondi cercando Il C - look un orologio da taschino dimensionale particolarissimo. Lo trovò dopo poco e lo estrasse mettendolo davanti a se, guardò l' ageggietto e figurò nella mente quello che voleva mettersi, o meglio il modo in cui voleva che gli altri lo vedessero vestito. Fece pressione con il pollice sulla corona, e fu avvolto da un tenue raggio di luce che trasformò i suoi abiti da combattimento, in abiti da ricevimento. Si accerto di avere tutto al proprio posto, cercò la maschera e tastando si il viso si accorse che era li. perfetto tutto molto perfetto si sentì quasi un genio del male a pensare quelle parole, sorrise per quei pensieri deridendo si da solo. Scosse la testa per quelle stupidaggini e rimise a posto l' orologio, poi si voltò a vedere se oltre la maschera gli servisse altro. Si accorse che gli invitati non mostravano nulla di particolare, tranne un piccolo bracciale di diversi colori, non ne conosceva il significato, ma poco gli importava ne scelse uno a caso di quelli che vide. Figurò anche quello al suo polso dopo che fu comparso anche quel piccolo pezzo di stoffa, un semplice braccialetto arancione che era cosi a contrasto con la sua carnagione. Sistemandosi la cravatta si decise a scendere, balzò giù dal alto più scuro del palazzo atterrando in piedi, si sistemo bene il vestito e con un sospiro profondo si bloccò un attimo a pensare al enorme, gigantesca, colossale stronzata che stava per fare. Pensieri che transitarono nella sua testa per pochissimi secondi, una questione di un frammento che gli fece dimenticare in un secondo, che quello che stava per fare andava contro ogni cosa che conosceva e rispettava da tutta la sua esistenza. Tuttavia lui era mai stato noto per il suo bon senso, o alto autocontrollo, quello che era successo con Helia poi okay lascia stare! si disse che era meglio non pensare a suo fratello, a come lo aveva attaccato lui, a come Helia aveva risposto a quel attacco riportando a galla l' accaduto di quella mattina decisamente uscita dal miglior film di fantascienza. Cosa stava cambiando in Helia? Dopo l' accaduto di quella mattina, si rese conto suo malgrado che, tutte le sensazioni provate ogni volta che lo osservava, dopo poco tempo dal ultima in cui lo aveva fatto, tutto ciò che vedeva non era più quello osservato la volta prima. Come poteva essere cosi? Era vero dunque che il grande maestro, giacesse nei recessi più profondi del subconscio di suo fratello, e che venisse fuori ogni volta che Helia sentiva l' esigenza di richiedere il suo aiuto. Se tutto questo corrispondeva a realtà allora perché il grande maestro si stava mostrando solo ora? Quali erano i suoi piani in merito a tutto quello che lo circondava, dove sarebbero andati a finire lui e Tristan, se Helia lì avesse lasciati per raggiungere il suo posto nelle alte sfere della società. Già poi c erano anche loro, l' alta società dei Dragoneri, che non permetteva a nessuno di alzare troppo la testa dalla massa. ' DIO! ' quanto schifava tutti quegli aristocratici burattini, con la presunzione di sentirsi burattinai. Poi cera Tristan già! cera anche lui, cosa avrebbe fatto se la squadra si fosse sciolta? Per suo fratello il gruppetto operativo sul campo formato da loro tre, era decisamente tutto. Cosa sarebbe accaduto se tutto fosse uscito allo scoperto. Con un sospiro e un estremo sforzo, fece in modo che quei pensieri non lo distraessero oltre, chiuse gli occhi sospirando ancora e appoggiando spalle e testa al muro, per riprendere il controllo della situazione in cui era, e in cui stava per andarsi a cacciare come se i suoi guai non fossero già abbastanza. ora basta andiamo! riaprendo gli occhi e staccandosi dal muro, si impose di muovere un passo verso l energumeno vampiro che era il buttafuori al ingresso del ricevimento. Il tizio tutto muscoli palestrato al inverosimile, avvolto in un completo informale che chi sa come restava intero. Lo osservò con uno sguardo furibondo come se volesse uccidere chiunque lo fronteggiasse, Oh okay lui non era certo un ragazzino smilzo e mal nutrito, era ben messo anche lui, ma se voleva azzardare un ipotesi di un punteggio con uno scontro contro il tizio. A occhio e croce avrebbe giurato con quasi tutta certezza, che in uno scontro a mani nude tra tutti e due, al 49% lui avrebbe avuto la peggio. Il che la diceva davvero lunga se si dava un punteggio decisamente cosi basso, e gli dava persino uno scarto del 1% al bastardo. L' odore del vampiro gli saturo le narici, con un odore di insetti bruciati, era il tipico odore di un Vampiro che al 99% non aveva più il controllo dei suoi istinti quel tipo di vampiro che andava eliminato al istante. se solo non ci fosse stato l' insignificante dettaglio che, uno era un gigante, due se fosse stato scoperto sarebbe finita seriamente male, allora altro che triste destino per suo fratello.
«Cazzo guardi amico bracciale non mi hai sentito?» ringhio l energumeno.
Decisamente no! Eh no!' non lo aveva sentito, quella femmina lo stava decisamente facendo esaurire,  doveva ammettere che tanto normale non era se si stava mettendo in un guaio di quella portata.
«Uhm nulla mi scusi!» farfugliò costretto ad abbassare la guardia per non far saltare la sua copertura, ma porca di quella miseria se non aveva voglia di prenderlo a pugni quel pezzo di merda.
Con un profondo sospiro, alzo la manica e mostro il pezzo di stoffa arancione che aveva scelto a caso. Il buttafuori guardò il bracciale per un secondo netto, poi sollevò lo sguardo di scatto verso di lui.
«Brutto figlio!» oh cazzo lo aveva scoperto.
«Entra e non farmi perdere tempo!» protestò l'altro con un altro ringhio.
Calmó il suo spirito, e si rilassò un secondo, lo oltrepassò ignorando il suo gesto frenetico e irrispettoso, voleva farlo fuori e lo avrebbe fatto, poteva scommetterci quello che voleva il bastardo sarebbe morto per mano sua. Poco importavano i pronostici che aveva fatto poco prima, nessuno lo trattava in quel modo e la passava liscia. Beh eccezion fatta per quella femmina, dopo il sogno di quella mattina non era più sicuro di cosa avrebbe fatto dopo che l avrebbe ritrovata. poteva dire di non essere sicuro proprio su tutto era incerto in realtà, su una può scommetterci il suo bel culetto quella femmina! sogghignò pensando al suo corpo. Con un ennesimo sospiro per essere scampato a mister tutto muscoli che era al ingresso, si avviò di un passo seguendo altri ospiti che ridevano.
«Ehi amico non ti pagano per divertirti!» la voce profonda del bastardo invase i suoi pensieri e interruppe le sue intenzioni come un colpo allo stomaco.
«Come Prego?» emise voltandosi verso lo stronzo che allargò un mezzo ghigno.
«Hai il target Arancione bello! Sei qui per lavorare non per divertirti!» emise l'altro indicandogli con un cenno del capo altri camerieri, decisamente più smilzi di lui, con un bracciale arancione come il suo al polso.
' Oh fantastico! ' protestò il suo cervello, non era certo in cerca di nuove esperienze lavorative, ma il bastardo malgrado il cervello mezzo partito, era in grado ancora di capire chi lo prendeva per culo e chi no. Annui in silenzio e voltando il passo, si diresse verso gli altri camerieri che si stavano armando di vassoi stracolmi di bicchieri.
«Oh perfetto un altro novellino che non sa neanche da dove cominciare giusto?» chiese un tizio di mezza età che quasi sicuramente era quello che comandava tutta la brigata.
«Okay novellino prendi questo e portalo su agli ospiti almeno questo semplice compito riesci a svolgerlo vero?» sbotto l'umano mettendogli in mano un vassoio, e spingendolo verso un'altra entrata per avere un accesso migliore alla sala.
' Fantastico! ' protestò ancora il suo cervello, non poteva cacciarsi in una situazione peggiore. Doveva sganciarsi alla svelta da quella situazione, non era sicuro di come sarebbe arrivato a fine serata se le cose fossero andate avanti cosi. Mentre il tizio di mezza età cominciava a sbraitare per l attacco di nervi imminente che stava per venirgli, decise che sarebbe entrato in quel modo poi appena avrebbe avuto la possibilità di cambiare il suo target! lo avrebbe fatto. Potevano stare tranquilli tutti quanti che lui non sarebbe stato dei loro, ancora per molto. Attraversò lo stupendo giardino interno con il vassoio in mano, cercando di non far crollare la sua copertura per quel momento. Poi vedendo altri due camerieri che chiacchieravano e camminavano, come una coppietta felice decise che li avrebbe seguiti e si sarebbe unito a loro finché gli era utile, ma d un tratto percepì qualcosa di assurdo. Le sue narici che non si erano ancora disintossicate del odore del figlio di puttana al ingresso, furono raggiunte da una fragranza meravigliosamente familiare. Scioccato da quel irresistibile odore di rosa, che perdurò nelle sue narici ancora per qualche istante prima di sparire del tutto. Sussultò e cercando di mantenere una calma apparente che non era più sicuro di avere, si volto di poco per guardare con una mal celata discrezione, da sopra la spalla verso l'ingresso. Certo questa cosa gli dava un aria inequivocabilmente circospetta, però i due al ingresso lo incuriosivano sul serio. Erano una coppia di sposini Vampiri probabilmente, lui sembrava un lord inglese uscito da uno di quei romanzi storici che parecchio detestava. Lei lei era indescrivibile, un misto perfetto tra una guerriera e un aristocratica d'alto rango, avvolta in un tubino nero a un quarto di manica, che le fasciava il corpo mal nutrito a suo parere. Una sensazione che non gli era nuova, Cazzo può essere che pensò d'un tratto osservando il suo bel viso da bambola di porcellana. Era mai possibile che lei fosse proprio lì? Qualcosa dentro la sua testa, nella sua anima, un istinto sconosciuto, anche se non sapeva bene da dove usciva gridava a gran voce 'Si!' lei irragionevolmente era li.
«Ehi amico che fai soli con noi o vuoi che al capo venga un bel infarto?» gli chiese a un tratto uno dei due camerieri davanti a lui e che aveva no raggiunto l ascensore di servizio.
Distrasse per un istante la sua attenzione da lei e si diresse verso di loro, doveva prima di tutto infiltrarsi poi avrebbe scoperto se il suo innaturale istinto aveva ragione o torto. Le lanciò un ultimo sguardo con la sensazione che non si sbagliava, poiché la bellezza alta e slanciata, suoi tacchi in vernice bianchi e neri che portava, aveva anche in corredo una bella chioma riccia e di un rosso rame spettacolare. ci vediamo dentro tesoro! penso divertito da ciò che avrebbe fatto una volta avuta ancora a portata di mano, e questa volta sarebbe stato reale.

DIMENSION - Romero Zenit Chonicoles - Sigillo Della Rosa! (Revisione e Fine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora