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Quello stesso giorno, dopo il lavoro, Claire entrò nello Starbucks per restituire i soldi del cappuccino al commesso riccio. (O forse era solo una scusa per rivederlo.)

Rimase delusa quando vide che al bancone vi era una ragazza bionda e al servizio dei tavoli era addetto un uomo sulla quarantina. Nessuna traccia di quel commesso.

Claire si avvicinò al bancone e richiamò l'attenzione della ragazza. "Ehm, scusa, sto cercando..." ma si accorse troppo tardi di non sapere il suo nome. "Uh. È riccio, ed ha le fossette. Lavora qui, penso."

La bionda, che mentre Claire parlava l'aveva guardata con aria confusa, si illuminò. "Intendi Harry?"

"N-non so."

"Beh, credo sia lui. È l'unico ragazzo riccio che lavora qui" scrollò le spalle la ragazza. "Comunque, oggi aveva il turno di mattina ed è già andato a casa da un pezzo."

"Oh" fece Claire, delusa. Aveva sperato di rivederlo. "Domani?"

"Bart, domani che turno ha Harry?" domandò la ragazza, alzando il tono della voce per farsi sentire dal cameriere (Bart?) che era tra i tavoli. Questo si girò a guardarle.

"Pomeriggio" rispose, prima di tornare a prendere l'ordinazione di due clienti.

"Beh, hai sentito. Se vuoi vederlo devi venire domani pomeriggio" fece la bionda a Claire.

"Okay" fece lei, allontanandosi dal bancone.

"Vuoi che gli dica che lo hai cercato?" domandò la commessa poco prima che Claire uscisse dal bar.

"No, grazie lo stesso. Arrivederci" borbottò Claire, uscendo nella fredda aria newyorkese.

Anche se avrebbe dovuto aspettare un giorno intero per rivederlo, adesso sapeva il suo nome. Si chiamava Harry, e quel nome si sposava benissimo con i suoi vispi occhi verdi e le sue simpatiche fossette.

Starbucks • Harry Styles [INTERROTTA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora