Senza capire nulla!

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Per fortuna scese Giulia che, appena vide Mattia che mi teneva in quel modo, gli diede un pugno nella pancia causandogli dolore in modo da farlo allontanare. Dopo essere stata liberata io e la mia Best gliene dicemmo di tutti i colori fino a quando andò via. Appena quello stronzo girò l'angolo io e la mia Cucchiola ci abbracciammo e iniziammo a ridere a creparelle fino ad avere i crampi allo stomaco ripensando al pugno da Super woman che la mia super amica aveva dato a quel coglione. Per tipo un'ora non pensammo ad altro senza smettere di ridere e ridere.
Durante la notte, verso le 03:00 circa mi arriva un messaggio... era Salvatore. Voleva provarci con me nonostante i miei ripetuti rifiuti fino a quando mi decisi a dargli una possibilità. Un sabato pomeriggio ci vedemmo, ma non da soli: entrambi avevamo una compagnìa e per tutta la sera non accadde nulla fino a quando, alla fine della serata, mentre eravamo soli, mi baciò e io non lo respinsi ma lo seguì nella sua follia che stava iniziando a piacermi. Alla fine di quel bacio mi disse:《Wow. Non mi sarei mai immaginato che ti saresti lasciata baciare!》Ed io a stento accennai un sorriso mentre le mie guance erano infuocate. Poi ci separammo e io andai a casa di Giulia: quella notte avrei dormito lì. Per tutta la sera non feci che pensare a quel bacio e a lui... forse stavo iniziando ad innamorarmi per davvero. Comunque durante la sera io e Giulia creammo il nostro gioco dell'oca personale e ci divertimmo a passare un po' di tempo a giocarci. Stufateci del gioco decidemmo di sdraiarci sui nostri letti e di parlare un po': ovviamente, non so come, si arrivò al tema "Amore" e discutemmo su quel che era per noi l'amore e sui ragazzi che per me erano tutti uguali senza distinzioni mentre per lei, innamorata più che mai, c'era ancora qualcuno che si fidanzava per amore e non soltanto per baciarsi e passare del tempo. Tra parole e discorsi, assonnate ci addormentammo. Il giorno seguente, mi svegliai leggermente prima di lei ed io, tutta contenta di essermi svegliata con la persona a cui volevo più bene in questo mondo corrotto, mi avvicinai al suo letto molto silenziosamente e poi, piano piano, la svegliai intravedendo i suoi occhi così belli e assonnati e osservando con un viso da ebete la sua faccia rigata dalle pieghe della federa del cuscino. Dopo un quarto d'ora di tentativi nel farla alzare riuscì nel mio intento e finalmente iniziammo a vestirci scherzando sulle forme del nostro corpo perdendo un sacco di tempo. Poi dopo esserci preparate arrivammo a scuola con un leggero ritardo ma, ovviamente  per la La Vaccara quei trenta secondi di ritardo furono oggetto di una ramanzina di un'ora. Alla fine di quelle 8 ore scolastiche io e la mia MAPS posammo gli zaini a casa sua, dopodiché andammo a fare una lunga passeggiata. Quando diamo insieme il tempo che passa va veloce come un treno. Con lei sto bene e mi sento a mio agio. Le racconto tutto e anche se litighiamo spesso anche per stronzate dopo una decina di minuti ecco che ci ritroviamo dinuovo ad abbracciarci affettuosamente. Comunque era già tardi ed era arrivato il momento di tornare a casa. Sulla strada di ritorno per la mia dimora avevo (come sempre) le mie solite cuffie con musica a palla. D'improvviso due mani calde e grandi mi toccarono le spalle; d'un tratto il mio cuore cessò di battere e il flusso sanguigno si era del tutto bloccato... ero paralizzata. Non sentivo più nulla intorno a me se non quelle mani appoggiate alle mie spalle. Dopo qualche minuto di paralizzazione totale riesco a girarmi e a vedere chi fosse costui che mi stesse toccando e poco dopo realizzai di chi fossero. Era lui, ancora lui. Riuscì, nella mia debolezza momentanea a sferrare un pugno che non gli fece alcun male. Poi le mie corde vocali trovarono le forze per dirgli:《 Sa- Salvatore, che co-cosa...》non fui in grado di dire altro fino a quando non mi prese tra le braccia e mi disse:《 Devo dirti una cosa... 》 e io risposi rapida:《 dimmi... che succede?!》 Ero impaurita da quello che avrebbe potuto dirmi e finalmente parló:《ti lascio. Sei troia. Muori.》 A quel punto la mia rabbia confusa mi annebbiò il senno e senza pensarci neanche un secondo lo spinsi facendolo cadere per la strada. Per poco una macchina non lo schiacciava. Lo misi in guardi urlando come una matta e infuriata come non mai per le sue offese, iniziai a dargli pugni, calci, morsi... stufo e offeso mi prese per la gola, quasi a strangolarmi... riuscì solo a graffiargli le braccia. Poi mi lasciò e andò via lasciandomi là dov'ero, ansimante,triste, confusa e arrabbiata. Ma non l'avrebbe passata liscia. Non questa volta. Non lui!

Senza neanche accorgermeneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora