...per una volta cambiai me stessa senza sentirmi uno schifo...
Eravamo alla fine di gennaio e stava per iniziare il mese tanto odiato da tutti i single: Febbraio! L'idea che stesse per iniziare questo cazzo di mese mi causava un'ansia inimmaginabile!
Mi urtava sapere che ci sarebbe stato quel giorno a rovinarmi tutto il mese, ma preferivo essere positiva e scordarmi di quel fottuto San Valentino.Mentre la mia vita andava avanti come sempre, le ragazze della mia classe avevano le loro bellissime storie d'amore ed ognuna di loro già al 3 febbraio parlava delle attività (se così si possono definire) da fare per il gran giorno! Erano tutte eccitate all'idea di poter passare un'intera serata in compagnia dei loro ragazzi e qualcuna aveva persino organizzato un incontro, a casa propria, di tutte le coppie della loro comitiva, con l'intenzione di fare anche qualcosa di perverso!
Quando ne parlavano mi allontanavo dal gruppo, preferivo stare coi ragazzi e discutere sui goal di Ronaldo o ascoltare musica senza farmi notare dai prof piuttosto che ascoltare il loro programma!
Passò anche quel 14 Febbraio e per una settimana le mie compagne non facevano altro che parlare di quello che avevano fatto con i loro ragazzi! Che rottura!Per fortuna dopo 8 giorni sembrava avessero dimenticato quella sera e, finalmente, iniziarono a trovare qualcosa di più interessante di cui parlare... Iniziai di nuovo ad interagire con loro e tra una parola ed un'altra non mancavano mai le battute di alcune di noi che ci stampavano un sorriso ebete in faccia.
Il 2° mese dell'anno sembrava proprio non volermi dare tregua: le 3^ classi del mio istituto stavano organizzando una festa di carnevale in discoteca... Nulla in contrario, non ci sarei andata, OVVIAMENTE, ma il pensiero di sentir parlare tutte di cosa indossare, con chi andare, cosa fare, quando andare, quando tornare ecc. mi corrodeva l'anima!
Comunque quest'avvenimento passò velocemente e, stranamente, non ne parlarono a lungo: soltanto cinque minuti per l'intervallo. Wow! Le mie compagne non si interessavano alla festa del giorno precedente?! Sti cazzi che progressi!!!Dopo qualche settimana tutti iniziarono a considerarmi asociale soltanto perché durante gli intervalli, o quando ce n'era la possibilità, non chiacchieravo più con loro e preferivo la musica a tutto!
Non capivano che i loro argomenti di conversazione non mi interessavano e da allora tutti, tutte iniziarono a snobbarmi come fossi peste... Potevo anche capirle e la cosa non mi dispiaceva: sarei stata in pace almeno! Anche la mia migliore amica trascorreva più tempo con loro che con me ma, giustamente, cosa avrebbe potuto dirmi se la prima ad evitarla ero io!? Aveva tutte le ragioni.
Non mi mancava stare con loro, preferivo affogarmi nella mia solitudine... Era bello!Passarono Marzo, Aprile e metà maggio... In questi ultimi tempi tutto era monotono, soliti amici, soliti passatempi e tutto il resto.
L'unico avvenimento che avrebbe reso la seconda metà di maggio più interessante era il fatto che ci sarebbe stata una gita in un parco acrobatico, pieno di percorsi. Ero entusiasta all'idea di dover stare fuori casa per due giorni per avventurarmi in questo parco che mi avrebbe permesso di passare il tempo in maniera diversa dal solito.
Ad accompagnarmi c'era la mia amica: Chiara... Lei era nella mia stessa classe e nell'anno precedente era stata la mia migliore amica fino a quando, vari avvenimenti e sopratutto persone, non ci separarono.Il giorno della nostra partenza il cuore mi batteva forte e l'ansia si era fatta sentire già dalla notte precedente. Era la prima volta che andavo in un paese sconosciuto senza essere con i miei genitori e il fatto che, per la prima volta, mi stavo allontanando da casa mi scaturiva dentro un senso di paura ma ero eccitatissima. Non vedevo l'ora di partire e stare via di casa.
Ad accompagnarmi alla stazione dove i professori e altri ragazzi si stavano radunando furono mia madre, che sembrava felice all'idea della mia assenza per due giorni da casa e cercava di tranquillizzarmi, e mio padre, intristito più che mai del fatto di non potermi coccolare non appena sarebbe tornato a casa per quelle due sere...
Lì incontrai Chiara e altri ragazzi che come noi si sarebbero avventurati per due giorni in un luogo totalmente estraneo. Finalmente arrivò il momento tanto atteso della nostra partenza. C'era chi salutava i propri genitori, chi sistemava il proprio bagaglio all'interno del pullman, chi correva a destra e a manca per cercare il proprio compagno di viaggio ed infine c'ero io che salutavo il mio dolce papà cercando di rassicurarlo come meglio potevo mentre asciugavo le lacrime che gli ricavano il viso. Mia madre mi diede un bacio e andò a posare la mia valigia sul pullman in attesa che io salutassi mio padre. Dopo qualche minuto l'autista accese i motori e le prof. iniziarono a fare appelli di ogni classe in modo tale da assicurarsi che stessimo salendo tutti sull'autobus e di non dimenticare nessuno.
Salimmo tutti, salutai un'ultima volta i miei genitori con un cenno osservando gli occhi tristi di mio padre e il sorriso tranquillizzante di mia madre che non avrei rivisto per altri due giorni, dopodiché, come mio solito, misi le cuffiette nelle orecchie ascoltando musica a tutto volume cercando di rilassarmi e di non pensare a nulla.Il viaggio fu piuttosto lungo ma tranquillo, e giunti alla nostra meta ci internammo nel parco dove pranzammo in una specie di "ristorantino" improvvisato dai responsabili del luogo.
Nel primo pomeriggio arrivarono degli istruttori che iniziarono a spiegarci come indossare bene l'imbraccatura, come evitare di cadere da metri di altezza e come comportarci su quei percorsi sospesi in aria.
Mi divertii un sacco a mantenere l'equilibrio su quei tronchi e anche Chiara passò il tempo con me.
In prima serata, quando il sole iniziò a calare, i professori ci radunarono per recarci all'albergo dove avremmo dormito quella notte. Era piuttosto confortevole, spazioso, accogliente... Le camere erano un po' stette ma tutto sommato si stava bene. Ad ognuno di noi erano state assegnate delle camere e dei compagni di stanza con cui passare il tempo.
Ci sistemammo e poi andammo a cenare tutti insieme.
Dopo la cena io e Chiara andammo in camera di alcuni dei nostri amici maschi e lì la perversione era a livelli indicibili... Uno di loro: Francesco, mi fece sdraiare insieme a lui sul suo comodo letto; non ero sicura delle sue intenzioni ma non volevo che facesse niente di straordinariamente stupido e cercavo di mantenermi alla larga da lui, poi si avvicinò molto di più a me, spostò i miei capelli portandoli dietro al mio collo e iniziò a baciarlo... Non volevo che lo facesse, ma si avvicinò ancora di più al mio corpo, mi prese per i fianchi stringendomi a sè continuando ad appoggiare le sue labbra sul mio collo in modo da farmi rabbrividire... Che cazzo stavamo facendo?! Perché?! OMG!...Angolo autrice:
Ciao a tutti, ho scritto questo capitolo con la speranza che vi piaccia e che sia riuscita a renderlo interessante. Se vi sta piacendo questa storia sarei molto, molto felice se lasciaste un vostro parere, commento e anche una stellina! Ve ne sarei riconoscente.
Voglio anche ringraziare tutti coloro che, leggendo la mia storia, mi hanno permesso di raggiungere ben 300 visualizzazioni XD! Spero che continuerete a leggere questa storia e che continuate ad aumentare! Vi amo ragazzi e ancora mille grazie.❤-LaRagazzaTumblr14-
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Senza neanche accorgermene
RomanceL'adolescenza è un periodo difficile, doloroso, pieno di sentimenti confusi e delusioni della protagonista che porta Aurora a capire chi sono gli amici veri e la conducono alla scoperta di nuovi amori, cotte, passioni momentane che si riveleranno un...