tutto ebbe inizio così...
Uscii velocemente dalla mia stanza afferrando le chiavi appoggiate sulla mia scrivania che tanto amavo per il suo stile vintage.
Era l'ultimo regalo che mi aveva fatto mio padre prima di andarsene e non farsi più vedere.
Non pensavo fosse morto, però oramai era da quattro anni che non avevamo più notizie e le indagini presto sarebbero state sospese.
Era partito per lavoro verso le isole Hawaii e non ha più fatto ritorno.
Quel maledetto lavoro che lo costringeva a viaggiare gli lasciava poco tempo per stare con me e mia sorella, ma una cosa è pur vera... ora quel lavoro lo faccio pure io.
Adoro la fotografia, fa parte della mia vita fin da quando sono nata e non ho intenzione di mollare una delle poche cose che mi riportano alla memoria quei piccoli ricordi che ho di mio padre.
"Juliet! Muoviti, altrimenti perdi l'autobus, e sai benissimo che la macchina è dal meccanico." mi chiamò mia madre facendomi tornare con i piedi per terra.
"arrivo!!!" scesi di fretta le scale e arrivai in cucina dove mi aspettava un fumante piatto di frittelle. Diedi un bacio a mia madre e, senza fare tante storie ingurgitai la prima.
"vuoi morire soffocata?" mi chiese mamma mentre continuava a cuocere frittelle per mia sorella che doveva ancora svegliarsi.
"scusa, ma altrimenti perdo l'autobus... no?" ribattei con aria di sfida.
Mi alzai per andare a salutare la mia sorellina. La odiavo tanto ma allo stesso tempo ero consapevole del fatto che lei avesse bisogno di me.
Le accarezzai la testa sussurrandogli all'orecchio un "ci si vede presto", poi scesi nuovamente al piano di sotto dove, vicino alla porta d'ingresso mi aspettava una grande valigia preparata le sera prima per non dimenticare niente.
La afferrai, salutai con un forte abbraccio mia madre e uscii, consapevole del fatto che mi aspettava una nuova vita.
***
L'arrivo del bus mi riportò con i piedi per terra.
Prima di salire mi guardai attorno... stavo lasciando la mia famiglia per inseguire il mio sogno.
Mi sedetti in fondo aspettando che il bus ripartisse.
L'autista era un uomo sulla cinquantina totalmente incapace a guidare, infatti ogni curva che faceva era una tortura e per poco non investiva una vecchietta.
Ho sempre odiato le montagne russe, ma questo era ben peggio.
A fatica trascinai giù la mia valigiona compagna di tanti viaggi e mi incamminai verso l'ala dell'aeroporto da cui sarebbe partito il mio volo.
Sono sempre stata un disastro a orientarmi, ma stranamente l'aeroporto era come fosse casa mia. Sapevo alla perfezione dove andare e cosa fare una volta arrivata a destinazione.
Ero seduta ad aspettare che chiamassero i passeggeri del mio stesso volo, quando vidi in lontananza il mio ex assieme alla sua nuova fiamma.
Quanto la odiavo quella sgualdrina. Non solo era stata capace di portarmelo via, ma era anche riuscita a umiliarmi davanti a tutta la scuola proprio l'ultimo giorno, il giorno più importante per la reputazione di una ragazza perché l'ultimo giorno corrisponde al ballo di fine anno.
Ero seduta con le mie amiche quando lei si avvicinò e mi rovesciò addosso il suo cocktail.
Non ne ho ancora capito il motivo, ma resta il fatto che quella fu una delle serate più brutte della mia vita da adolescente.
La gente mi guardava e rideva, incoscienti del fatto che, di lì a poco sarebbe potuto accadere anche a loro se solo avessi avuto due palle. Ma ero troppo timida, non mi è mai piaciuto essere notata.
"I passeggeri del volo British Airways 1743 destinazione Londra - Heathrow sono pregati di presentarsi per l'imbarco al gate numero 2. Passengers of flight British Airways 1743 are invited for boarding at gate number 2." avvisò l'altoparlante.
Mi alzai, percorsi il corridoio trafficato di gente fino al gate numero 2 per poi mettermi in coda ad aspettare il mio turno.
Londra, la città che sognavo di visitare fin da piccola mi stava aspettando ed era sempre più vicina.
"oddio, mi scusi tanto" dissi ad un signore abbastanza robusto e alto.
Accidentalmente, per colpa del mio cervello sempre troppo intento a viaggiare tra i mie mille pensieri, andai a sbattere contro la schiena del passeggero in fila davanti a me.
Lui mi fissò per qualche istante per poi rigirarsi facendo finta che niente fosse successo.
Avevo una strana impressione.
Quel viso... dove l'avevo già visto?
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Remember to be Happy
Teen FictionUn padre assente, un viaggio verso l'ignoto, la scoperta di un nuovo modo di vivere... "Non pensavo che Londra mi avrebbe cambiata, non pensavo che Lui mi avrebbe fatta rinascere."