capitolo 9

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“dai sorridi, così la foto verrà più bella.” mi disse mio padre sorridendo e sorreggendo con le grandi mani la sua sua macchina fotografica.

Ero piccola, avrò avuto circa sette o otto anni. Eravamo andati in gita in un luna park per il mio compleanno passato da poco. Mi stavo divertendo moltissimo.

“ma papà... più di così non posso!” gli risposi mostrandogli il mio più grande sorriso, mentre rimanevo ferma in posa affianco a mia madre che teneva in braccio mia sorella.

Lui mi sorrise di rimando e si portò la macchina davanti al viso per scattare la foto. Il tempo rallentò. Un flash mi oscurò la vista. Buio.

Mi svegliai di colpo nella stanza buia. Era da tanto che non facevo i conti con il mio passato. Fino a quel momento mi ero solo limitata a considerare tutto un dolce ricordo, ma evidentemente non si era dimostrata la cosa giusta da fare.

Mi guardai attorno spaesata nel tentativo di tornare alla realtà. Tutt'attorno solo buio, se non per uno spiraglio di luce proveniente da sotto la porta.

Cercai il cellulare sul comodino per controllare l'ora, ma ben presto mi ricordai di non averne più uno. Decisi quindi di alzarmi e andare in sala o in cucina alla ricerca di un orologio.

Appena aprii la porta sentii un lieve chiacchierare provenire dal salotto – probabilmente la tv accesa.

Entrai in cucina e lessi sull'orologio del forno l'ora: le tre e un quarto.

Aprii il frigo e tirai fuori una bottiglietta d'acqua nuova per soddisfare la mia sete post ‘pasta troppo salata’. Dovevo tornare in camera e dormire, altrimenti la mattina dopo non sarei riuscita ad alzarmi.

Le voci proseguirono durante tutto il mio tragitto in corridoio fino a quando non chiusi la porta, provocando un rumore un po' troppo forte. Mi maledissi mentalmente per la mia mancanza di tatto e accesi la luce. Mi stesi sul letto a fissare il muro. Milioni di pensieri mi invasero la mente. Mi mancava mio padre, e dopo solo due giorni, sentivo la mancanza di mia madre e di mia sorella. Ero un disastro con la lontananza.

Mi risvegliai presto dai miei pensieri – qualcuno stava bussando alla mia porta.

“avanti.” la mia voce uscì roca dalla mie labbra indolenzite.

La porta si aprì. “tutto bene?” Harry si affacciò all'interno della stanza con aria preoccupata. Ma che razza di problemi ha qual ragazzo? Prima mi abbraccia, poi mi sbraita contro. Un minuto prima ha un tono di voce tranquillo, un minuti dopo sembra incazzato con il mondo intero. Vado a letto e neanche mi saluta, mentre ora è praticamente in camera mia per controllare che tutto vada bene.

“sì, tutto a posto, perché me lo chiedi?” lo guardai perplessa.

“ho visto che uscivi dalla cucina e poi ho sentito sbattere la porta, ho pensato ti servisse qualcosa.” rispose. “ti serve qualcosa?” mi chiese subito dopo.

“non l'ho sbattuta apposta, la porta, mi è scivolata di mano. Comunque no, ho già fatto da sola.” sollevai di poco la bottiglietta chiusa e l'agitai per fargliela vedere.

“ah ok, se hai bisogno io sono in sala.” uscì e si chiuse la porta alle spalle senza neanche farmi rispondere.

Ma non dormiva come tutte le persone normali? Cioè, ci sta a volte che uno si svegli e gironzoli un po' perché non ha sonno, ma poi solitamente torna a letto e cerca di addormentarsi.

Scacciai qui pensieri dalla mia testa, visto che la nottata in bianco di Harry non era un mio problema.

Mi stesi di nuovo sul letto a pancia in su, con lo sguardo perso nel bianco sporco che copriva il muro sopra di me, e senza nemmeno accorgermene precipitai in un sonno profondo.

“buongiorno.” mi stropicciai gli occhi davanti ai due ragazzi seduti in cucina dietro al piccolo tavolino.

Alzarono contemporaneamente le teste spettinate per guardarmi, due occhiaie scure segnavano i bellissimi occhi verdi di Harry.

“buongiorno...” rispose Landon, per poi riabbassare lo sguardo sulla tazza traboccante di cereali davanti a lui. Allegria!

“il latte è in frigo, il caffè è già pronto e i cereali o i biscotti o la marmellata sono in quella credenza.” Harry allunga il braccio per indicarmi lo sportello. “se vuoi le fette di pane tostate te le preparo io.”. Mi fissa interrogativo.

“mi arrangerò con una tazza di caffè e qualche biscotto secco.” mi diressi verso il mobile dei biscotti e tirai fuori il grande pacchetto. Harry si alzò e si fermò al mio fianco. Prese una tazza dal mobile sopra la mia testa e me la riempì con il caffè appena fatto. Gentile da parte sua.

“se devo pagare una parte dei tuoi conti, preferisco che tu spenga la luce quando dormi. Visto che se dormi non ti serve.” sussurrò nel mio orecchio mentre si girava per tornare a sedersi.

Quando mi rigirai per sedermi al tavolo, mi soffermai a guardare i movimenti di Harry mentre prendeva qualche sorso di caffè dalla sua tazza personalizzata e tornava a guardare lo schermo illuminato del telefono appoggiato sul tavolino. Qualcosa mi diceva che non era il suo telefono.

“avete dormito bene?” provai a instaurare una conversazione con il nulla facente e lo scazzato cronico.

“sì, grazie.” mi rispose velocemente Landon infilandosi in bocca una cucchiaiata di cereali.

“tu invece?” Harry interruppe il nuovo silenzio.

“sì... più o meno.”.

“mi fa piacere sentirtelo dire, ma non riesco a capire come tu sia riuscita a dormire nonostante la luce accesa.” mi istigò.

Lo odiavo ufficialmente. “Ma brutto cretino, bipolare, scazzato, maniaco... i cazzi tuoi no?!?”.

“veramente non mi da fastidio, sono stata abituata così...”. Mi alzai per mettere la tazza nel lavello pieno di piatti sporchi e mi sporsi verso Harry. “mi dispiace, stanotte la terrò spenta mio padrone.” gli sussurrai sfottendolo.

Mentre mi affrettavo per uscire dall'inferno, Harry mi richiamò.

“cosa fai oggi?” mi stava fissando.

“devo andare a un colloquio. Perché me lo chiedi?”. La sua domanda mi aveva lasciata abbastanza perplessa in realtà. Ci conoscevamo davvero da solo due giorni, cosa gliene poteva fregare di quello che dovevo fare?

“volevo solo sapere se ti serve un passaggio, visto che io devo andare comunque in centro per incontrare...” si fermò. Probabilmente avevo capito cosa intendeva.

“ok, sì, grazie.” il mio tono di voce un po' più alto del solito.

***

Scusate l'attesa, sono stata una settimana a Londra e non potevo pubblicare, ma ho scritto un po' di capitoli, è ho intenzione di pubblicarne più o meno uno al giorno per questa settimana.

Comuqnue spero valga l'attesa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2014 ⏰

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