NOTA D'AUTRICE: scusate per la sproporzionata attesa, ma sono stata davvero impegnatissima e appena ho avuto tempo ho scritto qualcosa. mi dispiace un sacco non aver potuto aggiornare prima, ma spero che il capitolo vi possa piacere comunque.
La porta si aprì lentamente mentre mi stavo girando per andarmene. Niente, fino a quel momento, mi aveva portata a pensare che quei ragazzi fossero adeguati al mio stile di vita, ma quando mi girai per vedere chi avesse deciso di degnarmi della sua presenza, mi stupii di trovare un ragazzo alto, capelli ricci e occhi in cui ci si potrebbe perdere anche solo guardandoli per un attimo.
Dire che ero scioccata è dire poco, ma così su due piedi, in una situazione di equilibrio precario per via di quello stupendo essere, non sapevo davvero cosa dire.
Lui mi fisso per qualche brevissimo istante per poi interrompere il silenzio che si era venuto a creare.
“ho detto che la festa è solo di là in salotto, tu sei forse la centesima persona che viene a bussare alla mia porta. Alcuni mi hanno chiesto se avevo da fumare, altri se potevo lasciargli la stanza per scopare. Tu invece cosa vorresti? Ti ascolto.”
oh mio dio, non immaginavo che un ragazzo potesse avere una voce così... così... così come la sua. Rimaneva però il problema che non avevo ascoltato mezza parola di quello che aveva detto.
“scusami?”
Cercai di fare la vaga il più possibile, sperando che non se ne rendesse conto.
Lui mi guardò ancora per poco con il volto irritato e mi sbatté la porta della sua presunta stanza in faccia. Ok, era ufficiale, non ci sarei mai andata a vivere in quel manicomio. Preferivo tenermi il mio materasso rosa e non avere più notizie di nessuno, ma quello non per scelta, ma piuttosto perché avevo “accidentalmente” perso il cellulare e non avevo soldi per ricomprarmelo.
Fissai la porta ancora per qualche istante, poi mi voltai e, cercando di farmi spazio in mezzo a tutta quella gente ammassata nel corridoio, uscii il più velocemente possibile da quella dannata trappola per topi. Topi veramente approfittatori, per andare ad una festa organizzata a casa di un ragazzino. Cosa non farebbe la gente pur di bere e fumare gratis.
Una volta sul pianerottolo dell'edificio, mi sedetti sul primo gradino della scala pensando a quello che avrei dovuto fare. “rientra dentro e prenditi il posto che ti spetta in questa casa!!!” certo, come se fosse così facile. Effettivamente era facile, bastava rientrare dentro, cercare il ragazzino e chiedergli se potevo trasferirmi lì da loro, ma per una come me, una cosa del genere, non sarebbe stata facile neanche a pagarla.
Ma nonostante tutto raccolsi le mie ultime briciole di forza di volontà, mi alzai, e convinta rientrai dentro per prendermi quello che volevo. Non avevo intrapreso un viaggio di due ore per sentirmi dire di no dal primo sconosciuto.
Cercare quel dannato ragazzino fu una vera impresa, ma quando lo intravidi in un angolo della stanza, mi precipitai verso di lui convinta di sentirmi dire finalmente un “SI!!!” forte e chiaro.
Rifeci la fatidica domanda a quella pulce che mi guardò per poi dirmi:
“prima di tutto ti dobbiamo fare alcune domande, poi, se passi l'interrogatorio, sarai sottoposta a una settimana di prova dopo la quale decideremo se tenerti oppure no. Una volta entrata, sempre se entrerai, dovrai sottostare alle nostre regole.”
Ma cosa cazzo frullava nel cervello di quello gnomo da giardino?
“ok, quando sarà questo interrogatorio, o quello che è?” chiesi cercando di essere ragionevole anche se avrei soltanto voluto buttarlo giù dalla finestra.
“finita la festa, mi pareva ovvio!” certo, era ovvio come... non saprei con cosa fare il paragone.
Il mondo mi stava per crollare addosso, avrei dovuto sopportare ancora per ore tutta quella gente ubriaca fradicia che cercava di attaccarmisi addosso come le cozze.
“...ok..., allora intanto mi farò un giretto.” mentre pronunciavo quelle parole vidi uscire dalla stanza il ragazzo riccio con addosso un cappotto nero che gli arrivava fino alle ginocchia più o meno. Quanto era figo!
“Harry, stai uscendo?” chiese il ragazzino al ragazzo che, a quanto mi era sembrato di sentire, doveva chiamarsi Harry. Lui rispose con un cenno della testa per poi avviarsi verso la porta.
“aspetta, perché non fai fare un giro alla quasi nuova arrivata?” ma cazzo, non poteva evitare?
Il ragazzo mi guardò con uno sguardo assassino, per poi farmi segno di seguirlo e uscire subito dopo dalla porta.
Non avevo nessuna voglia di passeggiare con uno sconosciuto, per giunta figo, e con il quale sarei andata a vivere, forse. Ma per non essere scortese, dannazione alla mia educazione, mi affrettai per raggiungerlo.
Era fermo davanti all'ascensore aspettando che arrivasse, e io ero un po' più indietro, senza sapere se avvicinarmi oppure no.
“guarda che non ti mangio!” parlò rimanendo comunque girato. “cioè, anche se ti avvicinassi non succederebbe niente, puoi stare tranquilla, non mi piacciono le tipe come te. Quindi ripeto, tranquilla, non ti stuprerò.”
quelle parole erano davvero rassicuranti... che poi, cosa avevo che non andava per non poter essere il suo tipo di ragazza?
Con passo molto insicuro mi posizionai al suo fianco cercando di rallentare il battito del mio cuore. Fanculo, non arei fatto altre figure di merda.
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Remember to be Happy
Fiksi RemajaUn padre assente, un viaggio verso l'ignoto, la scoperta di un nuovo modo di vivere... "Non pensavo che Londra mi avrebbe cambiata, non pensavo che Lui mi avrebbe fatta rinascere."