capitolo 7

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Dieci minuti dopo, trascorsi in totale silenzio, presi coraggio e spostai lentamente il mio sguardo dal finestrino al suo viso. Sembrava quasi triste, come se fosse un peso dover andare da lei. Che era un ragazzo strano l'avevo capito, ma non pensavo lo fosse così tanto, nessuno è triste quando va a trovare il proprio partner, altrimenti vivremmo in un mondo di depressi.

“da quanto tempo state insieme?” chiedo con la timidezza che segna la mia voce – solitamente non mi immischio negli affari degli altri.

“da quando sono venuto a vivere qui a Londra.” mi risponde con tono sicuro continuando a fissare il sedile davanti a lui.

Non sapevo se chiedergli atro o limitarmi a stare zitta e accettare quella misera risposta.

“lei lavorava in un negozietto d'abbigliamento, io mi limitavo a distribuire curriculum. Mi guardò sorridendo, poi si rigirò per sistemare delle magliette su uno scaffale” spostò il suo sguardo su di me e continuò. “da quella volta non c'è giorno che non ripensi a quel sorriso pentendomi di aver fatto quello che le ho fatto.” fece una pausa continuando a fissarmi. “ti stai domandando cosa, vero?”.

Un evidente imbarazzo comparì sul mio viso. Non risposi.

“mettiti l'anima in pace, tanto non te lo dirò. Ah, siamo arrivati.” annunciò lasciandomi per qualche secondo spiazzata. Lo conoscevo da nemmeno un'ora e già volevo sapere di più su di lui e sulla sua vita. Ero davvero cretina se pensavo che potesse raccontarmi altro.

“tu fatti pure un giro se vuoi, ci vorrà un po'...” mi informò e se ne andò lasciandomi sul marciapiede da sola in mezzo alla gente che camminava velocemente, schivandomi all'occorrenza. Perfetto, ero persa.

Mentre camminavo lentamente guardandomi intorno tra le varie vetrine, notai un piccolo negozietto di gadget dall'altra parte della strada, e ovviamente non potei fare a meno di attraversare e infilarmici di corsa. Ho sempre adorato quelle piccole e inutili cianfrusaglie che ti rifila la gente una volta tornata da un viaggio, spacciandotele addirittura come regalo pensato apposta per lasciarti un ricordo di una città che non hai mai visitato. Ma dio io... se non ci sono mai stata perché dovrei averne un ricordo!?!

Ma tralasciando questi piccoli particolari, devo dire che fin da quando sono piccola colleziono ciondoli presi in svariate città, e li appendo tutti su un braccialetto che mi porto sempre dietro legato al polso. Per questo motivo mi fiondai alla cassa per chiedere alla commessa di turno se vendevano quegli adorabili ciondolini.

“no, mi dispiace, ma se vuole posso farle vedere dei portachiavi che sono davvero all'ultima moda.” risponde alla mia domanda con un falso sorrisetto stampato in faccia, giusto per cercare di rifilarmi comunque qualcosa.

“no no, non mi interessa, grazie lo stesso.” cercai di rispondere il più educatamente possibile, nonostante i mie pensieri continuassero a ricadere su come dei portachiavi possano essere alla moda.

Mi affrettai fuori dallo shop e mi guardai distrattamente attorno per cercare di ricordarmi da quale parte fossi arrivata. Londra è una città così grande... Optai per una vietta a destra che mi sembrava familiare, e che infatti si rivelò essere quella giusta. All'andata non mi era sembrato di percorrere così tanta strada.

Intravidi non tanto distante il portone davanti al quale mi aveva lasciata Harry, ma nel momento in cui mossi un passo per andarvi incontro, mi bloccai sui miei stessi piedi. Una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani corse fuori con una grande valigia appresso. Indossava un lungo cappotto nero per coprirsi dal vento freddo e qualche lacrima le scorreva lungo le guance coperte di fard rosa. Poco dopo, dallo stesso palazzo, uscì correndo un giovane ragazzo dall'aria disperata: Harry. Lei si fermò per chiamare un taxi, lui rallentò il suo passo e si fermò dietro di lei afferrandole il manico della valigia per toglierla dalla sua mano delicata. Lei si girò strattonando la valigia e sul viso di Harry spuntò all'improvviso una sola e triste lacrima. Arrivò il taxi, lei apri la portiera, buttò dentro la valigia, si girò verso un Harry del tutto traumatizzato e, dopo avergli dato un ultimo casto bacio sulle labbra, entrò in macchina e partì diretta non so dove.

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