VII.

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Piovevaquando un venerdì sera di giugno Alain rientrò a casa.

<<Alain che ci fai qui?<< esclamò Evelyn, sorpresa ma felice.

<<Ad alcuni di noi è stata concessa una sera di riposo.>> spiegòlui. Evelyn lo strinse forte, mentre Alain le accarezzava i finicapelli biondi.

<<Cosa si dice in assemblea?>>

<<Da quel poco che giunge a noi soldati, i tre ordini non sono ancoragiunti ad un accordo. Domani mattina devo tornare.>>

<<Ma è oltre un mese che sono lì dentro!>>

<<Presto accadrà qualcosa, Evelyn, me lo sento. Ma tu dimmi, che haifatto in questi giorni?>> Evelyn gli raccontò del lavoro, cheprocedeva monotono, del mercato e del primo mesiversario della mortedi Jean, del fatto che fosse andata da sola sulla collina avisitarlo.

<<Vorrei che fossi venuto con te.>> sospirò Alain. La morte diJean gravava ancora sul suo cuore come un temporale in agguato. Nonesserci stato il giorno del mesiversario della sua morte lo facevasoffrire.

<<Ho cambiati i fiori sulla sua tomba, quelli vecchi sono statidanneggiati dai temporali.>> Alain annuì.

<<Hai fatto benissimo Evelyn.>>

Perquella sera, Alain decise di dimenticare Jean Bertrand e di dedicarsisolamente alla sua Evelyn. Restarono in piedi fino a tarda notte aparlare del loro futuro, dei possibili figli e alla fine fecerol'amore. Per quella sera, accantonarono Jean i un angolino, senza maitirarlo fuori.


Il17 giugno 1789, giunse la notizia della formazione dell'AssembleaNazionale, ovvero l'assemblea che riuniva tutti i cittadini. Duegiorni dopo, il re decretò lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale,sollevando il malcontento della popolazione. Il monarca ancora noncapiva il potere del Terzo Stato. Oppure lo capiva, ma lo temeva.

Adessa aderirono anche alcuni membri della nobiltà, come il marcheseLa Fayette, e del Clero, in particolare curati di piccole parrocchiema anche alcuni personaggi più illustri dell'Alto Clero. Il 20giugno, essi decisero di riunirsi nella Sala della Pallacorda, dopoche avevano trovato sbarrate le porte dell'Hotel des Menus-Plaisirs. A quella riunione parteciparono tutti i cittadini, e anche Evelyn nonmancò.

Joseph-IgnaceGuillotin si ergeva al centro della Sala.

<<Cittadini!>> urlò. << Il re ha tentato di intralciarci,di umiliarci perché ha paura di noi. Ha paura del pericolo chepossiamo rappresentare per la monarchia. Ora vi chiede, fratelli, dinon separarvi in nessun caso e di riunirvi ovunque le circostanze lorichiedano fino a che la Costituzione non sarà abilitata e affermatasu solide fondamenta.>>

Evelyngiurò insieme al suo popolo. C'erano almeno un migliaio di persone epiù. Evelyn si sentì più legata a quella città che ormai andavamorendo e puzzando come la carcassa di un grosso animale. AmavaParigi, e avrebbe dato la vita per salvarla.

Ungiorno, Evelyn decise di andare a trovare Alain in caserma. Ivisitatori non erano vietati, ma era meglio se fossero rari, cosìche i soldati potessero addestrarsi senza distrazioni. Ma quel giornole guardie non si stavano allenando. Erano chiuse nelle loro cameratee discutevano dell'Assemblea Nazionale e degli Stati Generali mentregiocavano a carta e ai dadi. Alain non amava quei giochi. I suoicompagni dicevano che era troppo serio, ma lui non cedeva. Se nestava sempre sulla sua brandina a meditare su chissà cosa. Ognitanto si univa alle bevute degli amici, ma nulla di più.

QuandoEvelyn entrò in caserma, i compagni di Alain che conosceva lasalutarono cordialmente.

<<Dov'é Alain?>> domandò al denutrito Christophe. Il ragazzoindicò una brandina in basso, vicino agli uomini che giocavano adadi. Bernard, che si trovava tra di loro, la riconobbe ed esclamò:<< Ehi Alain, la tua donna ti ha fatto una sopresa.>>Alain si alzò di scatto, scrollandosi i pensieri di dosso.

<<Evelyn che ci fai qui?>>

<<Sono venuta a farti una visita.>>

<<Andiamo fuori a passeggiare.>>

Camminarononel cortile della caserma, raccontandosi ciò che avevano fatto inquei giorni.

<<Hai sentito del Giuramente della Pallacorda?>>

<<Sì Alain, c'ero anche io.>> Alain rimase sbalordito. Un lampodi preoccupazione gli attraverò lo sguardo.

<<Tu cosa...? Poteva essere pericoloso!>>

<<Ma sono illesa no? E poi voglio fare qualcosa per questa Francia chesta marcendo.>> Alain la guardò severamente per qualcheistante. Poi scoppiò a ridere.

<<Alain cosa...?>> Ah, Evelyn! Le era rimasto lontano così alungo che doveva essersi dimenticato dello spirito patriottico chel'animava. Era anche per questo che l'amava, no? Era coraggiosa edeterminata, la piccola Evelyn. Dopotutto era presente anche lei alleriunioni nelle chiesette isolate, nelle piazze e alle proteste per lestrade di Parigi.

<<Oh Evelyn! Sei davvero una donna coraggiosa, ed è anche per qyestoche ti amo.>> Evelyn sorrise.

<<Alain io rivoglio la mia Parigi. Voglio che i cittadini cantino dinuovo l'amore e i fiori. Voglio dei cambiamenti.>> dissedecisa. I suoi occhi ardevano del fuoco della rivoluzione. Alain leteneva le spalle.

<<Accadrà Evelyn, ed io sarò con te.>>


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