VIII.

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Il 2luglio, Alain tornò per andare a visitare la tomba di Jean. Nonpianse. Si sedette davanti alla croce dell'amico, sorridendo. Forsesapeva che Jean lo aveva perdonato o magari non si era maiarrabbiato. Il bacio con Evelyn era stato solamente un gestodisperato di un uomo distrutto da un amore non corrisposto. Non sisarebbe sorpreso se quello di Jean fosse stato un bacio di addio.Forse il loro amico sapeva che da lì ad un giorno sarebbe morto, eaveva voluto versare una goccia del suo amore infinito nella donnache amava.

Evelynera rimasta in piedi accanto a lui e gli accarezzava una spalla. Ilmotivo per cui Jean aveva voluto essere seppellito lì sarebberimasto un segreto tra i due amici. Non lo avrebbe mai rivelato adEvelyn.

<<Andiamo.>> sussurrò Alain. Cinse le spalle di Evelyn e sceserola collina.


Parigisi trovava nel caos più completo. I cittadini protestavano per lestrade contro i prezzi astronomici del pane, del grano e di altricibi. Perfino Evelyn non ce la faceva più con i due stipendi cheguadagnavano. Un tozzo di pane costava quattro franchi, quando dalsuo salario e da quello di Alain ne ricavavano massimo nove. Inoltrec'erano le tasse ad opprimerli, e queste si trovavano a cifre dacapogiro, impagabili dalla maggior parte della popolazione chedifatti era povera. Le panetterie venivano saccheggiate, e così ledrogherie e perfino qualche pescheria. Tutto stava rotolando nelbaratro più nero.

Il 12luglio 1789 i disordini scoppiavano ovunque. Il re aveva ordinato aibattaglioni svizzeri e tedeschi di presidiare Parigi e di spararesulla folla se necessario. Così fu.

Evelynsi trovava proprio in mezzo alla marmaglia maleodorante dei pariginiche tentavano di affrontare i reggimenti stranieri. Volevanoscacciarli. Quello del re era un chiaro segno della paura che egli ei nobili avevano di loro.

<<Andatevene! Non vi vogliamo qui!>> gridava una donna.

C'eranocinquanta metri di spazio, calcolò Evelyn, tra i popolo e i soldati.Il cupo generale svizzero non gli badò.

<<Se farete ancora un passo non esiteremo ad aprire il fuoco!>>aveva avvisato.

Alainle aveva garantito che se i soldati della Guardia avessero ricevutol'ordine di sparare sulla folla, avrebbero imbracciato le armi controi battaglioni tedeschi e avrebbero combattuto al fianco del loropopolo. E quell'ordine sarebbe arrivato.

Isoldati stranieri erano in posizione d'attacco, con le sicure tolte ei fucili puntati. Il generale si ergeva davanti a tutti con la spadain pugno. Un uomo si fece avanti e urlò: << Vogliamo la nostralibertà! Siete delle carogne!>> Si voltò. Un colpo d'arma dafuoco vibrò nella aria. L'uomo cadde a terra, morto.

Unsilenzio di ghiaccio gravava sui cittadini. Poi qualcuno urlò"Addosso!". A quel punto tutto andò fuori controllo. I soldaticominciarono a sparare, mentre uomini e donne morivano come mosche.Il popolo non aveva altro che bastoni, e i pochi che possedevano deifucili riuscirono ad abbattere qualche soldato. Fu una strage. Ad uncerto punto Evelyn sentì un colpo alla testa,. Poi vide tutto nero.L'ultima cosa che sentì furono le grida di ritirata dei parigini.

Sisvegliò in una camera che le era sconosciuta, sebbene l'odore chealeggiava nell'aria le fosse famigliare. Aveva un gran mal di testa enon riusciva ad alzarsi. Una donna entrò nella stanza.

<<Bimba mia, devi riposare!>> Era Gabrielle Laurent, la suavicina, la mamma del piccolo Nicolas, morto qualche mese prima.

<<Che è successo, Gabrielle?>>

<<Durante gli scontri sei stata colpita alla testa. Anche mio maritoera lì ed è sopravvissuto. Ti ha trovata svenuta a terra e ti haportati qui. Che ci facevi là in mezzo bambina?>> le domandòteneramente la donna. Evelyn osservò il suo viso. Non doveva averepiù di quarant'anni. Un dolce sorriso appena accennato le ricamavail viso malinconico. Da quando era morto Nicolas non l'aveva piùvista sorridere.

<<Io... devo aiutare il mio popolo.>> gemette la giovane.

<<Tu non aiuterai proprio nessuno fino a che non ti sarai rimessa inpiedi.>> La rimproverò la donna.

<<Ma Gabrielle...>>

<<Niente ma! Ora esco a prendere a qualcosa da mangiare, sperando ditrovare qualcosa a buon prezzo. Alain ha saputo del tuo incidente everrà a trovarti stasera. Guai a te se ti muovi!>> aggiunse intono minaccioso. Le fece l'occhiolino. Evelyn sorrise. Quando sentìla porta dell'ingresso chiudersi, tentò di alzarsi. La testa lepulsava ancora. Mentre camminava si aggrappava alle pareti. Volevaandare a casa. Doveva fare solo dieci passi uscita dalla porta esarebbe arrivata all'ingresso dell'appartamento. Passò davanti allacamera di un bambino. La camera di Nicolas. I coniugi Laurent nonavevano altri figli. La stanzetta era rimasta intatta dall'ultimavolta che Nicolas vi aveva messo piede. Il letto era ancora sfatto ei pochi giocattoli che possedeva erano sparsi sul pavimento.Probabilmente il piccolo armadio di legno grezzo vicino alla finestraconteneva ancora i suoi vestiti. Evelyn si commosse a quella vista.Sorpassò la cameretta e si diresse verso la porta. Con molta faticaarrivò a casa. Si stese sul letto e senza nemmeno rendersene conto,si addormentò.

Quandosi svegliò il sole stava tramontando e Alain era in piedi davantialla finestra, dandole le spalle.

<<Alain...>> gemette Evelyn. Alain si voltò.

<<Evelyn sei sveglia! Come stai? Come va la testa? Dimmi cosa ti èsuccesso.>> Evelyn sorrise teneramente alla preoccupazione delsuo Alain e cominciò a raccontargli tutto, dai battaglioni stranieriche presidiavano la città, fino al suo risveglio nel letto deiLaurent.

<<Evelyn non sai quanto mi hai fatto preoccupare!>>

<<Ma va tutto bene Alain.>>

<<E se una pallottola ti avesse colpita?>>

<<Ma...>>

<<Evelyn non voglio che ti venga fatto del male.>>

<<Sì ma voglio combattere!- La furia si era impossessata di lei. - Losai cos'ho visto in casa dei Laurent? - Alain scosse la testa. - Lacamera di Nicolas! Non l'hanno più toccata da quando è morto.-Afferrò le spalle di Alain. - Io voglio vendicarlo, e vogliovendicare anche Jean, quindi niente e nessuno mi fermerà, nemmenotu!>> esclamò infine. Alain annuì, sconfitto ma sorridente.

<<Per Jean e Nicolas.>>

<<Per Jeane Nicolas.>>


1789Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora