I.

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Evelynstava tornando a casa con la cesta di pane e verdure tra le mani. Erastata proprio una giornata fortunata, considerato che solitamenteriusciva a rimediare solo qualche tozzo di pane e qualche patata acausa della grave crisi finanziaria e della fame che straziava nonsolo Parigi, ma l'intera Francia in quegli anni. Era il 1789.

Ilsuo Alain si era arruolato nei soldati della guardia cittadina perportare a casa un po' di denaro, ma il salario era misero e bastavaappena per loro due. Alain sarebbe stato felice del pranzo di quelgiorno.

Pertornare a casa, Evelyn doveva passare per Place de Grève. Le stradepuzzavano del sudore dei parigini, formaggio rancido, carne avariata,frutta e verdura marcia e di carcasse. Non ci si abituava a quellezzo, sebbene Evelyn avesse sempre vissuto in quel sobborgo diParigi. Mentre si avvicinava a Place de Grève, cominciava a scorgereuna gran folla che circondava un palchetto, sul quale si ergeva unuomo. Quell'uomo era conosciuto in tutta Parigi e anche Evelyn nonebbe problemi a riconoscerlo: era Maximilien de Robespierre. Si fermòad ascoltarlo.

<<...Ecostituendo il 98% di questa popolazione, abbiamo il diritto di riunirci come Terzo Stato e prendere parte all'assemblea degli StatiGenerali.>> Un'ovazione d'assenso si levò dal popolo parigino.Anche Evelyn credeva nelle sue idee rivoluzionarie, e lei e Alainavevano spesso partecipato alle riunioni del Terzo Stato.

Silasciò alle spalle Robespierre e uscì da Place de Grève. Costeggiòla Senna per una cinquantina di metri. Perfino le sue acque eranoputride e stagnanti ed emanavano un lezzo di morte. Arrivò davanti acasa ed entrò. Abitava al secondo piano di un edificio fatiscente edin rovina, ma il loro appartamento era sempre in ordine e pulito.Sospirò e appoggiò la cesta di cibo sul tavolo in cucina. Cominciòa preparare il pranzo, canticchiando. A mezzogiorno arrivò Alain. Sisalutarono con un bacio e si sedettero a tavolo per mangiare.

<<Oggi sono riuscita a rimediare un pranzo da re>> disse Evelyncompiaciuta.

<<E' tutto squisito>>

<<Prima sono passata per Place de Grève e Robespierre stava parlandodegli Stati Generali>>

<<Sì, il popolo vuole l'assemblea>>

<<Ma il re pare sia combattuto>>

<<Dovrà accettare se non vuole avere il popolo più contro di quantogià non l'abbia>> Finirono di mangiare in silenzio.

<<Alain...>>

<<Sì Evelyn?>>

<<Stanotte sei di guardia?>> sussurrò la giovane. Alain sorrise.

<<No>> Gli occhi di Evelyn emisero un bagliore di gioia.Finalmente avrebbero potuto dormire insieme dopo tanto tempo.Purtroppo Alain nelle ultime settimane aveva dovuto sorvegliare lestrade di Parigi, a causa dei disordini che dilaniavano la città. Ipoveri si ammazzavano per un tozzo di pane, le rapine e gli stuprierano all'ordine del giorno, e nei quartieri più disperati la genteribaltava le carrozze dei nobili che passavano di lì. Sebbene fossedalla loro parte, era giusto che cercasse di mantenere l'ordine pernon lasciare appassire definitivamente Parigi, in cui un tempo si eracantato l'amore e i fiori.

<<Ora devo tornare in caserma Evelyn, ci vediamo stasera>> Lesollevò il mento delicatamente e la guardò negli occhi. Evelynamava quegli occhi. Erano accesi dal fuoco della gioventù e deicambiamenti. Tempo prima aveva giurato che sarebbero stata l'ultimacosa che avrebbe visto prima di morire. Alain la baciò e uscì.Evelyn pulì la casa e uscì anche lei per andare a cercare un lavoroche era molto raro a quei tempi, soprattutto per le donne. Se levecchie vedove, le più povere ed in miseria, non avevano avuto figliche le potessero mantenere, allora morivano di stenti e di fame perle strade. I loro cadaveri venivano raccolti la sera, quando il carropassava, e venivano trasportate fino al Cimetière des Innocents, elì venivano seppellite in fosse comuni.

Evelyncercò al lavoro al mercato, al banco del pesce, dal macellaio eperfino in una sartoria, ma tutti le sbattevano la porta in faccia.

Mentre passeggiava sulla Senna, vide un manifesto che rappresentava il re ela regina seduti sui loro troni mentre schiacciavano il popolofrancese. Nelle espressioni dei sovrani, Evelyn vide tutta lamalignità con il quale essi trattavano i loro sudditi. I volti deglioppressi erano distorti dalla disperazione, gelati in urlasilenziose.

Evelynaveva visto i monarchi una sola volta in vita sua, ovvero durantel'incoronazione, quando il re e la regina erano passati a bordo diuna lussuosa carrozza aperta per le strade principali di Parigi persalutare il popolo. Li aveva visti da lontano, ma la regina le erasembrata una gran donna, elegante e dal portamento regale. Il popoloaveva sperato che con i nuovi sovrani le condizioni di vita sarebberomigliorate, ma non fu così. La regina sperperava i soldi dellaCorona per i suoi capricci e il re le concedeva tutto. Si dicevaanche che avesse condotto una relazione illecita con un contesvedese, che intrattenesse rapporti omosessuali con le sue dame e cheavesse avuto rapporti incestuosi con il figlio. Evelyn non credeva inquest'ultima accusa. Non le sembrava possibile che una madre facessecose così abominevoli. Era una gran menzogna. Tuttavia, ciò che ilpopolo voleva non era propriamente abbattere la monarchia, ma redarreuna costituzione. Evelyn non credeva che sarebbe successo. C'eranotroppi fanatici rivoluzionari come un certo Saint-Just, che voleva atutti i costi eliminare i sovrani.

Evelynsospirò. La sera dopo lei e Alain avrebbero partecipato adun'assemblea del Terzo Stato e ne avrebbero discusso.

Ilsole stava tramontando e Evelyn doveva tornare a casa. Era quasiarrivata, quando udì il rumore di ruote su ciottoli e un colpo lefece vedere tutto nero. Cadde a terra perdendo i sensi. Sentì lacarrozza allontanarsi a tutta velocità, poi più nulla.

Siridestò quando ormai le prime stelle punteggiavano il cielo. Corse acasa da Alain e lo trovò seduto sulla sedia in cucina, alla flebileluce di una candela.

<<Evelyn dove sei...>> cominciò, ma sollevando il viso notò chela sua Evelyn era tutta sporca e aveva un livido violaceo sulla partedestro del viso. << Che ti è successo per Dio!>>

<<Sono stata investita da una carrozza>> Evelyn sentì la furiamontare in lei. Quegli stupidi nobili si permettevano di fare delmale ai cittadini rimanendo impuniti. Era inammissibile!

<<Io odio i nobili>> disse con una calma furente.

<<Non sei l'unica- disse Alain. - Ora vieni qui che medichiamo quellivido>> Le spalmò dolcemente un unguento. << Traqualche giorno sarà sparito>> Le sorrise.

<<Hai mangiato Alain?>>

<<Ho cucinato un brodo caldo per entrambi ma ti ho aspettata permangiare. Ora sarà freddo.>> Evelyn scosse la testa. <<Non importa, lo scaldiamo.>> Mangiarono con il solo tintinniodei cucchiai.

<<Era buonissimo Alain, dovresti cucinare più spesso.>>

<<In tempi migliori volentieri.>> L'attirò a sé e la baciò. Si coricarono e fecero l'amore. Quanto tempo era passato!

Ilmattino seguente delle urla provenienti dalla strada li svegliarono.


1789Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora