IX.

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Ilmattino seguente, quando Evelyn si svegliò, vide Alain sedutoaccanto a lei intento ad abbottonarsi l'uniforme.

<<Evelyn ho brutte notizie da darti.>> Dentro di sé Evelyn losapeva già.

<<Dimmi Alain.>>

<<L'ordine è arrivato.- Evelyn rimase impietrita. - Ma tranquilla, nonspareremo sui nostri concittadini. Intendiamo mantenere solamentel'ordine.>> Si alzò.

<<Voglio venire con te.>> Alain si voltò. Conosceva bene Evelyn.Non sarebbe riuscito a tenerla a casa, al sicuro.

<<L'importante è che non ti faccia del male.>>

<<Promesso.>>

<<Resta sempre con Gabrielle.>>

Evelyntrovò la vicina sul pianerottolo.

<<Tu non dovevi rimanere a riposo mh?>> la rimproverò la donnascherzosamente. Evelyn rise. Anche Gabrielle sapeva che nulla avrebbefermato la ragazza dall'unirsi alla folla in rivolta.

<<Bene, io devo andare.>> annunciò Alain, che baciò Evelyn elasciò le due donne sole. Appena Evelyn e Gabrielle misero piede instrada, percepirono della tensione nell'aria. Difatti il lungofiumeera deserto. Strano, solitamente quella era una via molto popolata equalche passante non mancava mai. All'improvviso un uomo arrivòcorrendo.

<<Che succede? Dove sono finiti tutti?>> gli urlò Gabrielle.

<<Sono tutti all'Hotel Saint-Marc!>> gridò l'uomo in risposta.L'Hotel Saint-Marc, uno dei luoghi in cui era custodital'artiglieria. Il popolo voleva combattere, e seriamente. Le duedonne corsero spedite verso l'Hotel, senza mai fermarsi. Evelynfremeva. Voleva imbracciare un fucile e vendicare Jean e Nicolas.

Arrivarono e il caos checircondava l'Hotel accese ancora di più il desiderio che Evelynaveva di combattere. I portoni dell'edificio erano spalancati e unafiumana di gente fluiva dentro e fuori per armarsi.

Erail 13 luglio 1789. Gli uomini trasportarono fuori qualche cannone etutti i fucili. C'erano anche moltissime donne.

<<Guarda Evelyn, c'è Pierre!>> esclamò Gabrielle agitando lebraccia. Pierre Laurent, suo marito. Corse nella marmaglia. Evelyntentò di fermarla. Era troppo pericoloso. Una volta che fu dentro lavide cadere a terra.

<<Gabrielle! Gabrielle!>> urlò Evelyn, ma la donna non sialzava. Si fece spazio a gomitate nella folla. E quando arrivòall'amica lo spettacolo che vide le fece provare un senso di nausea.La fronte di Gabrielle era stata sfondata, probabilmente dal calciodi un fucile. Era morta. Evelyn la tirò fuori dalla zuffaprendendola per le ascelle, rischiando che la calpestassero ad ognipasso. La trasportò all'aperto, dove si poteva vedere il cielo.Finalmente le nubi tempestose si erano allontanate.

Evelynchiamò Pierre, e quando il pover'uomo arrivò e vide il corpostraziato della moglie, ci mancò poco che svenisse. Era talel'orrore, che non riusciva a piangere, al contrario di Evelyn che nonriusciva a smettere.

<<Che... che è... successo...?>> balbettò l'uomo, impallidito.

<<Ti ha visto ed è corsa da te, ma è stata colpita dal calcio di unafucile per sbaglio e... e...>> farfugliò, ma non riuscì aconcludere la frase. Sì, per sbaglio, per uno stupido sbaglio. Peruna distrazione.

Allafine Pierre si chinò sul cadavere della moglie e finalmente pianse.

<<Prima Nicolas e ora tu... Oh Gabrielle, ora non ho più un motivo percombattere...>>

1789Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora