Due settimane dopo, Evelyn stava portando Alice al nido.
Non era affatto entusiasta della scelta, ma doveva fare buon viso a cattivo gioco: il costo gravoso della baby-sitter era decisamente troppo alto per il suo stipendio, che, tra bollette ed affitto, faticava a bastare. Quindi si era risolta di cercare un buon nido in famiglia, una struttura con pochi bambini e personale qualificato, che per quanto a sua volta oneroso, le permetteva di risparmiare un po'. Ne aveva girati alcuni, scartandone molti per sensazione a pelle o per lontananza; alla fine aveva trovato esattamente quello che cercava, ovvero una situazione familiare, serena, spaziosa, con ampia flessibilità di orario. Appunto il nido in famiglia dove stava andando, per la prima volta, con la piccola Alice.
Parcheggiò nell'area antistante alla struttura, che esternamente sembrava una abitazione privata, se non fosse stato per il giardino ghiaioso rallegrato da diverse strutture di plastica colorata, tra cui alcuni scivoli ed un piccolo castello.
Sospirò. Sperava di avere la stessa sensazione positiva di quando era stata lì la prima volta. Sganciò Alice dal seggiolino e la tenne in un braccio, mentre recuperava con l'altro la borsa del cambio, una confezione di pannolini ed una sacca di tela.
Destreggiandosi con tutto, suonò al campanello.L'atmosfera era serena e solare, ed Evelyn immediatamente ne fu rincuorata. Ad accoglierle fu uno degli educatori, quello con cui aveva parlato l'altra volta.
-Bentornata! E benvenuta Alice-sorrise il giovane, mentre la bimba si stringeva al collo di Evelyn, intimidita.
-Scusala, è molto timida con gli estranei- disse la ragazza.
-Non scusarti, è normale. Venite pure. Ti chiedo per favore di mettere i copriscarpe; Alice mi hai detto che cammina per manina?-
-Sì, deve ancora lasciarsi andare- confermò Evelyn seguendo il ragazzo.
La appoggio' a terra per infilarsi i copriscarpe, e subito Alice le si aggrappò ad una gamba, prendendo a piagnucolare.
-Ehi, Alice, va tutto bene. La mamma è qui con te- la rassicurò lei, saltellando e perdendo un attimo l'equilibrio.
La riprese in braccio ed entrarono nell'area vera e propria.
-Eccoci qua: loro sono quattro dei cinque compagnetti di Alice- sorrise il ragazzo, accennando ai piccoli che, in quel momento, sorvegliati dall'altra educatrice, manipolavano quella che aveva tutta l'aria di essere farina gialla.
Evelyn si sedette per terra a gambe incrociate, con Alice in braccio aggrappata come un koala.
-Speriamo che non ne faccia una tragedia- commentò la ragazza, scoraggiata.
-Non preoccuparti, è tutto nella norma. Finora è rimasta soltanto con te e con la baby-sitter, deve ancora conoscerci. Vedrai che tra qualche giorno, una volta presa confidenza, sarà incuriosita dalle attività e dai giochi- la rassicurò di nuovo il ragazzo.
Evelyn lo guardò interagire con gli altri bimbi presenti, rasserenata dai modi gentili ed affettuosi che entrambi usavano nei confronti dei piccoli ospiti.
L'educatrice era anche la proprietaria del nido, e chiacchierò con Evelyn, mettendola a proprio agio.
-Ho aperto un anno fa, e devo dire che sono molto contenta. È sempre stato il mio sogno poter lavorare coi bambini; sto studiando il metodo montessoriano, e mi piacerebbe molto applicarlo. Un po' alla volta sto inserendo alcuni cambiamenti, e devo dire che i genitori ne sono contenti, per cui proseguo per la mia strada- sorrise la donna, che si chiamava Mary.
Il ragazzo aveva accompagnato uno dei bimbi a lavarsi le mani, stanco della manipolazione della farina.
-Qui hanno tutti tra uno e due anni. Alice è una dei più piccoli, ma vedrai che è un bene, perché sarà stimolata ad imparare dai più grandi- le spiegò Mary.
-È strano vedere un educatore maschio; è una professione prevalentemente femminile questa, no?- Considerò Evelyn.
Mary annuì:
-Verissimo. Louis collabora con me da sei mesi. Sta seguendo un corso per diventare psicomotricista; lavora qui per mantenersi gli studi e rimanere nel mondo della scuola, anche se questi bimbi son piccoli per la sua area di interesse. È molto bravo, comunque-
Evelyn fu piacevolmente sorpresa da sua figlia, che finalmente mostrò un minimo di interesse per il gioco e la attirò vicino al tavolino.
Si riempirono di farina da capo a piedi e si divertirono moltissimo; come primo giorno, il bilancio fu sicuramente positivo.
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Never feel alone
FanfictionI Larry fanno da filo conduttore attraverso tre mini-long, intrecciate tra loro. Prima mini-long: Harry è un infermiere di Medicina fisica e Riabilitazione, e Louis viene ricoverato nel suo reparto a seguito di un incidente stradale. Seconda mini-lo...