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Le contrazioni di Eve erano ancora irregolari, e già il medico dava il tormento a tutto il personale. Eve li guardava con mute richieste di scuse negli occhi. Luke aveva proprio un caratteraccio a lavoro, Harry aveva ragione.
Con lei, era adorabilmente premuroso e tenero. Si sentiva coccolata ed amata, e si godette così le prime ore del travaglio.
Poi, verso le tre, iniziò il vero dolore.

-Ti prego..chiama Harry. Voglio voi due- chiese Eve, e Luke chiamò l'infermiere per avvertirlo.

-Ciao Harry, sono Luke. Non è ancora nato; Eve vorrebbe che tu la assistessi. Puoi farlo?-
-Certo. Arrivo-

Harry ebbe un deja-vu vedendo la pallida ragazza sul letto, in preda alla sofferenza.
-Ehi, come stai?- La salutò, vedendola illuminarsi al suo arrivo.
-Harry..ho un male cane. Tieni buono Luke, per favore- lo supplicò lei.
-Il tracciato com'è?-
-Normale. I battiti rallentano alle contrazioni; ora sono regolari ogni cinque minuti, ma sono solo a quattro centimetri-
-Ok. Ora stacchiamo tutto, vieni a bere un the e chiediamo se è libera una vasca-
-Harry..ti adoro! Te l'ho detto?! Grazie!-

Hemmings entrò come un tornado in sala infermieri.
-Harry! Che cazzo stai facendo?!-
-Ascolto i desideri di una madre, cosa che dovresti fare anche tu, dottore- lo gelò seraficamente l'infermiere versando il the caldo in un bicchiere e passandogli accanto per uscire.
Eve bevve il the, rinfrancandosi, ed in mancanza della vasca fece una lunga doccia calda, rilassandosi.
Luke si sforzò di essere silenzioso e non imprecare; ogni dieci minuti attivavano il tocografo per qualche minuto, accertandosi che tutto andasse bene. Si tenne in disparte, non partecipando alle chiacchiere ed ai silenzi di Eve ed Harry. Ad un certo punto si assentò, ed andò a telefonare a Michael.

-Luke. Come sta Eve?-
-Mike..ho l'angoscia. Sono due incoscienti-
-Luke..so a cosa stai pensando. Non succederà come a tua zia, ok? Siete in ospedale, sei lì con lei, ed al minimo pericolo la sala urgenze è pronta. Non preoccuparti, andrà tutto bene, ok?-
Luke annuì, con un groppo in gola. Come sempre, Michael aveva la capacità di capirlo al volo e centrare subito la questione.
-Grazie, Mike. Torno da loro-
-Avvertimi appena succede qualcosa. Arriverò lì immediatamente-
Rinfrancato dalle parole dell'amico, Luke si rasserenò e tornò dalla compagna.

Eve era particolarmente grata di avere Harry, ancora una volta, al proprio fianco. Il ragazzo aveva sposato la sua causa e la stava aiutando in tutti i modi possibili. Durante la pause tra una contrazione e l'altra cercava di confortare Luke, e rideva delle battute di Harry. Ad un certo punto Luke si assentò per qualche minuto, e quando tornò era lievemente rasserenato. Eve intuì che avesse chiamato Michael, e fu grata al ragazzo.

Poi, non ci fu più spazio per i pensieri. Si concentrò su sé stessa e si perse nel suo dolore, rimanendo a galla soltanto per la voce di Harry che la incitava, per la mano grande dell'infermiere a cui si aggrappava con tutte le sue forze, per la voce di Luke che arrivò come una benedizione:"ora spingi, tesoro". La sua mente fu ottenebrata da un istinto primordiale incoercibile. Il suo corpo reagì facendo quello per cui la natura l'aveva creata: con l'ultima dilaniante spinta, l'annullamento del dolore. Un attimo di smarrimento dell'anima, un senso di perdita. Le lacrime di Luke, che reggeva tra le mani un piccolo essere strillante. Il sorriso di Harry.
-Ce l'hai fatta, tesoro. Sei stata bravissima- le disse commosso l'infermiere.
-Grazie, amore- le mormorò un Luke evidentemente emozionato, appoggiandole sul petto il piccolo Michael Hemmings, che smise di piangere e cercò subito il seno.

Harry li coprì con una coperta per mantenerli al caldo, ed uscì per chiamare il pediatra e l'ostetrica di turno. Luke ed Eve rimasero soli. Eve gli accarezzò un braccio:
-Grazie, amore mio. Hai creduto in me. Ti amo-
-Farei di tutto per te.-
-Chiama Michael. Chiedigli se è pronto per diventare padrino- sorrise lei, tornando poi a guardare il piccolo esserino, ancora tutto sporco, appoggiato al suo petto.
-Non ancora. Restiamo ancora un po' qui, solo noi- la stupì lui.
Guardarono il piccolo Michael addormentarsi, mentre il cordone smetteva di pulsare. Il medico lo clampo' e lo tagliò, scherzando solo a metà:
-Mi trema la mano!-
L'ostetrica entrò e si occupò col pediatra del piccolo, mentre un'altra assisteva Eve nel secondamento.
Poi, Luke fece il bagnetto al piccolo, aiutato dall'ostetrica. Michael, Louis ed una Alice ancora in pigiama si presentarono davanti alle sale parto alle sette; poco dopo albeggio'. Li aveva chiamati Harry.
Mamma e figlio furono scortati dal personale in reparto di Neonatologia ed Ostetricia, mentre tutti si congratulavano col neopapà.
Eve era esausta, ma felice. Alice si era addormentata a fianco a lei, tenendo un dito nella manina del fratellino, che succhiava con vigore il colostro.
Harry entrò, e come sempre si meravigliò della bellezza di quella immagine. Una donna che allatta aveva qualcosa di sacro, secondo lui.
-Ehi-
-Ehi-
Harry si sedette sul bordo del letto, dall'altro lato rispetto ad Alice.
-È la tutina di Alice?- Sussurrò, accennando alla veste arancione del piccolo Michael.
Eve sorrise e scostò il figlio per fargli vedere il davanti della tuta, dove campeggiava un "mio zio è il più bravo chitarrista dell'universo" in chiare lettere, ed Harry scoppiò in una risata.
-Sarà un bambino molto amato- constatò, e lei annuì, riattaccando il piccolo al seno.

E così fu.

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