Prima parte -One

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Tabula rasa.

Questo era la mente di Harry, quella notte. I pensieri gli sfuggivano, non riusciva ad afferrarne nemmeno uno degno di nota; sconfitto, si alzò per versarsi del the, onnipresente nella cucina del reparto.

La cicalina era silenziosa ed i suoi colleghi erano stesi sulle sdraio in sala terapia, a vegliare sonnecchiando che nessuno avesse bisogno tra le tre e le cinque del mattino, orario al quale ci sarebbe stato il successivo giro.

Forse la sua mente era vuota perché quella era la terza notte in turno nel giro di dieci giorni; era stanco, il personale scarseggiava e il team di infermieri ed operatori era oberato da turni su turni; o forse era il pensiero di smontare notte e finalmente avere dieci meritatissimi giorni di ferie.

Harry sorseggio' la bevanda, assorto, mentre il silenzio del reparto venne interrotto dal suono di una cicalina che non era la sua.
Si alzò ed andò dal collega, sussurrandogli:
- Vado io, tanto sono già in piedi. Chi ha suonato?-
-Grazie Harry, ma è il 32.3, e' nuovo, non lo conosci- rispose il collega, alzandosi con una smorfia. La schiena, dopo quasi quarant'anni di servizio, era abbastanza dolorante; Ernest portava pazienza soltanto perché tra sei mesi sarebbe finalmente andato in pensione.

Harry lo seguì nel corridoio in penombra, lievemente rischiarato soltanto dalle luci notturne a schermo blu. Transitarono davanti alle tre stanze di Harry e della sua collega Lindsay, dedicate alle lesioni spinali, e si fermarono davanti alla stanza centrale delle tre di Ernest e Matt: la terapia semintensiva.

Il reparto di Medicina Fisica e Riabilitazione era suddiviso in tre unità, ognuna composta di tre stanze a quattro letti. Il settore A, quello delle lesioni spinali, era il più "leggero" dei tre, e vi soggiornavano pazienti con lesioni spinali stabilizzate ed in fase di recupero.
Il settore B era l'area semiintensiva, dove venivano collocati i pazienti uscenti dalla Rianimazione e dalla Neurochirurgia, a discreta criticità. Quello era il settore più "pesante" del reparto.
Il settore C era riservato alle lesioni cerebrali non più in fase acuta.
Tutti i pazienti dei settori A e C passavano per il B. Uscirne era per gli stessi e per i parenti fonte di grande sollievo, perché significava, nel lunghissimo ricovero in reparto, di uscire dall'area critica e ricominciare a rifarsi una vita, seppure con grandi o piccoli cambiamenti.

Harry ed Ernest entrarono alla luce della torcia, per non disturbare gli altri.
Ernest si avvicinò e spense il campanello:
- Cosa succede?- Sussurrò gentilmente, accendendo la luce sopra al letto.
Harry vide un ragazzo dalle gote arrossate e sudorante, coperto dal lenzuolo fino alla gola, con gli occhi azzurri spalancati. Era spaventato e sofferente.
- Ho un gran mal di testa- mormorò il ragazzo.
-Harry, mi andresti a prendere lo sfigmomanometro?- Chiese Ernest, scoprendo il ragazzo ed alzando leggermente la testiera del letto, dopo avergli infilato con cautela il busto. Harry andò a recuperare l'apparecchio e tornò al capezzale del paziente. Si sfilò dal collo il fonendoscopio ed infilò il bracciale per misurare la pressione al ragazzo, abbassandosi un po' verso di lui.
Sentiva i suoi occhi su di sé, e considerò mentalmente di avere pressapoco la sua età.
-Duecento su centodieci- comunicò al collega.
Ernest annuì, dicendo al paziente:
-Louis, penso sia meglio fare un cateterismo estemporaneo-
Il ragazzo annuì per quel che il collare del busto gli permetteva, con una smorfia.
Ernest ed Harry uscirono in corridoio per recuperare il materiale necessario; il collega mise al corrente Harry della situazione clinica del ragazzo.
-Lesione spinale incompleta C5-C6, lo opereranno per fissarlo a giorni, incidente in moto. Pare avere la sensibilità a tutti e quattro gli arti; ha la vescica neurologica da shock spinale-
-Prendi il Nefluan, che ha la lidocaina- gli consigliò Harry.
Ernest lo ascoltò, e tornarono i stanza.
-Ti chiami Louis?- Gli chiese.
Il ragazzo annuì.
-Io sono Harry. La tua vescica è troppo piena, ma non riesce a vuotarsi, per cui ti è venuto mal di testa e ti è salita la pressione. Ora la svuoteremo, vedrai che nel giro di qualche minuto starai meglio- gli spiegò, mentre Ernest apriva il set per il cateterismo.
-Porca puttana- sibilo' il ragazzo, mentre il collega più anziano praticava la manovra.
Harry, preso a compassione, gli prese una mano e gliela strinse.
Louis era rosso in viso e sudorante, ma anche in quello stato di miseria, Harry penso' che fosse davvero bello.
Il collega clampo' il catetere per evitare che, svuotando troppo velocemente la vescica, partisse un'emorragia.
-Inizi a stare meglio?- Chiese Harry.
Louis annuì, chiudendo gli occhi.
Ernest slaccio' la clip dopo un minuto, per poi clampare di nuovo.
-Caspita..eri davvero bello pieno- commentò Harry. Louis parve non aver sentito, perché non rispose. Continuò, però, a stringere la mano di Harry.
Dopo qualche minuto, finalmente, finirono.
-Che facciamo, lasciamo in sede?- Chiese Ernest, consultando il collega.
-Quali sono le disposizioni?-
-Facciamo cateterismi ad orario fino a che non sentirà autonomamente lo stimolo; poi faremo i post- minzionali.-
-Allora leva tutto-
Solo allora Louis aprì due occhi di ghiaccio sul giovane infermiere:
-Cazzo! Fa male-
-Lo so, Louis, ma per fortuna le cose evolveranno. È solo questione di tempo,ok?- Cercò di consolarlo Harry.
Non aveva mai visto occhi azzurri così freddi. Il giovane paziente lo inchiodò con il suo sguardo ceruleo, facendogli provare un brivido. Poi chiuse gli occhi, lasciando che i due infermieri facessero quello che dovevano fare senza interessarsene, come se il suo stesso corpo non gli appartenesse. Estraniandosi completamente.

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