UNO STRANO INCONTRO

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Inizialmente sistemammo il locale, lavando a terra e le tende, riordinando tutto e pulendo la cucina. Ci vollero un po' di settimane per riordinare tutto. Il signor Smith dipinse con le sue mani le pareti all'esterno di un giallo ocra, sistemò le finestre e comprò una porta di legno nuova. La casetta abbandonata era diventato un posto adatto dove fare uno spuntino. E che spuntino! Decisero di rinnovarsi, facendo nuovi menù e chiedendo anche miei consigli su cosa preferissero mangiare i ragazzi della mia età. Dopo che finimmo di sistemare, era il mio turno; dovevo passare alla pratica. Pensavo fosse più semplice il mestiere della cameriera. Molto più semplice di stare seduti davanti a una scrivania in ufficio, ad esempio. Credevo che portare quattro piatti nei tavoli giusti scritti con un numero su un foglio al bancone della cucina fosse facile, invece è un vero casino. Quando il signor Smith mi ha messo alla prova, inizialmente era molto paziente. Inanzitutto mi fece vedere la cucina, da cima a fondo perchè dice che un vero dipendente, che sia cuoco, cameriere o cassiere, deve conoscere perfettamente il proprio locale. Mi fece vedere ogni utensile, ogni stanza, persino lo sgabuzzino. Poi mi fece sedere a una sedia e mi disse:

-E adesso ragazzina, ti dirò quali sono le regole principali per evitare che ti sbatta fuori a calci a meno di un giorno di lavoro. Sappi che io, non do seconde possibilità.- disse velocemente.

Avevo intuito che era il mio capo, finora l'unico essere umano sulla terra ad essere riuscito a tenermi testa. E questo non perchè mi faceva paura, ma perchè desideravo tanto quel lavoro, sia per svago sia per non dover più chiedere soldi ai miei.

-La prima regola è eseguire gli ordini. Se dovesse succedere qualcosa, tu ti comporterai esattamente come ti dirò e mai di testa tua. Poi, dovrai essere gentile con i clienti e se loro ti diranno qualcosa sulla quale tu non sei daccordo o cose del genere, dovrai tacere e fingere di assecondare ciò che dicono. Sii garbata e mai maldestra, impegnati e fai questo lavoro con voglia. Lavora come se fosse un passatempo, qualcosa che ti piace fare e soprattutto divertiti.-

-Divertirmi? A lavoro?- chiesi con mezza risata.

-Sappi che i clienti quando venivano qui, non lo facevano solo per il buon cibo ma anche per l'ambiente. C'era musica, intrattenimento e i dipendenti parlavano e scherzavano con i clienti stessi. Anche noi quando il locale era conosciuto parlavamo con i clienti, erano nostri amici e conversavamo con loro in totale allegria. Quindi cara, divertiti, socializza perchè se questo lavoro lo fai per forza, non lo farai mai bene.- disse la signora educatamente con le mani unite appoggiate sulla pancia. Aveva sempre un viso luminoso, nonostante le piccole rughe sotto gli occhi e intorno alla bocca e i capelli color argento.

Io ero sempre più convinta che questi fossero toccati seriamente.

-Ovviamente servono le basi e la disciplina.- disse con voce severa il signore.

-Quindi ragazzina, cominciamo!-

Mi portò al bancone della cucina. Attaccato al muro c'era il menù del ristorante, con tutti i cibi che i cuochi avrebbero dovuto preparare, tra cui pasta, carne, rustici e altro. Avevo capito che quel locale era peggio di un supermercato, oltre che un ristorante era una pizzeria, insomma c'era ogni tipo di piatto. Il signore aprì da sotto un cassetto, prese un vassoio e me lo portò davanti. Era un vassoio abbastanza grande d'acciaio, pulitissimo, riuscivo quasi a specchiarmi. Poi prese pezzi di pizza e altro cibo vario e li mise nel vassoio.

-Ora io mi siederò in un posto nella sala. Mettiti il grembiule e portami quel piatto. Lavoriamo sull'andamento.-

Non sapevo che servisse "andamento" per essere una cameriera. Inizialmente pensavo fosse esagerato tutto quell'addestramento. Mi misi il grembiule che c'era all'angolo del bancone, me lo misi in fretta per non fare aspettare il signore. Mi legai i capelli velocemente in una stretta coda di cavallo, presi il vassoio e...stavo per cadere. Quel vassoio era pesantissimo, forse perchè era d'acciaio, forse per il cibo sopra o forse per entrambe le cose. Dovetti ritornare indietro e posare il vassoio. Sta volta lo presi con due mani e mi incamminai verso la sala. Non so se l'avessero notato ma stavo facendo uno sforzo enorme, tanto che appena arrivata al tavolo lanciai il vassoio e caddi a terra con le ginocchia. La signora che stava alla porta della cucina si mise entrambe le mani alla bocca mentre il signore scoppiò in una lunga risata e poi esclamò:

OLTRE LA PORTA: La Spada del ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora