TUTTO PIÙ CHIARO

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In un primo momento non ci ho dato molta attenzione, anche perchè ero abbastanza stanca, e l'unica cosa che volevo fare era dormire. Avevo sentito una specie di rumore provenire dalla finestra. Avevo pensato che fosse stato il vento, dato che lascio sempre la finestra aperta la notte. Aprii appena un occhio, tanto per accettarmi che non fosse caduto qualcosa o altro. Poi mi resi conto, che avevo appena visto la finestra chiusa. Proprio con la maniglia girata, fatto apposta. Cominciai a spaventarmi, e mi chiedevo se avessi dimenticato di aprirla ma non riuscivo a ricordare, anche se era mia abitudine aprirla prima di andare a dormire. Dopo un paio di minuti a riflettere, decisi di alzarmi per andare in cucina, per tranquillizzarmi e anche per bere un po' d'acqua. Levai velocemente le coperte e per la fretta non mi misi neanche le ciabatte. Accesi la luce, stavo per aprire la porta e nel mentre controllai la stanza quasi di sfuggita. Non riuscivo a spiegarmi perchè la finestra fosse chiusa, però dato che in camera era tutto normale preferivo non pensarci. Andai in cucina, bevvi un bicchiere d'acqua e tornai nella stanza. Mi misi a letto però dimenticai di aprire la finestra, dato che l'aria oltre da lì non passa da nessun'altra parte. Riaccesi la luce quando vidi un ombra passare e nascondersi dietro il legno del letto. Per raggiungere la finestra dovevo passare per forza di lì. Dire che ero terrorizzata è dire poco. Ero sicura di aver visto bene, purtroppo. Mi presi di coraggio e mentre a passi minuscoli mi avvicinavo alla finestra presi l'ombrello appogiato al muro. Mancava solo un piccolo passo per raggiungere il legno del letto quando vidi una persona rannicchiata proprio lì. Cominciai a colpire senza fermarmi quell'ombra, quando si alzò. Mi mise il palmo della sua mano in bocca per farmi tacere. Gli presi il gomito e lo gettai per terra. Ero molto spaventata quindi gli chiesi:

-CHI SEI?! COSA CI FAI QUI E CHE VUOI DA ME???-

-Smettila di urlare!- disse alzandosi da terra.

Appena parlò quella voce mi parve immediatamente familiare. Si tolse una specie di panno nero che gli copriva mezza faccia. Era semi girato, quindi appena si voltò verso di me vidi i suoi occhi.

-Ancora tu?! Mi spieghi cosa vuoi da me? Ora perfino in casa mi segui??-

-Wow! Ottima mossa! Come hai imparato a gettare a terra in quel modo?!-

Lo guardai rialzarsi e sistemandosi il lungo giubotto nero che portava e i capelli che gli erano finiti davanti agli occhi, ma che modestamente gli stavano da Dio.
Fece un sospiro e poi disse:

-I tuoi sono in casa?-

-No, torneranno verso l'una...avevano un impegno, non ne so niente.-

-Perfetto.-

-Ora mi spieghi qualcosa?-

-Si. Tanto per cominciare mi chiamo Loris.-

-Io Jennifer.-

-Lo so.-

-Ah sì? E come? Non ti ho mai visto in vita mia fino a quel giorno che sei venuto al locale. Sei uno stalker per caso?-

-Per fortuna no. Ti conosco molto bene Jennifer Johnson. Ti stavo venendo a prendere. Tu fai parte di qualcosa di molto, ma molto grande.-

-Ovvero?-

-Ti faccio una domanda..sai dell'esistenza di quella porticina nel tuo locale e a cosa serve?-

Mentre parlava cominciò a girovagare per la stanza, spostando oggetti sulle mensole e sulla scrivania.

-Si, la conosco. Però non so a cosa serva, ho provato a chiederlo ai miei capi ma non ne vogliono sapere di rispondermi. Ma...cosa stai cercando?- Milo lo guardava piegando la sua testolina nera da un lato. Gli feci un sorrisetto e lui venne e si accoccolò sulla mia gamba.

OLTRE LA PORTA: La Spada del ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora