Mi alzai fissando il vuoto per qualche secondo senza dire una parola con le lacrime agli occhi. Sapere che i miei mi avevano mentito per tutto questo tempo mi spezzava il cuore. Avevo solo questo pensiero in testa, in secondo piano mettevo le parole della signora Miriam. Tornai a casa, non guardando nessuno negli occhi, ma solo il pavimento bagnato dalla pioggia. Il vento freddo mi congelava le lacrime sulle guance e mi rendeva ancora più secche le labbra, che non riuscivo nemmeno a muovere. Sbattevo le spalle con le persone davanti a me o con chi mi passava di fianco, ma non ci davo attenzione, ero troppo arrabbiata e sconvolta. Non riuscivo a mandare giù che mi avevano preso in giro, trattandomi da bambina, dimostrandomi con la loro indifferenza che di me non gliene importava proprio niente.
Tornai a casa. Sbattei la porta quando la mia finta madre mi corse dietro, alzandosi dal tavolo della cucina:
"Tesoro. Cosa è successo?"
"Lasciami in pace." esclamai cercando di asciugarmi le lacrime.
Venne e mi fece girare di spalle verso di lei dicendo:
"Ehi, cosa succede Jennifer?" il suo tono cominciava ad essere serio e preoccupato, come mai avevo sentito.
"Forse è l'unica volta in sedici anni che mi chiedi cosa succede."
"Andiamo Jennifer...che è successo? Muoviti che devo tornare a lavorare.."
Quelle ultime parole mi misero una rabbia dentro che non avevo mai provato in vita mia.
"Devi tornare a lavorare?! Com'è possibile che sei talmente egoista da non poter lasciare il lavoro un attimo e concentrarti su di me?! Porca troia, sono tua figlia, ah no, giusto... Io non sono tua figlia dato che mi avete mentito per tutto questo tempo non dandomi neanche un segnale d'affetto. Credi che io non lo sappia? Tu non sai niente di me, preferisci uscire con le amiche o stare ore al computer a lavorare che passare una serata con me o andare a pranzo insieme, anche solo una volta, avrei voluto questo, perchè quando avevo bisogno di te, di voi, avevate altro da fare e non ve ne siete nemmeno accorti. Non sai quanto ho desiderato averti accanto quando stavo male, quanto avrei voluto il bacio della buonanotte e una spalla su cui piangere. Un abbraccio da mamma ogni tanto, un "tutto apposto vero?" quando mi vedevi un po' giù, ma tu no, sempre troppo presa da altro, tutto ciò che non ero io. Neanche al mio compleanno stavi con me, da bambina, passavo ogni compleanno da sola perchè eravate troppo impegnati per concentrarvi sulla figlia che avete deciso di adottare, sfortunatamente però, dato che non mi potevano capitare genitori peggiori, egoisti e senza cuore come voi due!-
Mentre parlavo, gli occhi di mia madre adottiva, si riempivano di lacrime guardandomi con stupore. Quando finii di urlare e di dire tutto ciò che avrei sempre voluto sbattere in faccia, me ne andai in camera salendo le scale sbattendo i piedi. Mi chiusi in camera e non scesi neanche per cenare. Stesi a letto a pensare a tutte le parole della signora.
Milo non smetteva di guardarmi, con quegli da cucciolo e la testa china da un lato come se volesse chiedermi cosa stesse succedendo. Lo presi in braccio e me lo misi accanto, accarezzandogli la testa per fargli capire che era tutto okay.
Non sapevo come gestire questa cosa, più grande di me, non mi sentivo praticamente nessuno. Preferivo pensare che tutto fosse una sciocchezza e che non ci fosse nessun "destino" che mi attendesse. D'altronde non sapevo che fare, nè da dove cominciare. Verso le nove di sera mi venne fame, dato che non scesi a mangiare; non avevo nessuna voglia di vedere quei due. Speravo che non ci fosse nessuno in cucina, e così fu. Dopo un po' che tornai in camera, mia madre entrò senza nemmeno bussare. Mi girai di colpo."Vattene." dissi senza neanche guardarla.
"Sono venuta qui per parlarti, per parlare. E non me ne andrò finchè non lo avremo fatto."
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OLTRE LA PORTA: La Spada del Paradiso
FantasyPRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA. La vita di Jennifer Johnson, una ragazza di 16 anni con genitori indifferenti e pochi amici, sta per cambiare completamente, quando lavorando come cameriera all' "Every Food" scopre un passaggio che la porterà direttamen...