LEGAME DI SANGUE

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Entrammo nel castello a passo talmente veloce che sentii bruciare i muscoli dei polpacci. Buce era dietro di me, e continuava a tenermi da un braccio come se mi stesse appena mettendo in castigo o fossi una criminale. Beh, forse...ne ero una specie? Gli avevo mentito, questo è chiaro. Ma gli avrei parlato subito, se quei cosi non fossero entrati nel campo. Per colpa mia. Come avrei potuto giustificarmi? Dal tronde anche lui aveva le sue colpe. Anche se non aveva nulla a che vedere con me, lui aveva mentito sia a me, sia a tutti i chiamati che erano arrivati e chissà a quanti altri. Loris ci seguì, cercando di far calmare Buce e dicendogli di non prendere decisioni affrettate, ma lui lo ignorava continuamente. Mi ricordai di quando mi disse che "le decisioni si prendono insieme" e che lui non era proprio il capo di tutto, e speravo vivamente che fosse realmente così. Era infuriato ed io ero più che preoccupata. Entrammo in una stanza che finora non avevo mai visto, una specie di salone con finestre grandi e dalle vetrate rettangolari, le tende bianche, la scrivania trasparente e i vari oggetti sparsi sulle sedie di legno e le varie coperte e cuscini sul divano. Accanto al divano c'era una poltrona fiorata vecchia e ingiallita, su cui c'erano dei libri e un paio di occhiali. Il cielo grigio come se stesse per piovere, dava alla stanza un colore argenteo, e illuminava il viso di Loris facendogli diventare gli occhi color acciaio. C'era un gran odore di libri e cuoio. Se mi avessero bendata avrei sicuramente detto che fossi appena entrata in una biblioteca. Buce sbattè la porta, appena dietro di noi,  ma non parlò.

-Posso spiegarti.- gli dissi di getto, mentre mi giravo a guardarlo. Si mise due dita alle tempie, con un'espressione sofferta, come se avesse un gran mal di testa. Si sedette sulla poltrona fiorata, spostando il libro e mettendosi gli occhiali alla camicia. Si alzò di nuovo, e sta volta mi guardò fisso negli occhi.

-Come hai fatto a fare...quella cosa?- disse con voce spezzata, appogiandosi coi palmi delle mani alla scrivania.

-Non ne ho la più pallida idea.-
Respirava fatica, era irrequieto, e continuava a battere un piede al pavimento e a muovere le dita sul tavolo di vetro.

-Tu...sei la figlia perduta di Breanna?- Fece a stento a finire, interrotto da Loris. Aveva detto quella frase come se non fosse precisamente una domanda, più che altro come se fosse qualcosa che era così ovvia che però non riusciva e non voleva credere.

-Sì.- disse. -L'ho portata io al campo, e ho avuto la conferma che è lei. È lei la figlia della Cacciatrice. Ha il Marchio, è similissima a lei e hai visto tu stesso cosa è in grado di fare. - Parlava di me senza guardarmi, indicandomi solo con la mano.

-Non è possibile...tu dovresti essere nel Primo Mondo. E tua madre non è neanche una discendente del Rombo, non puoi essere sua figlia!-

-Io non sapevo di essere chi in realtà sono! E ho sempre voluto dirtelo Buce, l'avrei fatto sta mattina se non fosse successo...- non mi uscì la parola più giusta. Ma Buce non lo notò. Mi bloccò il rumore della grande porta della stanza che si apriva. Si spalancò. Erano Cindy e Maria. Mi guardarono sbalordite, con il trucco di entrambe sbavato e alcune lame alla cintura.

-Jennifer!-
Corsero verso di me, e Maria mi abbracciò mentre Cindy si assicurò con gli occhi che stessi bene. -Ma che cosa...che cosa hai fatto là fuori?- chiesero entrambe con parole diverse che quasi non capii.

-Non lo so...io..-

-Hai "polverizzato" quei mostri...- disse Cindy. Buce, che ancora si reggeva con le mani alla scrivania, le lanciò un'occhiata torva, ma lei non se ne accorse. Credevo che fosse arrivato il momento di dirglielo. Non aveva senso mentirgli.

-Poi vi spiegherò tutto, promesso.-

-Non potete spiegarci tutti e tre adesso?- disse con una punta di rabbia Maria. Grazie alla luce chiara di quella mattina si vedeva il suo neo marrone scuro sopra la clavicola, il quale la distingueva da Cindy. Di diverso non avevano chissà che, ma da vicino era facile distinguerle. Buce ebbe un sussulto come se fosse sul punto di scoppiare.

OLTRE LA PORTA: La Spada del ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora