VETRO CHE CROLLA

58 8 0
                                    

L'aria si era fratta irrespirabile, come se non ci fosse. Non riuscivo a guardare davanti a me, come se stessi guardando un film horror e non riuscissi a guardare la scena più raccapricciante. Eravamo rimasti io, Madame Valentine e Loris. Un trio che non riusciva a spiccicare una parola. Per istanti che sembrarono anni, mi sentii arrossire le guance, fino a sentirmele scottare, mi sentivo le labbra secche e gli occhi evitavano lo sguardo di Madame Valentine. Sentivo la pesantezza del suo volto su di me, un incudine di stupore che avrei dovuto guardare e affrontare prima o poi...o meglio, nell'arco di pochi secondi. Fuori sentivo il vento aumentare come un soffio fatto con più insistenza. Colpì la vetrata della finestra accanto al bancone, facendoci sussultare tutti e tre e girare la testa con indifferenza, e mi costrinse ad incrociare lo sguardo di Madame Valentine. Era piegata leggermente in avanti, con una mano appoggiata al bancone come per sorreggersi e l'altra col gomito piegato, ancora con l'indice che mi indicava anche se più ritratto. Quando alzai la testa e tirai su col naso, sentii l'odore del latte bollente mischiato al marmo freddo su cui era stato rovesciato. Ebbi un coniato di vomito. Non mi era mai piaciuto il latte. Loris accanto a me muoveva la testa, cercando di spronarmi per spiegare tutto, perchè, a quanto avevo notato, Madame Valentine non aveva parole. Sembrava bloccata su di me, con chissà quale ronzio in mente. Mi ricordai delle mille domande che mi facevo pochi giorni fa, quando venni a sapere la verità in un lampo non dandomi neanche il tempo di rendermene conto. A un certo punto si sbloccò, sbattendo gli occhi e spostando gli occhi velocemente sul pavimento su cui era sparso il latte tutto in una chiazza bianca. Si girò mettendosi le mani alle guance.

-Oh cielo! Che disastro.- esclamò.
Andò in magazzino, dal quale dopo un po' riapparve con il bastone di una scopa, uno straccio e un secchio verde, che odorava di chiuso e detersivo. Lo mise nel lavello aspettando che si fosse riempito d'acqua. Dopo, versò del detersivo di un liquido rosa dentro, facendo salire delle bolle di sapone. Lo mise a terra, bagnò la pezza col miscuglio all'interno del secchio, la strinse e lo passò col bastone nella grande chiazza di latte appena sotto il bancone.

-Mi devi una tazza di latte.- mi disse senza neanche guardarmi.

-Madame Valentine, io..." cercai di trovare le parole -non lo sapevo fino a qualche giorno fa. E te l'avrei detto, ma ti ho conosciuto solo sta sera e...-

-Non sono arrabbiata con te.- disse appoggiando la guancia sul manico. La guardai perplessa.

-Io conoscevo bene tua madre, Breanna. Era una ragazza d'oro. E non solo per tutte le qualità che possedeva. Era...meravigliosa..- gli occhi di Madame Valentine si riempirono di lacrime. -Era diventata, come una figlia per me. Poi arrivò quel maledetto giorno, in cui l'hanno portata via.- Continuava a parlare lentamente, dove in mezzo alle parole emetteva singhiozzi e tirava su con il naso. -Avrei voluto cercarla, credimi Jennifer. Quando ebbe te, era la persona più felice del mondo, quando un istante dopo si ritrovò chissà dove, nelle tenebre, tra le grinfie di Jonkesper.- Si avvicinò a me e mi accarezzò il viso con delicatezza, come una piuma leggera e soffice. -Sei così simile a lei...- strinse le labbra portandosi una mano al petto come se avesse potuto fermare le lacrime che si stavano raccogliendo negli occhi scurissimi. -Hai gli stessi occhi, gli stessi lineamenti...- avrebbe voluto continuare ma sembrava che le parole non ne volevano sapere di uscire. Tirò su col naso, e tornò e strofinare il pavimento quasi pulito.

-Non c'è modo di andarla a prendere?- dissi con un sospiro.

-Non ne ho idea. Le tenebre e il regno del male è immenso, è impossibile trovarlo. Jonkesper ha un regno invisibile per non farsi riconoscere da vampiri, Figli della Luna, creature della foresta e soprattutto, da noi."

-Non c'è modo di trovarlo? Voglio dire, dovrà pur essere da qualche parte, disegnato in qualche mappa o scritto in qualche libro antico.- disse Loris indignato al posto mio, il quale non aveva spiccicato una parola fino a quel momento.

OLTRE LA PORTA: La Spada del ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora