ALLYSON'S POV
<<Hey babe, ci sono io, non preoccuparti.>> mi dice Harry. Gli incubi erano spariti da qualche anno ormai, ma ora per colpa di Zayn sono tornati.
<<Vuoi un bicchiere d'acqua?>> mi chiede gentilmente.
<<Ehm..si grazie.>> gli dico.
Quando ritorna nella stanza con l'acqua me la porge e mi dice <<E' per colpa di Zayn?>> capisco che si riferisce all'incubo che ho appena avuto.
<<No..>> gli rispondo.
<<E allora cosa?>> mi chiede. Lo vedo che è preoccupato ma non voglio raccontargli tutta la storia, non sono ancora pronta.
<<Harry, non sono cose che ti riguardano.>> gli dico in modo un po' brusco. Immediatamente si acciglia.
<<Non ti fidi di me? Lo sai che mi puoi dire tutto, siamo... ehm... amici.>> lo dice in un modo talmente strano per lui che decido di raccontarglielo. Magari mi farà bene dirlo a qualcuno no?
<<Se te lo dico giurami che non ne farai mai parola con nessuno.>> gli dico in modo minaccioso.
<<Croce sul cuore.>> mi dice mentre si disegna una croce immaginaria sulla parte sinistra del petto come si fa da bambini.
<<Allora... avevo undici anni circa, un giorno mio padre era appena arrivato dal lavoro ed era incazzato, mia madre credo che fosse andata a fare la spesa; mi chiese di andarmi a sdraiare sul letto, io non capivo, credevo volesse giocare a farci il solletico come facevamo spesso ma quelle non erano le sue intenzioni, mi chiese di spogliarmi e quando vide che non lo feci mi tirò uno schiaffo. Mi strappò via i vestiti e..>> inizio a piangere fra una parola e l'altra.
<<Mi disp..>> inizia a dire Harry, ma lo interrompo.
<<Fammi finire. Questa cosa andò avanti per un anno e mezzo: mi picchiava, mi diceva che ero brutta, che non meritavo di vivere, mi diceva anche che quello che lui mi faceva era una punizione per quello che ero. Io ci credevo, ero piccola. Soffrivo e soffro tutt'ora di bassa autostima. Mia madre era all'oscuro di tutto ovviamente. Mio padre iniziò a drogarsi, mia madre non capiva perchè i soldi in casa sparissero; io lo sapevo ma non glielo potevo dire o lui mi avrebbe punita severamente. Ogni volta prima di sfruttarmi, mio padre si ficcava una siringa nel braccio e mi obbligava a prendere una pastiglia, mi diceva che con quella sarei stata meglio e che ci saremmo divertiti di più. Un giorno mia madre ci beccò, denunciò mio padre e fu condannato a vent'anni di galera, però lei si sentiva in colpa. Le dispiaceva di non essersene accorta prima, diceva di essere una pessima madre; i sensi di colpa la stavano logorando e trovò conforto nell'alcol, provò più volte a suicidarsi, un giorno tornai a casa da scuola e la vidi lì, per terra, intorno a una pozza di sangue. Gli assistenti sociali mi affidarono ai miei nonni materni, in pratica mi hanno cresciuta loro e gli sono legatissima. A scuola tutti mi prendevano in giro: dicevano che mia madre era morta e l'aveva uccisa mio padre per colpa mia; per questo nessuno voleva avere a che fare con me. Ho passato tutti gli anni del liceo sempre sola. Non avevo amiche e non ho mai avuto un ragazzo, così ho deciso di cambiare e sono venuta qua a New York per avere una vita diversa, per lasciarmi tutto alle spalle.>> gli spiego tutto, ogni cosa. Durante il racconto vedo come il suo viso passa da confuso, a dispiaciuto e in alcuni momenti anche ad incazzato. Vedo come mi guarda in modo diverso, come per compassione; ecco perchè non l'ho mai detto a nessuno...non voglio essere compatita.
<<Allyson è terribile, mi dispiace tanto.>> mi dice asciugandomi le lacrime cadute durante il "racconto".
<<Non voglio che provi compassione per me, sono sempre io: quella che conosci e che non sopporti>> gli dico passandogli una mano sulla guancia e facendo un mezzo sorriso.

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I'm yours. {h.s.}
FanfictionAllyson è una ragazza di 18 anni che sta per andare al college. Ha avuto parecchi problemi in passato e si aspetta che tutto cambi andando in un'altra città fino a quando incontra un ragazzo, Harry. I due diventeranno amici, ma resterà così per sem...