Harry era nella sua stanza ormai da un ora piena, dopo la cena Anne e Des, i suoi genitori, ancora non avevano smesso di litigare, era diventato insopportabile. Tutto. Harry sapeva che prima o poi avrebbero divorziato e per quanto odiava ammetterlo aspettava quel momento da tanto tempo.
Era ormai da mesi che la storia andava cosi, si litigava. Urla e rumori provenivano dalla cucina, Harry era spaventato da quello che sarebbe potuto succedere. Quel litigio non sembrava come gli altri. Forse perche questa volta, al contrario delle altre, la causa del litigio era lui.
*-*-*
Un ora prima, durante la cena...<< Allora Harry, come è andata oggi a scuola?>> Chiese gentilmente Anne a suo figlio. << Come sempre, nessuno mi ha interrogato e il compito di matematica è andato bene>> rispose Harry. Mentendo. Lui quel giorno non era andato a scuola come il giorno precedente e l'altro ancora. I suoi genitori non sapevano che Harry in verità era vittima di bullismo ormai da quasi due anni e spesso quando era in condizioni davvero insopportabili non resistendo e sentendosi in colpa si autolesionava.
Lui era solo, non aveva amici e non aveva una ragazza, tutti lo prendevano in giro perche un giorno baciò un ragazzo, Nick, che subito dopo gli diede un pugno, tutti lo prendevano in giro perche era gay.
Anne in seguito rispose << Beh in verità mi ha chiamata la preside, dice che è da tre giorni che non ti presenti a scuola e le sembra strano perché ieri mi ha vista mentre ti accompagnavo fuori il cancello, puoi dirci cosa succede?>> Mentre Anne parlava cercava di mantenere la calma per non spaventare Harry e cercare di avere una spiegazione sensata.
Harry incominciò ad entrare nel panico, non aveva mai pensato ad una scusa da dire se i genitori l'avessero scoperto, gli incominciarono a sudare le mani, non riusciva a mantenere lo sguardo serio della madre e del padre e ad un certo punto incominció a cedere.
<<Perchè non voglio, lì mi odiano per quello che sono>> bisbigliò con voce appena udibile
alzò la testa e incontrò lo sguardo interrogativo della madre
<< Che cosa significa che ti odiano per quello che sei? Che cos'hai di diverso da loro?>> disse Anne
<< Che cosa stai cercando di dirci Haz?>> S'intromise Des
A quel punto Harry cedette completamente, pensava che i genitori lo avrebbero accettato per quello che era sapeva che il padre era omofobo, ma credeva che essendo suo figlio avrebbe fatto un "eccezione" e incomiciò a spiegare << Io ho baciato un ragazzo un po di tempo fa e...>> si bloccò , dirlo ad alta voce non era come quando se lo ripetava in testa. Era strano, una sensazione stranissima, gli mancò il respiro.
<<...io penso ...di...di essermi innamorato di lui>>
A quel punto Des cambiò completamente espressione, aveva il bicchiere in mano, stava per bere, ma lo lasciò cadere a terra facendolo frantumare in mille pezzi.
<<Harold, tesoro, potresti andare un attimo in camera tua?>> Harry dopo quella domanda si alzò e senza replicare si affrettò a raggiungere la sua stanza.
*-*-*
Dopo aver sentito un rumore abbastanza acuto proveniente dal piano di sotto Harry decise di andare a vedere cosa stesse succedendo, si alzò dal suo letto e camminando lentamente si avviò verso la cucina. La porta era chiusa, la stava per aprire quando qualcosa dentro la sua testa lo fece ripensare e tornò nella sua stanza decidendo di dormire.---
<< Harry, svegliati , forza, è tardi>>
Disse Anne cercando di svegliare suo figlio dal suo sonno profondo.Finalmente Harry aprì i suoi splendidi occhi verdi e si stiracchiò un pò.
<< Mamma, che ora è? E poi perche hai quel cerotto sul viso?>> disse harry , ma gli bastarono pochi secondi per collegare le cose e capire che era stato il padre.<< E' stato papà vero? Ora dov è? Cos'altro ti ha fatto? È tutta colpa mia, scusami mamma io..>> Harry incominciò ad allarmarsi ma venne fermato da Anne
<< Mentre dormivi ti ho preparato le valigie, domani partirai per Doncaster, ti ho prenotato una casa, ti spedirò soldi ogni mese per mantenerti ormai hai diciotto anni puoi avere una vita indipendente, non
puoi restare qui, tuo padre è incontrollabile, mi dispiace così tanto harry , ma devi andartene il più possibile lontano da qui>> Harry sentì le lacrime accumularsi negli occhi e minacciare di uscire, ma cosa stava dicendo la madre? come poteva lasciare Holmes chapel, la sua città, per andare a Doncaster un luogo che aveva solo raremente sentito nominare? È vero aveva diciotto anni ma nella sua testa si sentiva ancora un bambino indifeso<<Mamma ma cosa dici? Io non posso andarmene da qui, e poi non posso lasciarti qui, sola, con lui>> Harry sentì una lacrima scendere quando rivide il segno che aveva sul viso la madre
<< Non preoccuparti per me, abbiamo gia deciso, divorzieremo presto, tu devi incominciarti a preparare perchè partirai domani mattina presto e la notte la trascorrerai da zia Elen qui non puoi restare, tuo padre è davvero molto arrabbiato e ho paura che possa succedere qualcos'altro>> Anne non era affato omofoba e non voleva assolutamente vivere con un uomo che non accettava suo figlio
Harry si alzò dal letto e dopo aver guardato per qualche secondo la madre prese un paio di jeans neri skinny con strappi sulle ginocchia, una maglietta bianca, una felpa e si diresse verso il bagno.
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La mattina seguente appena si svegliò sul divano di casa della zia e non sul suo comodo letto tutti i ricordi della sera prima riaffiorarono nella sua mente e quasi pianse.Verso le 8.30 era pronto, era in macchina con Elen ed erano quasi arrivati alla stazione. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto li una volta arrivato e di come si sarebbe ambientato, l'unica cosa che lo rassicurò per una minima parte era il pensiero che almeno avrebbe cambiato scuola e magari sarebbe stato più fortunato. Il nuovo (probabile) incubo stava per iniziare.
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Non Dimenticarmi (Larry Stylinson)
FanfictionHarry, dopo la separazione dei suoi genitori, è costretto a trasferirsi a Doncaster dove incontrerà Louis che si rivelerà la persona che ha sempre cercato nei suoi sogni. Harry sembra finalmente felice ed incomincia a godersi la sua vita quando impr...