-twenty eight-

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Era così bello per lei. Di più di quanto se lo ricordasse, di più di quanto se lo era immaginato. La tensione dell'attimo prima, di quando l'aereo stava atterrando sulla pista di Adelaide, era svanita e, al suo posto, c'era solo felicità resa più intensa da lacrime salate. Ancora Shyla stentava a crederci: era tra le braccia del suo migliore amico, dopo un anno e mezzo di attesa, erano finalmente uniti, insieme, una cosa sola. Rimasero abbracciati per molto, molto tempo, all'aeroporto, non curandosi dei passanti che li fissavano addolciti, interessati dai loro pianti, carezze, strette. Una storia come quei due amici, chi non voleva viverla? Chi non voleva dimostrare che la distanza era solo un numero? Loro erano la prova che l'amore non conosce distanze, che se due cuori sono vicini nulla può allontanarli.

Shyla accompagnò a casa sua Calum. Lo fece conoscere ai suoi genitori, alle sue due sorelle Caroline e Elly. Erano contente di vedere il volto di chi illuminava le giornate di Shyla. La madre della ragazza sorrideva, ricordando i momenti passati, da giovane, col marito, il quale, era un po' geloso e turbato dall'arrivo di Calum, ma che, tuttavia, era sereno nel vedere la propria figlia con un sorriso ampio sul viso.

Quando, i due migliori amici, entrarono nella stanza di Shyla, si riabbracciarono e piansero ancora. Non riuscivano a realizzare che avevano potuto mischiare i loro profumi, i loro pianti, le loro risate, le loro braccia. Si buttarono sul letto e rimasero uniti fino a sera, raccontandosi come passavano le giornate tentando di scordare che erano distanti, dormendo un po' mettendo in ordine le proprie emozioni. Shyla si era innamorata dei modi di fare di Calum: di come la sua risata risuonasse così perfetta, del suo respiro pesante mentre riposava, dei suoi occhi che si ristringevano a due fessure quando sorrideva. Non aveva mai visto tanta bellezza concentrata in una sola persona, nemmeno dei suoi precedenti ragazzi pensava una cosa del genere. Non provava sentimenti forti per Calum. Era solo dannatamente contenta che lui fosse lì, con lei. Non voleva sprecare un solo minuto, o secondo che sia. Lei lo fissava, costantemente, voleva fotografare ogni singolo momento con lui e immortalarlo bene nella sua memoria.

La sera, quando normalmente la gente dorme, loro uscirono per le vie della città. Mano nella mano come due fidanzati. Shyla mostrò a Calum l'asilo dov'era cresciuta, dove aveva avuto il primo amore, poi la scuola elementare, le medie e il suo liceo. Gli mostrò il suo parco dove si rifugiava sempre a leggere, dove scappava dalla realtà che, la maggior parte delle volte, la opprimeva. Lo portò, infine, sul suo pezzo di spiaggia preferito. Le stelle riflettevano sulle lievi onde del mare scuro.

-Quando ti scrivevo che ero a letto, che stavo per andare a dormire, in realtà ero qui. Ero qui a osservare l'orizzonte, a chiedermi come sarebbe stato se tu fossi stato accanto a me.- Spiego lentamente Shyla stringendo di più la mano del suo migliore amico. Lui la guardò. I capelli le svolazzavano davanti al viso, rendendola più bella. Senza pensarci più di tanto la strinse fra le sue braccia.

-Anche io facevo lo stesso. Mi sedevo sulla sabbia della spiaggia di fronte alla quale mi hai parlato per la prima volta.- Lei sorrise tra il tessuto della canottiera di Calum. Pensò che erano così simili.

Pensò che erano perfetti insieme.


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