-sixty one-

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-"Dove stai andando adesso?!" Urlò esasperata sua madre, rincorrendo il figlio fino alla porta d'ingresso.

-"Non sono affari tuoi." Disse semplicemente lui, con tono calmo e privo di emozioni. Quella risposta così gelida, pietrificò la donna che decise di rinunciare a fermarlo, come, ormai, succedeva da mesi. Si lasciò andare sul divano, piangendo. Calum non la guardò nemmeno: prese la sua felpa grigia e uscì di casa. Si diresse verso il bar che era solito frequentare con Claire, la sua fidanzata, così si ostinava a definirla, perché lei assomigliava fisicamente a Shyla e, questo, lo aiutava a sentirsi meno distante da lei. Aveva iniziato a bere per via di una stupida scommessa coi suoi amici e, ora, lo aveva preso come vizio.

-"Una bottiglia di birra." Istruì al barman mentre si appoggiò al bancone stancamente. Erano diverse notti che non dormiva, perché l'orgoglio lo stava logorando. Voleva chiamare Shyla e dirle tutto ciò che il suo cuore provava realmente, ma non ci riusciva. Quando ebbe pagato il suo veleno, s'incamminò sulla sua spiaggia preferita. Iniziò a camminare sulla riva, lasciando che i suoi piedi venissero accarezzati dalle onde del mare. Gli scappò una lacrima che scivolò veloce sul suo viso, e finì a terra. Dentro di sé pregava la sua migliore amica di risparmiare più soldi nel minor tempo possibile: aveva bisogno di lei, non della sua copia, aveva bisogno dei suoi baci, non delle sue imitazioni, aveva bisogno solo, ed esclusivamente, di Shyla Parker, la ragazza di cui era innamorato dall'estate in cui si erano incontrati.

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