CAPITOLO 15

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Lunedì 3 settembre 2012

7:20


Non lo tiro fuori spesso, ma per qualche ragione oggi ne ho voglia.

Credo che aver parlato del mio passato con Cameron, sabato, mi abbia reso un po' malinconica.
So di avergli detto che non cercherò mai mio padre, ma a volte sarei curiosa.
Non posso fare a meno di domandarmi come fa un genitore a crescere un figlio per qualche anno e poi semplicemente darlo via. Non lo capirò mai, e probabilmente non ne ho nemmeno bisogno.
Per questo non insisto. Non ho mai fatto domande a Karen. Non cerco mai di separare i ricordi dai sogni e non mi piace tirarli fuori... neanche di questo ho bisogno.

Tiro fuori il braccialetto dalla scatola e lo indosso, non so chi me l'abbia dato, e a dire il vero non me ne importa molto.
Immagino che nei due anni di affidamento mi siano arrivati tanti regali dagli amici, ma quello che distingue questo dagli altri è il suo legame con l'unico vero ricordo che abbia di quella vita.
Il braccialetto testimonia che quel ricordo non è un'illusione e sapere che è vero in qualche modo prova che sono stata un'altra, prima di essere io.

Una bambina che non ricordo.
Una bambina che piangeva sempre. Una bambina che non assomiglia affatto alla ragazza che sono oggi.

Prima o poi dovrò buttare questo braccialetto. Ma non oggi: oggi mi va di indossarlo.

Ieri io e Cameron abbiamo deciso di prenderci un attimo di respiro e dico respiro perché sabato sera respirare è stata un'impresa.

E poi Karen sarebbe rientrata e l'ultima cosa che volevo era presentarla al mio nuovo... quello che è, insomma.

Non abbiamo ancora dato un nome al nostro rapporto. Non ci conosciamo abbastanza da poter dire che è il mio fidanzato, considerato anche il fatto che non ci siamo nemmeno baciati.
Ma se, per esempio, penso alle sue labbra su quelle di un'altra divento una belva.
Perciò, che stiamo uscendo insieme o no, ho deciso di proclamare l'esclusività del nostro rapporto.
Ma potrò farlo senza nemmeno avergli mai dato un bacio? E per lui anch'io sono esclusiva?

Scoppio a ridere forte. Cioè: lol.

Quando mi sono svegliata, ieri mattina, ho trovato due messaggi.

Sto iniziando a prenderci gusto.

Ogni volta che mi arriva un SMS vado un po' su di giri, posso solo immaginare quanta dipendenza creino Facebook e le e-mail e tutte le altre diavolerie tecnologiche.

Uno era di Six, un elogio delle mie doti di cuoca, seguito da precise istruzioni su quando e come chiamarla domenica sera dal suo telefono di casa per aggiornarci su tutto.
Abbiamo parlato per un'ora e lei è rimasta stupita almeno quanto me scoprendo che Cameron non è affatto la persona che ci aspettavamo.
Le ho chiesto di Lorenzo e sono scoppiata a ridere perché non sapeva nemmeno di chi stessi parlando.
Mi manca molto e mi scoccia che se ne sia andata, ma si sta divertendo e sono felice per lei.

Il secondo messaggio era di Cameron.
Diceva solo:

'Che palle doverti vedere a scuola lunedì. Non mi va per niente.'

Il culmine della mia giornata era andare a correre, ma ora è stato sostituito dal ricevere insulti da Cameron.
E a proposito di correre e di Cameron: non andiamo più insieme.
Dopo una sfilza di messaggi, ieri abbiamo deciso che sia meglio non farne un appuntamento fisso perché sarebbe troppo e troppo presto.
Gli ho detto di non volere che le cose si complichino.
E inoltre, quando sono sudata e ansimante e sgocciolante e puzzo, preferisco essere sola.

Ora sto fissando il mio armadietto con lo sguardo perso, come in stallo: vorrei proprio non dover andare in classe.

È la prima ora, l'unica lezione che ho insieme a Cameron e la cosa mi rende piuttosto nervosa.

Things about Love|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora