CAPITOLO 19

94 9 0
                                    

Sabato 29 settembre 2012

9:20

Non so come, ma l'ho completamente perdonato, mi sono infatuata di lui e ora non riesco a smettere di baciarlo.

Il tutto è avvenuto nel giro di quindici minuti.

Ci sa proprio fare con le parole.
Ormai non mi importa più quanto ci mette a pensarle.

Si stacca dalle mie labbra e sorride e mi afferra per la vita.

«Allora, cosa vuoi fare per il tuo compleanno?» chiede, tirandomi giù dal tavolo.
Mi dà un altro bacetto e va in sala, dove ha lasciato chiavi e portafoglio.

«Non dobbiamo fare niente di speciale. Non mi aspetto che tu mi intrattenga tutto il giorno solo perché è il mio compleanno.»

Lui mette le chiavi in tasca e mi guarda con un sorriso furbetto.

«Che c'è?» chiedo. «Cos'hai combinato?»

Lui ride e alza le spalle. «Stavo solo pensando a tutti i modi in cui potrei intrattenerti se restassimo a casa. Che è esattamente il motivo per cui è meglio uscire.»

Che è esattamente il motivo per cui vorrei restare.

«Potremmo andare a trovare mia madre» suggerisco.

«Tua madre?» mi guarda accigliato.

«Sì. Ha una bancarella di erboristeria al mercato delle pulci. È lì che va nel week-end. Io non la seguo mai perché ci sta quattordici ore al giorno e mi annoio. Ma è uno dei mercatini più grandi al mondo e mi piacerebbe farci un giro. È a un'ora e mezza di macchina. Fanno anche i waffle» aggiungo, cercando di invogliarlo.

Cameron viene ad abbracciarmi. «Se vuoi andare lì, lì andremo. Passo un attimo da casa, mi cambio e faccio una cosa. Torno a prenderti fra un'ora?»

Annuisco.

So che è solo un mercatino, ma sono entusiasta. Non so come la prenderà Karen, vedendomi arrivare con Cameron senza preavviso.
Non le ho raccontato nulla di lui, perciò mi sento un po' in ansia a presentarmi così. Ma a pensarci bene la colpa è solo sua: se non avesse bandito la tecnologia potrei chiamarla per avvisare.

Cameron mi dà un altro bacetto e si avvia verso la porta.

«Ehi» dico, quando ha già un piede fuori. Si volta e mi guarda. «È il mio compleanno e gli ultimi due baci che ho ricevuto erano piuttosto patetici. Se vuoi che passi il resto della giornata con te, ti suggerisco di iniziare a baciarmi come pretendo che il mio ragazzo...»

Mi è sfuggita.
Mi è proprio sfuggita.
Non abbiamo ancora parlato di definizioni e il fatto di aver usato la parola 'ragazzo' dopo esserci baciati per meno di mezz'ora mi mette quasi al livello del buon vecchio Matty.

«Voglio dire...» balbetto qualcosa ma subito ci rinuncio. Ormai non so più come rimediare.

Si è voltato a guardarmi, resta fermo sulla soglia.

Non sorride.

Mi fissa di nuovo con quegli occhi, sostenendo il mio sguardo in silenzio.

Piega leggermente la testa e alza le sopracciglia. «Mi hai appena chiamato il tuo 'ragazzo' o sbaglio?»
Non sorride e la cosa mi fa sprofondare nella vergogna.

Dio, che bambinata.

«Ma no, figuriamoci» dico testardamente, incrociando le braccia. «È roba da quattordicenni sfigati.»

Things about Love|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora