CAP.18

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-"Susan alzò lo sguardo e vide sfrecciare una meteora, una striscia brillante e breve nella volta celeste. Pensò di esprimere un desiderio,
poi, con un moto interiore che era quasi panico, si accorse di non sapere che cosa desiderare."

-"Uomini!
Non capiva proprio perché tante donne ne avessero timore.
Gli dei non li avevano forse fabbricati facendogli ciondolare fuori del
corpo la parte più vulnerabile
del loro ventre come un budello dimenticato?"

-"Roland era ben diverso dalla creatura indomita in cui sarebbe maturato, ma i semi di quella tenacia c'erano già, piccoli semi duri che
a tempo debito sarebbero cresciuti in alberi con radici profonde...
e frutti amari.
In quel momento uno di quei semi
si aprì e spedì verso l'alto la prima lama affilata.
Ciò che è stato impegnato si può disimpegnare e ciò che è stato fatto
si può disfare.
Nulla è sicuro, ma...
io la voglio.
Sì.
Tale era l'unica certezza nel suo animo e bene lo sapeva quanto bene conosceva il volto di suo padre:
la voleva.
Non nel modo in cui aveva voluto
la prostituta quando si era sdraiata nuda sul letto con le gambe aperte
e lo aveva guardato da sotto le palpebre abbassate, ma nel modo in cui desiderava cibo quando aveva fame e acqua quando aveva sete.
Nel modo, pensava, in cui voleva trascinare il corpo impolverato di Marten dietro il cavallo per
la Via Maestra di Gilead come ricompensa per ciò che l'incantatore aveva fatto a sua madre.
La voleva.
Voleva Susan.
Roland si girò sul fianco, chiuse gli occhi e si addormentò.
Il suo riposo fu leggero e illuminato dalla rudimentale poetica che
solo i sogni di adolescenti possiedono, sogni in cui l'attrazione fisica e l'amore romantico s'incontrano
e risonano come mai accadrà
nella realtà.
In quelle visioni di desiderio
Susan Delgado posava e riposava le mani sulle spalle di Roland e baciava e ribaciava la sua bocca, gli diceva
e ripeteva di andre a lei per la prima volta, stare con lei per la prima volta, vederla per la prima volta,
vederla molto bene."

-"Corri da sconsiderato e caschi in
un buco."

-""Dillo di nuovo e lo farò, Susan.
Non so se è una promessa o un avvertimento o tutte e due le cose insieme, ma...
dillo di nuovo e lo farò."
Non c'era bisogno di chiedergli a che cosa alludesse.
Le sembrò che il terreno si muovesse e più tardi avrebbe riflettuto che
per la prima e unica volta in vita sua aveva avuto la sensazione precisa
del ka, un vento che giungeva non dal cielo ma dal sottosuolo.
Mi ha raggiunta, infine, pensò.
Il mio ka, nel bene o nel male. "Roland!"
"Sì, Susan."
Gli appoggiò la mano sotto la fibbia della cintura e strinse, senza mai distogliere gli occhi da quelli di lui.
"Se mi ami, amami"
"Aye, signora. Ti amo."
Roland si sbottonò la camicia confezionata in una parte del Medio-Mondo che lei non avrebbe mai visto e la prese tra le braccia."

-"Così incrociamo i fantasmi
che ci perseguiteranno negli anni futuri; siedono insignificanti ai bordi della strada come poveri
mendicanti e, dovessimo accorgerci di loro,li scorgiamo solo con la coda dell'occhio.
La possibilità che fossero lì ad aspettare proprio noi raramente ci passa per i pensieri.
Invece aspettano e quando siamo passati raccolgono i loro fagotti di ricordi e s'incamminano sulle nostre orme e piano piano, metro dopo metro, guadagnano terreno."

-"Come disse lo scorpione alla fanciulla morente:
'Sapevi che sono velenoso quando
mi hai raccolto.'"

-"Il panico è altamente contagioso, specialmente in situazioni dove nulla è noto e tutto è in divenire."

-"Non fischiare al vento se non
vuoi che soffi."

-"Attento a che cosa preghi di ottenere, perché potresti essere esaudito."

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