Capitolo 13(R):Il richiamo di Michele

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Pov di Ridian Miller sulla terra/Ridian della casata del Dreyaar nel regno dei linlette.

Seguimmo tutti insieme la calca di persone che si stava dirigendo verso l'uscita d'emergenza.Non avevo bisogno di guardarli in faccia per capire il loro stato d'animo,infatti,appena la campanella iniziò a strimpelare, in men che non si dica la mia mente venne affollata da migliaia di emozioni di diverse intensità,una più forte dell'altra.La maggior parte di loro,soprattutto le donne,erano state prese dal panico mentre gli uomini erano riusciti a mantenere il sangue freddo,tranne per alcune eccezioni.Infatti non mancavano all'appello coloro che Gi avrebbe definito dei "pappamolla".

Se avessi dovuto definire la situazione che mi stava circondando in quel momento,non l'avrei mai descritta solo con l'aggettivo"tragica".Erano presenti in giro anche elementi ironici,come ad esempio i bambini che si osservano in giro stupiti e intontiti dai movimenti che li circondavano.L'avevo trovato ilarico a causa dal contrasto dei due sentimenti che allegiava nell'aria,stupore e paura.

Non era mio interresse calmare la folla e siccome,prima o poi, tutte queste emozioni mi avrebbero tartassato il cervello fino a farlo scoppiare decisi che, prima di chiudere il sipario tra me e loro,avrei dovuto controllare la piccola lady.
La sentivo in prossimità di Daphne e non era particolarmente spaventata,anzi,il suo stato d'animo le permetteva ancora di pensare in modo lucido nel caso in cui avrebbe dovuto prendere una decisione,ma non era questo il caso.
Mi concentrai sulla strada da percorrere fino a che non arrivammo sulle scale antincendio.
Osservando le persone che era già all'aperto,sulla pista asfaltata,senza quel tipico sguardo di terrore,aprii la mia mente.Ma appena posai il piede agli ultimi gradini mi accorsi subito della sua mancanza.
Mi voltai indietro sperando che lei uscisse dalla porta da un momento all'altro,ma niente.
Ero lí fermò solo da un paio di secondi,che già la gente si lamentavano per l'ingorgo che stavo causando.
«D'accordo, d'accordo ora vado»borbottai alla gente un po' irritato mentre mi schiacciavo contro la ringhiera per permettere a loro di passare.
«Che facciamo ora?»mi chiese Daphne allarmata,mentre provava a sistemarsi qualche ciocca di capelli che erano state scompigliate dal leggero vento proveniente da sud.
«Torniamo dentro.»dissi cercando di mantenere la calma.
«Ridian...pensi che sia opera loro?»mi domandò Daphne appena dietro di me.
«Sí,anche se spero di no»le risposi cercando di farmi strada tra le persone che non avevano nessun scrupolo nello spintonarci al lato,come se non lo fossimo già.
«La prossima volta le metterò un guinzaglio al collo così che la cucciola non scompaia dal nulla!»ironizzò la ragazza.

Per molti Grace poteva risultare fastidiosa a causa delle sue battute,ma a me piaceva.Adoravo il suo modo di essere,era così schietta con le persone che le stavano attorno mostrando il suo carattere estroverso,che tante volte avrei tanto sperato che non lo mostrasse a nessuno se non a me.
Nonostante condividesse con gli altri i suoi pensieri non era capace di esprimere facilmente le sue emozioni.L'unico che la poteva capire ero io e questo mi rendeva ancora più felice.

«Grace!»l'ammonì l'angelo voltandosi verso Gi per lanciarle uno sguardo di disapprovazione.

Continuai a marciare finché un'umano di grande stazza non ci fermò distendendo un braccio davanti a noi come per dirci "Alt chi va là? ".

«Non potete entrare,ritornate a terra lí sarete al sicuro » ci rimproverò con la sua profonda voce da fumatore incallito.
«Ascolta panzone non abbiamo tempo per discutere con te perciò togliti di torno prima che mi arrabbi!» lo minacciò Grace dopo essere sbucata dalle mie spalle.

Appoggiai la mano sul suo braccio per calmarla per poi dirigere il mio sguardo verso all'addetto della sicurezza «La scusi tanto per il suo comportamento,la mia amica ha dei problemi mentali.Ritorniamo subito giú» mentii all'omone con un falso sorriso.
«Che cosa?Io problemi mentali??»Esclamò con occhi sgranati fissando prima me e poi l'uomo.
Portare il mio viso dietro l'orecchio della mia amica e le bisbigliai«Grace,invece si bettibeccare,fa in modo che lui ci veda seguire i suoi ordini mentre noi entriamo».

Detto ciò la sua ira nei miei confronti schiamò ed eseguí alla lettera ciò che le chiesi,permettendoci così di avere il via libera.
Attraversammo i corridoioi attenti a non farci scoprire dalla videosorveglianza e ci guardammo in giro alla ricerca della linlette.Avrei tanto voluto trasformarmi,potenziando così i miei sensi,ma avevo paura che le telecamere ci avrebbero notato perciò rinunciai all'idea.

«Ragazzi..»udii la voce incerta di una Daphne combattuta.Sia io che Gi la osservammo non capendo la causa del suo stato d'animo.
«Michele sta richiamando tutti gli angeli al suo cospetto per riunirci in straordinaria»sussurrò titubante sul d'affarsi.

Un po'la potevo comprendere.Gli angeli hanno il divieto di disubbidire al proprio Arcangelo ma all'altro canto ella non voleva lasciarci soli in questo pasticcio,desiderava aiutarci il più possibile.

«Daphne non devi preoccuparti per noi,tu hai i tuoi doveri da angelo.Ci sono qui io a badare su Ridian e sulla principessa perciò rilassati e spicca il volo» le disse la linlette sicura di sé,dopo essersi messa le mano sui fianchi mostrandole un sorriso rassicurante.
«Grazie tata Grace..comunque sono d'accordo con lei sul fatto che tu debba andare.Magari Michele avrà qualche comunicazione da darci per la nostra missione» affermai,piuttosto lieto dalla capacità che Gi aveva per sdrammatizzare qualunque situazione le si pari davanti.

Ad un tratto,percepii una strana famigliare presenza sicura di sé avvicinarsi alle nostre spalle,perciò mi girai verso la sua direzione.Solo in quel momento anche le ragazze si accorsero della creatura accostata a pochi metri da noi.

«Colombella,ti conviene non partire e dissobbeddire al tuo ben amato Michele» dichiarò sfrontato quell'essere rivoltante trasformato nella sua forma originale.
«Perché mai dovrei ascoltare un
sporco demone?»replicò Daphne,anche lei ormai trasformata nella sua sembianza naturale,mettendosi in posizione di difesa.
Perciò anche io e Grace decidemmo di trasformarci mettendoci ai lati dell'angelo.
«Daphne tu va',qui ci penseremo noi»le comunicai per poi,subito dopo,puntare i miei occhi sul nostro avversario.
«Grazie,ragazzi» udii le parole dell'angelo accompagnate dai suoi battiti d'ali dirigendosi verso la finestra più vicina,a cinquanta metri di distanza da noi.

Senza perdere altro tempo Zeph andò verso la sua direzione,prontamente mi misi in mezzo ma questo Zeph lo aveva già letto dalla mia mente e mi evitò con agilità.
Con lui non funziovano nemmeno le illusioni di Gi visto che gli riusciva a leggerle la mente,perciò bisognava giocare d'astuzia.
Lo seguì da dietro mentre il demone mi stupì per l'azione che aveva appena compiuto.Era davvero idiota per dimenticarsi che i demoni non potevano toccare gli angeli a meno che quest'ultimi non gli dessero il permesso.Infatti al tocco delle loro mani il demone urlò dal dolore che gli stava procurando la pelle pallida di Daphne,la quale cercava di divincolarsi dalla sua stretta di mano.

Perché Zeph continuava a tenerle la mano?Non percepivo né rabbia, né preoccupazione ma solo agitazione nel suo stato d'animo.Probabilmente Michele doveva riferire qualcosa di davvero importante all'angelo per farlo allarmare fino a questo punto.

Accorsi Daphne buttando il demone dal lato opposto del corridoio con un calcio ben assestato.Egli si rialzò in un lampo ma si fermò sconcertato verso la sua sinistra,non accorgendosi che ormai Daphne se ne fosse andata.
Nel frattempo Grace né approffittò per attaccarlo colpendogli la testa facendolo barcollare leggermente.Notai la mano del demone scivolare sul suo stivale nero e capii quale fosse la sua prossima mossa.

«Attenta Gi,allontanati»urlai all'istante e volai verso la sua direzione troppo tardi.La lama del pugnale che il nostro nemico aveva abilmente estratto le aveva colpito la milza,facendola piegare a terra.
Preso ormai dall'ira per quello che aveva osato a fare alla mia Grace,mi posi davanti a Grace,faccia a faccia con Zeph.

«Ascoltami,questo non é il momento per azzuffarci.Niel e Aria sono in pericolo e devo andare da loro per aiutarli.Anche voi dovreste fare la stessa cosa» affermò lui,riponendo l'arma nel luogo da cui l'aveva tirata fuori.
«Certo, così per te noi dovremo cadere in trappola eh?»controbattei ancora preso dalla rabbia,mentre Gi si postò in piedi accanto a me.

Tirai un paio di respiri profondi per recuperare la calma ritornando così lucido .Era palese che fosse preso dalla preoccupazione e dall'ansia,perciò decisi che la cosa migliore fosse seguirlo.Gli feci cenno con la testa di andare avanti mentre percepivo gli occhi della linlette su di me sconcertata e sconvolta allo stesso tempo per ciò che ero in procinto a fare.
«Ma che?!»esclamò senza sapere che parole pronunciare.
«Fidati di me Gi.Pensò che ci abbia detto la verità »

L' erede dei linletteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora