Capitolo9:primi allenamenti e primi litigi

71 6 0
                                    

Dopo aver viaggiato a lungo arrivammo in Germania tramite un aereo di linea londinese, come "normali"passeggeri di seconda classe.

Certo,normale per loro.

Non avevo mai preso l'aereo fino ad ora e la scoperta ,per miei compagni di viaggio ,della mia paura dell'altezza non piacque affatto.

Sapevo esattamente da dove derivava la mia fobia,da quella stupida casetta sull'albero che avevano costruito Seth e mio padre quando avevo avuto sei anni.Infatti,durante le fasi di costruzione ci salii sopra insieme a mio fratello per giocare,ma caddi fratturandomi un osso del cranio.Da quel giorno in poi non osai minimamente ad avvicinarmi a quel piccolo edificio,convinta che,nonostante i lavori fossero stati conclusi, quella casetta fosse troppo pericolante e instabile, dubitando perfino dell'affidabilità dell'operato di mio padre.
In più grazie a questa esperienza acquisii anche questa insensata paura.

«Non ci posso ancora credere una linlette che soffre di vertigini!Se non l'avessi vista con i miei occhi,non ci avrei mai creduto!» sbuffò seccata la ragazza con la coda da cavallo appostata su un'enorme masso coperto da mucchio.

Grazie,Grace tu sí che mi fai sentire meglio...

Per la mia bontà d'animo decisi di non controbattere per non scannarci verbalmente.

Eravano in un bosco nella zona di Baden-Württemberg dove Ridian aveva intenzione di farmi imparare a volare mentre Grace doveva restare qui per nascondere la nostra presenza agli eventuali passanti con le sue capacità.Purtroppo Daphne non venne insieme a noi poiché doveva rimanere all' hotel per sistemare alcune scartoffie burocratiche.

Erano tutti alla forma umana tranne me che ero già trasformata da qualche minuto mentre Ridian controllava che la zona fosse adatta per l'allenamento.

«Dai Grace,smettila» si lamentò il linlette dagli occhi castani poco distante da me.
«Okay,però non voglio sorbirmi una ramanzina se rido»esclamò scrutandomi nuovamente sistemandosi meglio sul masso pronta per vedere il mio ridicolo spettacolo.

Facendo finta di non aver sentito quest'ultime parole,Ridian si concentrò su di me dopo che aveva posato le sue mani sui fianchi.

«Aria,ora prova a sollevati da terra sbattendo le ali»mi ordinò Ridian.

Cercai di concentrarmi per muovere avanti e dietro le ali e notai che fosse più facile del previsto.Infatti mi parevano che fossero tutt'uno con il mio corpo, come se li potessi controllare come se fossero le mie braccia.

Quando mi sollevai per qualche decina di centimetri rimasi estasiata e meravigliata,percependo una strana sensazione positiva che si stava invadendo nel mio corpo.

«Bene,ora vai lentamente sempre più in alto» mi istruì Ridian continuando a osservarmi meticoloso.
«D'accordo» risposi nervosa,sapendo quale brutta sensazioni mi stava attendendo.

Mi alzai raggiungendo un paio di metri d'altezza e già quest'altitudine mi fece girare la testa e d'istinto chiusi gli occhi cercando di fissare la mia mente nello battere le ali.

«Aria,apri gli occhi!» sentii la voce calma di Ridian che cercava di rassicurarmi, senza successo.
«Non posso,sentirei le vertigini» sussurai con il volume della voce così bassa che un normale umano non avrebbe potuto udirlo.
«Tenta,ci sono qui io pronto per ogni evenienza »disse il ragazzo quando percepii la sua trasformazione dopo che si era avvicinato di qualche passo verso di me.

A quel punto mi decisi,feci alcuni respiri profondi per poi aprire gli occhi verso il cielo e fin qui andò tutto bene.Volsi prudentemente lo sguardo verso il basso e,purtroppo, mi accorsi che senza volerlo mi ero sollevata di altri due metri.

L' erede dei linletteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora