Capitolo 17: Sai Aria...

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«Ma ti sembro una bambina?» urlai squarcia gola,esterefatta e furibonda con il ragazzo dai capelli color pece seduto comodamente sul divano in pelle nera.
«Ehi,così mi spacchi un timpano!» esclamò fingendo di massaggiarsi l'orecchio come se il mio urlo lo avesse davvero infastidito.

Ero sul punto di tirargli il libro addosso ma Niel mi precedette bloccando il braccio appena in tempo con il suo potere speciale.

«Ci tengo a questo libro,perciò non provarlo ad ammaccarlo,siamo intesi?»mi minacciò puntando l'indice nella mia direzione.
«Sul serio pensi che io sia così disperata tanto da aver bisogno di un libro illustrato per bambini?»gli esclamai in faccia guardandolo torvo senza nemmeno dargli il tempo di lasciare la sua presa su di me.
«Devo risponderti per forza?»replicò iniziando a sollevare verso l'altro gli angoli della sua bocca.

Purtroppo lo dovevo ammettere,il suo sorriso emanava un gran fascino,era capace di attirare come il miele con le mosche.Allo stesso tempo,però, riusciva ad essere così irritante da farmi venir voglia di strozzarlo.

Cercai di calmarmi ispirando ed espirando profondamente.Appena la sua presa mentale si dissolse mi appoggiai sulla poltrona e iniziai a sfogliare il libretto da quattro soldi per qualche minuto fino a che non mi richiamò nuovamente.
«Dai usciamo» mi comunicò qualche minuto dopo,mentre si stava sistemando la sua giacchetta argentato.

Appena arrivati in questa graziosa casetta che Niel aveva già affittato prima di venirmi a prendere ,si era cambiato d'abito aggiungendo qualche sprizzo di vivacità con qualche tocco di verde sufficiente da esaltare la bellezza dei smeraldi.

«Per andare dove?» domandai alzandomi dopo averlo visto davanti la porta che aveva appena aperta.
«Per andare a comprare dei ricambi per te» rispose lui indicando i vestiti che avevo addosso.

In effetti ne avevo bisogno.

Questo fu uno dei motivi per cui non mi ero fiondata all'istante in bagno.Lavarmi per poi rimettermi abiti sporchi di terra?Avevo declinato l'idea,preferendo sciaquarmi il viso,collo e braccia,almeno era meglio di niente.

«Fammi strada» lo invitai a precedermi.

Si muoveva con molta sicurezza tra le varie vie e questo mi fece capire che frequentasse spesso questa città.

Il cielo era poco soleggiato,non tanto per le nuvole,ma più altro per i raggi deboli che emanava il sole.

Entrammo in piccolo negozietto e mi accompagnò davanti ad un balcone scuro nel quale ci attendeva una giovane donna in divisa che ci accolse come qualunque altro cliente.

«Salve,la signorina accanto a me ha bisogno di qualche vestito, tute e giubbotti,possibilmente di colori poco vivaci come il grigio o il nero.»disse gentilmente alla commessa mostrandole un sorriso smagliante.

«D'accordo,avanti vieni piccola» si rivolse a me la rossa,così la seguii poco lontano da lì. Mi mostrò alcuni campioni chiedendomi quali fossero di mio gusto,ma in realtà mi importava poco o nulla,l'importante era che fossero sobri.

Con la coda dell'occhio notai Niel appoggiato sul muro accanto alla cassa mentre stava conversando amichevolmente con un'altra commessa molto più giovane dell'altra.Non mi interessava con chi interagisse il linlette,ma capii che era scocciato dalla presenza della bionda perciò, siccome ci avevo messo pochi minuti,lo raggiunsi alla cassa presentandomi davanti lui,intralciando la visuale della biondina.

«Ora tocca te,paga» indicandogli la roba che aveva appoggiato la donna che era stata con per tutto il tempo.

Da lui ricevetti solo una smorfia di divertimento mentre qualcuno mi picchiettò la spalla.Naturalmente sapevo chi fosse.

L' erede dei linletteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora