18. capitolo

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Caro diario,

Io e Louis ieri eravamo sull'aereo diretti verso l' aereoporto di Londra.
Era sera, ci misimo molto per arrivare. Eravamo stanchi ed affamati, Louis mi fa <<vieni un pò da me?>> come avrei potuto rifiutare? Presi il telefono e avvertì mia mamma:

Mamma posso restare da Louis?

C-cosa? Aspetta...okey amore però fai il bravo e domani mattina ritorni?

Si ci sentiamo domani.

C-ciao tesoro.

La sua voce tremava, ma non fece domande me ne pento amaramente adesso.
Presimo le valigie e con la macchina di Johannah- la mamma di Louis- rggiungemmo casa Tomlinson. La casa di Louis era molto cambiata dall'ultima volta: mobili nuovi - che se pur diversi erano messi allo stesso modo dei vecchi- vernice nuova, lampadario nuovo di zecca. Quando entrai in camera di Louis ho notato che non era così cambiata dall'ultima volta che l'ho vista, alcune cose erano cambiate e aveva un paio di poster in più ed era un pò disordinata (come al solito direi)...

Ero entrato in camera di Louis, molto disordinata, non faccio altro che guardarmi intorno pensando che tutto quello mi era mancato, il suo disordine (che spesso riordinavo io), le sue felpe giganti, le sue vans e i video giochi a cui perdevo sempre.

Mi era mancato così tanto tutto questo perché là avevo passato la mia adolescenza e parte dell'infanzia.
-Harry ti va di giocare a qualche video gioco?
-ma lo sai che sono negato! Dai giochiamo a monopoli?
-No quello è da femminucce, ora giochiamo.

-

-mi sai che hai perso Hazza.
-è la 4 volta che me lo dici! Non c'è bisogno di ricordarmi che sono una schiappa.
Sbuffai, non so giocare perché le persone si ostinano a farmi giocare.
Feci una faccia fintamente offesa.
-dai Haz non te la prendere.
Disse e mi abbracciò, nel mio stomaco cominciarono a muoversi le numerose farfalle che comparivano quando Louis mi abbracciava o semplicemente mi guardava negli occhi.
-Dai Haz ti hai molte altre qualità che giocare a quegli stupidi giochi.
Mi consolò.
-per esempio?
-ehmmmm
Fece finta di pensare, gli diedi un pugno scherzosamente e lui ridacchiò.
-dai scherzo, beh tu sei timido, ma quando vuoi sai essere un ottimo amico, ti preoccupi più dei problemi degli altri che dei tuoi, sai fare battute squallide più delle mie, hai dei ricci che anche da disordinati, a differenza dei miei sono perfetti, hai degli occhi da invidiare che sono sempre più belli quando sei felice...
Disse abbassando sempre di più la voce, forse per paura che io sentissi, avvicinò le sue labbra alle mie sempre di più, avevo il cuore in gola.
-tu sei la mia felicità Lou...
Soffiai.
Un attimo e le sue labbra sarebbero state sulle mie se il richiamo della mamma di Louis per la cena non ci avesse richiamato. In quel momento i sensi di colpa mi invasero, non potevo fare questo a Gemma anche se è vero che tutti i baci sono partiti da lui. Non potevo. La cena fu un pò imbarazzante. Non capivo perché Johannah continuava a farmi domande su domande, probabilmente perché non vi vedevamo da quando feci quel litigio con Louis. Louis sembrava guardarla male e risi per la sua faccia, era così buffo.
-Harry ti va di dormire qua?
Questa è una delle tante domande di Johannah che ancora non sapevi dare una risposta, ero più tosto indeciso, e se dessi fastidio a Louis?
-No grazie non vorrei disturbare.
-MA QUALE DISTURBO!
Questa volta intervenne Daisy la sorella di Louis. Johannah la riproverò con lo sguardo e lei ricominciò a mangiare la sua pasta.
-quale disturbo Harry dai.
Mi convinse Louis alla fine, se me lo aveva proposto vuol dire che non gli davo fastidio.
-dormo nella camera degli ospiti?
Domandai a Louis una volta che fummo in camera da letto.
-il mio letto è abbastanza grande, ti faccio così schifo?
Ma cos? Tu schifo Louis? Scherzi? Io dormire anche tutte le notti con te.
-cosa? No no era per te sai, forse preferisci dormire da solo.
Lui scosse la testa.
Ci misimo il pigiama e andammo a dormire.
-Harry stai cadendo dal letto.
Ed infatti stavo per cadere, perché quando stavo troppo vicino a Louis perdevo la ragione quindi ho pensato che fosse meglio mantenere le distanza. Mi feci più vicino a lui.
Durante la notte sentì qualcuno stringermi.

Quel qualcuno era Louis.

-

La mattina dopo con un pò di tristezza andai a casa mia accompagnato da Louis.
-Harry se hai bisogno di qualcosa chiamami, domani ti riporto le valigie.
-okey grazie, ciao.

Varcai la soglia di casa.
-Mamma Gemma sono tornato!
Nessuna risposta.
-oh Harry sei arrivato.
Mio padre, che ci faceva là lui?
-Ciao papà, Gemma e Mamma?
-sono di là a preparare le valigie.
-Dove andiamo?
-che voi lo volliate o no, mi seguirete a New York.

Ed è andata così, ho paura, ho troppa paura, che cosa vorrà mai mio padre da noi?perché vuole che andiamo a New York?

Dear diary {larry stylinson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora