"Ho un debole per le cose che non posso avere: tu sei una di queste.
E allora che faccio?
Oramai non posso guardare indietro: guardare avanti fa paura, però.
Però sono sull'orlo del precipizio: e allora che faccio?
Inutile restare qui e guardare il vuoto, a piangere, a crucciarsi, a dire: "se io..." o "potrei...", o
"Però...", ma anche "chissà..."; è veramente inutile e dannoso.
Perché non provarci?
Sai che faccio: salto.
Se tutto andrà bene, costruirò quello che ora so soltanto immaginare.
E se dovesse andar male?
Pazienza.
La botta farà male: pazienza.
La ferita resterà aperta per lungo periodo di tempo: pazienza, prima o poi la colmerò di altri sogni.
Il livido non è mica un segno d'arresa: il livido è un segno che abbiamo vissuto e combattuto, per tutto quello che ora possiamo solo immaginare.
Sai che faccio: salto.
Perché non provarci?
Ho un debole per le cose che non posso avere: solo perché sono sul lato opposto della mia paura di non farcela.
Ma, prima o poi, io ce la faccio.
Livido più o livido in meno, non ha nessuna importanza."✝
