10. Il silenzio

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<< Corri, corri, vai dai. >> sentii bisbigliare una voce maschile.

<< Zitto idiota, ci sente. >> la riconobbi: questa era Camilla.

<< Infatti vi sento. >> urlai esasperata al cielo. << Sapete; se vedessi una puttana con un cartello su cui è scritto "VAGINA VENDESI" penserei che in una gara di indiscrezione voi vincereste, sempre. >> mi girai per cercarli.

<< Vabbè ci ha sentiti ormai dai. >> Alessia uscì da dietro la casa.

<< Sono un ninja. >> gridò Jacopo uscendo da un albero e correndo a un centimetro da me.

<< Sei un coglione! >> gli gridai mentre passava.

<< Lesbiche! >> esultò Emanuele battendo le mani.

<< Cosa ti inventi Ema? Siamo... tipo amiche. >> risposi arrabbiata e preoccupata.

C'è da ammettere che anche io in quel periodo non avrei mai ammesso nessun folle assurdo amore impossibile da adolescente gay.

<< Finitela adesso. E non dite niente a nessuno. >> dissi secca rimproverandoli.

La conversazione terminò lì, non fecero domande e tornammo a casa come ogni giorno.

Avrei voluto che la questione fosse rimasta tra me e lei ma dato che non era stato così pensai che Elena dovesse sapere quello che avevano visto.

Presi il telefono e le mandai un messaggio cercando di strammatizzare la situazione.

Inizialmente sembrò divertita e poi solo appena tesa, ansiosa; si raccomandò di non dirlo in giro e mi diede la buona notte.

Fu strano, ma il peggio avvenne la mattina seguente; il giorno in cui non mi svegliai in tempo per vedere l'alba.

Elena entrò in classe stranamente in orario; in principio mi ignorò e subito dopo aver appoggiato lo zaino al banco uscì di classe con gli occhi fissi solo sul suo telefono; mi passò così vicina che mi colpì il braccio con la gamba.

<< Forza vieni con me. >> mi disse con non curanza, sicura che l'avrei seguita.

<< Elena... >> iniziai a parlare con tono calmo alzandomi.

<< Cosa!? >> mi interruppe irritata.

<< Basta trattarmi così. >> dissi autoritaria.

Lasciò cadere le spalle, le braccia e lo sguardo quasi fino a terra.

<< Lia non lo puoi dire a nessuno; non lo hai fatto, vero? >> mi chiese evidentemente in ansia.

Scossi la testa: << Mi dispiace se i miei amici lo hanno saputo, ma non lo diranno a nessuno, né agli altri ragazzi né specialmente come voce di corridoio. Sono indiscreti ma tengono a quello a cui tengo io e so che non parleranno. >> dissi per rincuorarla.

Mi avvicinai a lei con un passo e subito Elena mi respinse facendo un passo indietro.
Sembrava non fidarsi più di me.

<< Amelia tu non capisci. Io ho una... >> cominciò la frase.

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