Capitolo 10

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Le feste.
Le ho sempre odiate, e per colpa di Cassie me ne ero ritrovata ad una. Erano passati circa due mesi dalla festa di Halloween, ora siamo sotto le feste di Natale.
Il Natale.
Mi piace solo perché c'è tanta neve in giro, tutto quel bianco e una cosa indescrivibile, il freddo, i canti del Natale. Forse è l'unica festività che mi va a genio.

"Hai preso il regalo per tua madre? Sai io alla mia pensavo di regalare qualche borsa dell'armani visto che ci va tanto a presso."

Io e Cassie eravamo sedute il un bar, al caldo e stavamo bevendo una cioccolata calda giusto per riscaldarci un po.

"Non so nemmeno se mia madre sarà qui per Natale."

"Bhe se vuoi resto con te, festeggiamo nel dormitorio."

"Ho no... Grazie, tu stai con la tua famiglia, almeno per Natale."

"Allora facciamo così, promettimi che almeno verrai alla festa di Natale organizzata dalla scuola."

"Cassie, nhe abbiamo già parlato."

"No, tu ci vieni, altrimenti resto con te a Natale."

"Manca poco o più di due settimane quindi per adesso non pensiamoci."

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"Devo proprio?"

"Certo che devi, è ovvio, ora indossa quel vestito e muovi il culo."

"Okay.'"

Mi aveva costretta, c'era riuscita un altra volta, un altra stupida è inutile festa.

Ero pronta, finalmente.

Ci dirigemmo verso la palestra. Era già piena zeppa di persone, ballavano, si divertivano, l'unica intrusa sembravo io, il mio abito era rosso, corto davanti e lungo dietro, mi fasciava bene i fianchi e il corsetto era a cuore, decorato con l'argento.

"Allora vado a prendere da bere, aspetti qui?"

"Okay... Ha Cassie non metterci troppo."

"Okay, aspetta, siediti su quei divani."

Annuii e mi avviai verso un tavolino circondato da due divani.

Dopo circa un quarto d'ora, Cassie non arrivava, lo sapevo non avrei dovuta lasciarla andare da sola.

Mentre osservo un po le persone, noto che fuori alla porta d'ingresso c'è un uomo, indossa un abito rosso, avrà sulla trentina d'anni, alto, una postura elegante, capelli scuri. L'unica cosa che non si notava era il viso, poiché era abbassato. D'improvviso come se si fosse accorto che lo stavo osservando
mi guarda. Con la testa mi fa cenno di seguirlo e poi scompare dalla porta.

Sono tentata nel seguirlo, mi guardò un po attorno per vedere se Cassie arriva, ma a quanto pare niente. Dopo una manciata di secondi, non so il perché ma attratta dalla curiosità, mi alzo e mi avvio verso l'ingresso.
All'uscita della palestra non c'è nessuno. Davanti a me si estende il sentiero per il bosco, poi facendo il giro della scuola c'è l'uscita, come se il bosco mi stesse chiamando mi avventuro. Il silenzio ragna. Un fruscio. Ed ecco che dopo un po, l'uomo sbuca da un albero, adesso indossa una maschera, come per non farsi riconoscere.

"Principessa."
Aveva la schiena retta, cammina facendo avanti e indietro. A quella parola quasi mi mancò il fiato.

"Come scusi?"
Ero al quanto disorientata. Lui continuava a camminare, mi stavo chiedendo cosa mi era passato per la testa, andare da sola, con una persona a me sconosciuta.

"Mi chiedo." Parlava come se stesse parlando con se stesso invece che come me.

"Come mai lui l'abbia lasciata proprio a te."

"Che cosa mi hanno lasciato? E chi?"

"A quanto pare Saem e James non ti hanno ancora raccontato niente."

"Loro che c'entrano?"
Adesso sì che inizia a ad inquietarmi, diceva cose strane.

"Ora ti spiego."

"Marcus." Da un albero sbucò Seam. Era vestito come il solito, jeans strappati, camicia nera. Era magnifico come sempre.

"Ho Seam, vedo che ci hai raggiunto."

"Si può sapere che diavolo, succede." Dissi quasi urlando. Avevo paura sul serio adesso. Il cuore batteva, insieme erano inquietanti. Marcus, si tolse la maschera, e rimasi paralizzata difronte hai due. Sembravo padre e figlio. Stessi occhi, stessi capelli, stessa pelle pallida.

"Ho adesso ti spiego." Disse Marcus.
Seam se ne stava in silenzio seduto su un piccolo tronco.
Poi parlo.

"Non è pronta."

"Ho no, deve sapere invece, altrimenti quando arriverà il momento non sarà pronta."

Seam scoprirò rassegnato, che diavolo stava succedendo?

"Devi sapere che più o meno 35 anni fa, accade l'impossibile."

Di che diavolo parla. Il cuore mi batteva forte, sarà una stupido scherzo di Seam. Ma non mi sarei tirata indietro avrei ascoltato fino all'ultima parola.

SPAZIO AUTRICE

AMORI SONO VIVA. SONO TORNATA CON UN NUOVO CAPITOLO, MI RACCOMANDO COMMENTATE UN BACIO ❤️

L'ultima principessa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora