Cap 5 - L'uomo dietro la leggenda

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La neve copriva le montagne, poco più avanti una locanda ospitava alcuni visitatori, altri facevano un giro in funivia, Julia era estasiata da tutto ciò, i suoi occhi brillavano dalla gioia, il suo viso segnava un leggero colorito rosa causato dal freddo. Entrati all'interno della locanda, il telegiornale annunciava l'accaduto di ieri sera. Parlava del ritrovamento della strana creatura trovata nella fabbrica abbandonata, e del padre del mio amico. Non potevo andare dal mio amico, o per lo meno dovevo far calmare le acque, quella creatura veniva dal regno delle tenebre, mi domandavo come fosse possibile, e cosa sarebbe successo se il mondo fosse venuto a conoscenza di tutto.
Scese la notte, io e Julia eravamo distesi sul letto, in quel momento tutto era come avevo sempre sognato. Una volta pregai mio nonno, ormai defunto, e Dio di ascoltare le mie parole, un piccolo "stupido" sogno, poter stringere Julia tra le mie braccia, baciare le sue labbra calde e rosse, e finalmente lei era qui con me. Non desideravo altro.
Iniziai a sudare, nonostante le temperature fossero molto basse, la testa mi girava, mi sentivo poco bene, per non disturbarla e non farla preoccupare mi alzai per prendere un bicchiere d'acqua, qualcuno o qualcosa, non saprei dirlo con esattezza, iniziò a parlare come se fosse solo dentro la mia testa, con voce cupa iniziò a ripetere interrottamente -Lour non puoi sfuggire a quello che avverrà, non puoi cambiare il corso del destino, nessun uomo può. -
Mi svegliai di soprassalto, confuso dal bizzarro sogno fatto, ma ciò che mi preoccupava di più era il terremoto che ci aveva colpito in notte fonda. Julia presa dal panico afferrò il giubbotto e dalla furia mi disse urlando - Lour, vieni non rimanere lì impalato! -
Eravamo fuori, i bambini piangevano inconsapevoli di quello che era successo, io stringevo Julia a me, e lei si sentiva sicura con me, le trasmettevo sicurezza con la mia calma.
Poi la terra sotto i nostri piedi iniziò nuovamente a tremare, si crearono delle valanghe che cominciarono a devastare tutto ciò che incontravano, la terra iniziò a strapparsi come se fosse un foglio di carta, iniziai a correre con Julia, impaurita e con il cuore in gola. una bambina più o meno di 7 anni rimase rinchiusa nella hall, decisi di tornare indietro, le macerie mi impedivano di entrare, mentre dietro di noi si creò una voragine circolare creata dal terremoto, la struttura stava per crollare, mi rimaneva poco tempo, guardai Julia, sempre più terrorizzata e preoccupata per la piccola bambina bloccata nella struttura dal terremoto. Una bambina che piange cercando sua madre, bloccata dalle macerie, che ostruivano l'entrata principale, la persona che amavo al mio fianco, che mi guardava quasi come se fosse l'ultima volta che ci vedevamo, le persone che urlano in preda al panico e scappano freneticamente a destra e sinistra. Se esistesse un Dio non permetterebbe tutto questo, eppure non si fa altro che parlare di guerre, e persone che muoiono di fame ogni giorno, e se il mondo venisse a scoprire dell'esistenza di demoni e creature infernali si creerebbe soltanto altro caos.
Avevo notato la porta di emergenza, era stata aperta dall'interno e fortunatamente non si era chiusa poiché alcune travi in legno si erano bloccate tra la stessa e l'uscio , perciò decisi di entrare con Julia. L'edificio non si teneva più in piedi, poi vidi la bambina corrermi incontro. una trave di legno si era staccata, allontanai Julia scattando in avanti per proteggere la bambina dall'urto imminente che l'avrebbe uccisa. La strinsi al mio petto proteggendola con il mio corpo, la trave all'impatto con le mie spalle si spacco a metà, io rimasi illeso dal colpo, ma ciò che più mi importava in quel momento era che Julia e la bambina stessero bene. Julia era allibita, si chiedeva come mai non ero morto all'impatto.
Sorse il sole, e tutto si era calmato, le luci dell'alba mostrarono la distruzione di un piccolo angolo di paradiso. La bambina ritrovò fortunatamente la madre che era distrutta dal dolore, ma allo stesso tempo gioiva sapendo che la bambina stava bene. La piccola strinse la madre con le sue manine, così piccola, dolce. Mi chiedevo - se non ci fossi stato io chi avrebbe aiutato la piccola?-
La paura ci rende deboli, avvicinarci così tanto alla morte ci può far capire quanto sia preziosa la vita. Io non ho mai temuto per la mia vita, non ho paura di morire, oggi domani, che differenza fa per chi ha provato l'infinito della gioia in un attimo, amando la persona che si ha al proprio fianco?
Julia tornò a scuola, stranamente non si era fatta sentire per tutto il giorno. Preoccupato chiamai sua madre, e mi rispose -Julia non è tornata da scuola, forse è rimasta fuori con qualche sua amica. -
Poi la madre mi disse che Julia non era ancora tornata a casa, erano dieci e mezza di sera.
Dov'era Julia? cosa gli era successo? La testa mi stava entrando in confusione, poi sua madre mi richiamò piangendo e disse -Lour, Julia è scomparsa. -
La mia pelle iniziò a bruciare, mi strappai la maglietta, sentivo la rabbia persuadere il mio corpo e prendere il sopravvento. Mi iniziai a strappare la pelle; le ossa dei piedi, il cranio e l'intera struttura ossea cambiò, il mio corpo si riempì di peli neri, i denti erano lunghi e affilati, come le unghie delle mani che erano come lame, ero diventato la creatura che tutti temevano. L'uomo dietro la leggenda, ero il sangue di bestia.




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