Cap 7 - Pagare con la vita

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Itagar mi indicò la strada. Jiulia non ha mai lasciato l'istituto, quindi tornai a scuola.
Ero a pochi passi dall'entrata, chi aveva rapito Jiulia era ancora con lei. Forse qualcuno ossessionato da lei, oppure un ammiratore nascosto, geloso a tal punto da rapirla. Mio padre mi disse prima di andar via -Lour, potevi scegliere chi essere. Come mostrarti alla società del mondo di fuori, o come Lour o come Stephan, tu hai scelto la tua natura, ora non reprimerla. Vivi come hai scelto. -
Mio padre aveva ragione, avrei lasciato un segno indelebile quel giorno, il mondo sarebbe venuto a conoscenza di una leggenda divenuta realtà.
L'unica persona che era più legata a Jiulia era un suo compagno di classe, Borah.
Guardavo in modo bieco Borah, la professoressa mi invitò ad uscire dalla classe, e di andarmene essendo che ero stato espulso. Borah, mi guardava con un sorriso spregevole. Le mie supposizioni sembravano essere corrette, era stato lui. Si alzò dalla sedia lentamente, battendo le mani e disse -Lour, mi chiedevo quando avresti capito. Cerchi Jiulia? Non so se lei è ancora viva, si trova negli scantinati dell'istituto. -
Scaltro. Nessuno andava più li dopo che l'area fu chiusa per pericolo di allagamento. La professoressa disse con tono severo, - Non riesco a seguire nè capire i vostri discorsi, la vostra bega finisce qui. Manderò qualcuno a controllare, ora smettetela. -
Borah rispose -NO! - spostando brutalmente le sedie dell'aula. - Oggi mi mostrerai chi sei realmente, hai aperto un portale che non può essere chiuso. Lour, sai chi sono io realmente? Sono colui che viene a mettere il caos, sono il peccato e il terrore. - I suoi occhi erano rossi come il sangue, iniziò a scarnificarsi. I ragazzi presenti iniziarono ad urlare e scapparono tutti via, disgustati e terrorizzati dalla visione di quel ragazzo. Aveva un aspetto smorto, con gli occhi cerchiati e rossi, i denti seghettati e un corpo pieno di cicatrici. Disse con voce cupa - Lour, forza mostrami chi sei realmente o Jiulia morirà. -
E' così che tutto iniziò.
Mi trasformai, e avevo piena coscienza e controllo sia del mio corpo che della mia mente, la mia statura era aumentare notevolmente, robusto e possente, allo stesso tempo maestoso. Mi scagliai verso l'orribile creatura spaccando le sedie e la parete dietro di lui.
Azzannai il suo braccio, lacerando la sua pelle e lasciandogli il braccio sanguinante. Lui si alzò ridendo a crepapelle, mi diede un calcio facendomi uscire dall'aula e finire nei corridoi. I ragazzi insieme agli insegnanti erano allibiti da quello che avevano visto.
Mi alzai con fatica, per il colpo ricevuto dalla ripugnante creatura, strinsi i denti affilati in un ringhio animalesco e agghiacciante.
Sentivo tutta la forza scorrere dentro di me, mi avvicinai alla creatura, alzando il braccio destro e infilzando le mi lunghe e affilate sul suo stomaco. I suoi occhi erano spalancati, e dalla sua bocca sgorgava il sangue, rosso inteso. E con quel poco di fiato in bocca che gli rimaneva disse. - Apri gli occhi giovane principe dei lupi, sei soddisfatto della vita che stai vivendo? - assuefatto dall'ira, introdussi la mia mano dentro il suo stomaco, e ne uscì le interiora. I corridoi dell'istituto erano ricoperti di intestino della creatura, e di sangue che ricopriva le pareti. I miei denti affilati erano sporchi di sangue, le unghie ricoperte di pezzi di carne di quella cretura laida, che ormai giaceva inerme a terra. Poi tornai alla mia forma umana.
Jiulia era viva, il suo volto era pallido, e il suo polso era debole. Uscì dall'istituto, gli occhi di tutte le persone presenti erano rivolte su di me, con un accenno di stupore e anche terrore. Jiulia fu soccorsa dai medici che erano stati chiamati probabilmente dagli insegnanti. Subito dopo arrivarono le forze dell'ordine. Cercavano me. Allontanarono tutti, circondarono l'intero perimetro puntandomi addosso pistole e fucili. Mi inginocchiai, con le mani dietro la testa.
Non sapevo cosa mi avrebbero fatto.
Mi ammanettarono, e mi carricarono su un furgone di color nero e con i vetri oscurati. Di lato riportava un simbolo che non avevo mai visto, forse indicava la loro organizzazione. Due auto sempre di color nero ci precedevano, poi uno dei due uomini mi bendó gli occhi, per non farmi vedere la strada che stavano percorrendo.
Mi trovavo lontano da casa, in un posto a me sconosciuto. Ero in una base militare segreta, la struttura era molto imponente. L'entrata era sorvegliata da due uomini ben armati, e due videocamere, il portone era blindato di color grigio, la porta riportava un marchio al centro, una alfa dell'alfabeto greco. Tre uomini mi facevano strada lungo un corridoio buio, senza proferire parola. Poi mi chiusero in una stanza, con un lettino e senza luce uno di loro disse, - aspetta qui dentro. - senza dare spiegazioni.
Poi un uomo alto più o meno un metro e settanta, fisico sportivo, con occhi azzurri e i capelli castani mi disse, - Il tuo nome è Lour Trein, la residenza è sbagliata. Chi sei? E perché sei rimasto nascosto per tutto questo tempo? - sapevano tutto di me, dove mi trovavo? Dissi all'uomo, - tu chi sei? E dove mi trovo? Non sono un criminale, fatemi uscire. - Il suo sguardo era freddo, scuro, mi rispose - questa è l'alleanza. I migliori uomini raccolti in un unica base governativa, per missioni "impossibili" e tu sei entrato sotto i nostri riflettori, uomo lupo. - un alleanza per missioni impossibili, non mi fidavo di quell'uomo. Dissi all'uomo - fatemi uscire o dovrò usare le maniere forti. - l'uomo rispose, - Il mio nome è Tony, e tu non uscirai da qui, finché non capiremo se sei una minaccia o meno. -

Passarono due giorni.

Avevo fame, non facevo che pensare a Jiulia e se stesse bene.
Di fronte alla mia cella avevano catturato una strana creatura, molto alta e con quattro braccia, era magro ma il suo sguardo era Impaurito. Non potevo più aspettare. Come si può chiudere un uomo in un buco, senza una giusta causa? Mi voltai verso la bizzarra ma innocua creatura e gli dissi, - perché sei qui dentro? - sembrava spaventato, mi rispose - l'uomo è cattivo, l'uomo è crudele, io non parlo con un uomo. - Come dargli torto, quella creatura aveva ragione, mi sentivo in dovere di aiutarla. È una questione di principio, non c'è un perché, bisogna essere umani, è questo che rende l'uomo un uomo. Dissi alla creatura, - oggi andremo via da qui. -
I miei occhi cambiarono colore, e dentro di me scorreva l'adrenalina. Poggiai le mani nelle sbarre, urlai, e piegai le sbarre, spaccandole di conseguenza. L'allarme era stato attivato, liberai anche la creatura, ma faticava ad alzarsi. Era debole e stanca. Gli urlai - forza andiamo, sto cercando di aiutarti dai! - Correvo con il cuore in gola, la creatura si diede forza e iniziò a correre insieme a me, avevamo i soldati alle spalle, ma così non li avremmo mai seminati.
Eravamo fuori circondati dalla vegetazione e dai soldati, Tony si avvicinò e disse - dunque sei una minaccia, hai scelto chi essere oggi. uccideteli, il mondo deve avere un certo equilibrio, e voi siete un pericolo. -
L'unica minaccia era questa organizzazione segreta che sperimentata su uomini e creature. Poi il guardiano di Itagar aprì il portale, accecó tutti gli uomini e ci portó all'interno del regno.
- Grazie, non sapevamo che altro fare, lui è con me, è un mio amico. - Rivolgendomi al guardiano. Lui a suo volta rispose, - Principe Lour suo padre l' attende nella sala delle runioni. -
Raggiunsi subito la sala e li, ad attendermi c'era mio padre seduto sul trono.
-Padre, volevi parlarmi? -
Mio padre non era lo stesso, era turbato, aggiungerei anche preoccupato.
Mi rispose - Lour chi è costui? Chiunque sia deve aspettare fuori.-
Qualcosa non andava, si ci leggeva negli occhi.
-Lour figlio mio, tuo fratello Mark è vivo. -

Lour: Il cuore di cristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora