Cap 3 - L'anima del ribelle

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Mi trovavo li, fuori le porte del regno, mi stavo godendo la vista della natura.
Mi ero appena sdraiato a terra quando iniziai a perdermi nei miei pensieri.
Perché mi aveva baciato quel giorno? Se non provava nulla per me.... E se la sua scelta fosse stata condizionata dalla sua amica? D'altronde sono le altre persone a decidere per lei... rimarrebbe così per sempre, una persona debole e incapace di prendere delle scelte con la sua testa!
In ogni modo non mi importava, ero disposto a tutto per averla mia, avrei fatto del mio corpo uno scudo, per difenderla da qualsiasi cosa, asciugando le sue lacrime di dolore portando il peso dei suoi pensieri, facendomene carico .
Io l'amavo e lei mi aveva rifiutato.

Tornai a casa.

ogni due volte a settimana la gente si riuniva nella piazza principale quando vi era il mercato .
Il mercoledì e venerdì, il sabato e la domenica in piazza avvenivano festicciole che coinvolgevano piccoli e grandi, con la musica e balli di gruppo, tutto ciò rende le persone felici e libere da qualsiasi pensiero. In queste occasioni la piazza brillava di colori stupendi e tutt'intorno riecheggiavano le risate della gente.
Passavo di lì con la testa abbassata, tra le urla e le risate della gente mi scappava un sorriso... ma i miei occhi erano rossi e pieni di lacrime.
Tornai a casa e mio padre con aria arrabbiata mi disse -LOUR! Non sono forse stato abbastanza chiaro al riguardo? Mi hai disubbidito  e per punizione le porte fuori si chiudono per te, studierai qui con me , e niente lamentele!-
Mio padre non avrebbe capito anche se gli avessi spiegato la motivazione per cui ero stato fuori . Anche notando la mia forza d'animo non l'avrebbe accettato ugualmente, ma ero cocciuto e gli risposi -Tu non puoi capire- puntandogli il dito e con gli occhi pieni di lacrime - Come si ci sente inutile nell'essere rifiutati dalla persona che si ama, tu non puoi capire! Io volevo essere speciale per qualcuno , non una persona come un'altra! -
Saresti disposto a dare la vita per chi ami? Be io si, il mio amore per Julia era profondo e più forte, un legame che mi aveva stregato al suo primo sguardo.
Mio padre forse non capiva, e mi rispose -Lour pur quanto tu tenga a quella ragazza non puoi compromettere la sicurezza del regno, torna in riga e non far più sciocchezze-
Sciocchezze . È proprio qui che si sbaglia il resto del mondo . Dove per alcuni può essere una "sciocchezza" , per chi è coinvolto emotivamente in prima persona non è una "sciocchezza" , forse incapaci di comprendere tale sentimento cercano la via della ragione .
Guardavo mio padre con rabbia, non accettavo ciò che aveva da dire, non accettavo che Julia mi aveva respinto , come se per lei non fossi nessuno.

Era notte ed ero affacciato. le stelle mi portavano via dalla mia stanza, libero di volare da lei, quella notte così serena e tranquilla, un vento leggero sfiorava la mia pelle ormai bollente, non temevo più il freddo, non temevo niente. Dicevo tra me e me che dalla vita non avevo mai chiesto nulla , ma la vita da me ha portato via tutto . Mentre tutto questo sfiorava la mia mente una lacrima rigava il mio volto , portata via dal vento .
Mia madre mi raccontava da piccolo una storia che parlava di un giovane avventuriero, alto e affascinante che aspettava la sua amata sirena versando le sue lacrime nel mare infinito . Ogni notte il giovane avventuriero sognava la sua amata sirena, sperando un giorno di rivederla , unita a lui senza il limite che li divideva . Un giorno il giovane si avvicinò al timone della sua nave e pregò ancora una volta di unirsi alla sua amata ; dal suo volto cadde una lacrima , cullata nel mare profondo fino a farla addormentare. Il mare ,amico degli avventurieri temerari , ascoltò la preghiera , ricongiungendo i due amanti , regalando inoltre loro il dono più grande che potesse fare loro ; Regalò alla sirena una seconda vita da umana .
I due giovani , provenienti da due mondi diversi , poterono così stare assieme e il loro amore fu così forte da unirli per sempre.

Non chiedevo molto, sognavo solo il suo amore.
Mi ero rimesso da poco a letto, chiusi gli occhi e iniziai immaginare il suo volto ; i suoi capelli lunghi e biondi, i suoi occhi castani e penetranti, il suo viso così dolce.
Il giorno dopo mio padre , entrando nella mia stanza e dicendo -Lour.... figlio mio! Non far così per una ragazza, hai una vita davanti, vivi la vita e non deprimerti - io mi ero appena svegliato, le prime luci dell'alba avevano illuminato la mia stanza .
deluso dalla parole di mio padre gli dissi -questo non fa altro che ribattere ciò che avevo detto ieri, tu e la mamma non capite ciò che ho dentro io, ciò che provo- mio padre turbato -Lour.... domani tornerai a scuola-
-cosa? Tutto qui? Perché le mie parole non vengono ascoltate?Perché in un modo o nell'altro si cambia discorso ignorando i miei sentimenti-
Appena alzato dal letto, la mia pelle bruciava, il mio respiro si faceva più affannoso, e dissi a mio padre - Da oggi in poi io non sarò più un vostro problema, lascerò il regno per sempre- mio padre infuriato dalle mie parole rispose -Tu non lascerai mai le porte del regno, io ti proibisco di andare nel mondo al di fuori! -
E fu così che tutto ebbe inizio , fu così che per amore o per spirito ribelle lasciai il regno e il diritto al trono.
Ero fuori, libero dalle parole dei miei genitori che come delle catene mi bloccavano.


Lour: Il cuore di cristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora