Lui.

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Camminiamo per circa dieci minuti, senza una meta, almeno per me, non conosco nulla di questa città.
Entriamo in un viale che porta in una piazza con molti negozi, tra questi intravedo anche un ristorante.
Facciamo alcuni passi e mi trovo davanti un insegna illuminata con la scritta 'Deluxe'.
Sono agitata, felice, ho paura, non riesco a comprendere il mio stato d'animo.
Entriamo, ci accoglie un signore ben vestito e curato, ci sorride e ci accompagna al nostro tavolo.
Ci sediamo, e dopo pochi minuti lo stesso cameriere che ci ha accolto ci porta un menù, lo osservo.
Tutte le cose sembrano molto sfiziose e sinceramente non ho la più pallida idea di cosa prendere, così chiedo a Jack consigli.
Lui mi consiglia l'insalta con alcuni ingredienti che non capisco, e dell'aragosta.
Aspettiamo l'arrivo del cameriere e dopo pochi minuti ordiniamo.
Jack inizia a farmi alcune domande su di me, dove sono cresciuta, cosa mi piacerebbe fare, i miei hobby, che rapporto ho con Charlotte.
Ho risposto a tutto con molta sicurezza, sono stata felice che non sia andato molto nel personale.
È un po' strano, è difficile scoprire qualcosa di lui, è troppo misterioso e ho paura di fare domande troppo azzardate.
Riesco a fare qualche domanda che mi facciano capire un po' qualcosa su di lui, scopro che è cresciuto in California, pratica rugby nella squadra della scuola.
Nel frattempo ci arriva l'antipasto.
Jack, mi fa qualche domanda sulla mia passione riguardante la fotografia.
Gli racconto un po' com'è nata, lui mi ascolta attentamente ed annuisce ad intervalli regolari.
Appena finito il mio discorso, penso pure abbastanza noioso, mi svela alcuni posti che potremmo visitare con alcune cose interessanti da visitare.
Mi racconta di un lago, del mare, di alcuni parchi, di chiese.. Mi sembra una richiesta un po' insolita, ma io l'ho detto, voglio cambiare, voglio farmi coraggio, allora -timidamente- chiedo se dopo la cena gli andrebbe di portarmi in alcuni di questi posti, la reflex mi accompagna dappertutto, e nemmeno oggi l'ho lasciata a casa.
Ci pensa un po', poi con un sorriso a trentadue denti, annuisce e ci aggiunge un «certo, sarà da divertirsi, sono i miei posti preferiti.»
Mi incuriosisco, allora gli porgo qualche domanda, mi risponde che non ha mai avuto l'occasione di comprarsi una macchina fotografica, anche se questo 'mondo' lo incuriosisce molto.
Allora penso, sarà l'occasione per mostrarmi per ciò che sono, potrò veramente trovare un amico con cui condividere una passione.
Penso pochi secondi alla risposta e mi esce un «ah, beh potremo uscire assieme a volte per scattare foto con la mia reflex.»
Tira fuori uno di quei sorrisi che arrivano fino alle orecchie, sono felice della sua reazione, perciò lo prendo come un sì.
Finiamo dopo un'ora e mezza circa tutte le cose presenti sul piatto, erano squisite.
Mentre ci incamminiamo verso la spiaggia, per decisione di Jack che ha chiaramente espresso «questa spiaggia di notte è una cosa unica.», non riesco a trattenere un segreto che solamente Charlotte dopo di me sa, lo conosco da così poco ma mi fido ciecamente di lui...
Mi butto.
«sai..» si gira e mi guarda con aria interrogativa.
«le mie foto, io ho un sogno, mi piacerebbe venderle..»
Non capisco il motivo del mio imbarazzo, mi sono messa in testa che non sono abbastanza per tutto ciò.
Rimane sorpreso, e poi dice con un tono più alto di quello che solitamente usa: «Oddio! È fantastico, no?!»
Continua dicendomi che deve assolutamente vedere alcune mie foto, allora mi dice entusiasta che dobbiamo accelerare il passo, perché forse riusciamo a trovare pure il tramonto.
Arriviamo, è fantastica, rimango senza parole.
Inizio tirando fuori la macchina fotografica ma Jack me la strappa di mano, la accende e «per iniziare l'album di questa serata, cosa c'è di meglio se non una nostra foto assieme? SORRIDI!»
Un'altra scarica, sento le farfalle nello stomaco.
Ci incamminiamo verso la spiaggia, inizio a scattare, passo la macchina fotografica a Jack e continua ciò che ho fatto.
Le osserviamo, mi fa i complimenti, mi dice che ho talento, anche se io vedo solo banalissime foto.
Continuiamo a parlare di tutto ciò che ci passa per la mente, parliamo di me, di jack, di libri, di sport, della fotografia, e senza accorgersi passano ore.
Sono le tre passate ormai, ciò significa che siamo chiusi fuori, dovremmo dividere una stanza d'albergo, il che mi spaventa molto.
Fa freddo, tremo, Jack mi avvolge a se, mi presta la giacca, mi sembra di essere in un film.
Mi prende per mano, ci incamminiamo verso un Hotel, ho sonno, le mie gambe sono stanche, scrivo a Charlotte per non farla preoccupare, anche se non ha senso, mi ha lasciato tre messaggi in segreteria e sette messaggi, sorrido. La adoro.
Jack mi presta la sua maglia, per fortuna, non sarei mai riuscita ad addormentarmi con quell'abito.
Mi bacia sulla guancia, e io non riesco a non ricambiare con un abbraccio, quelli veri. Mi stringe più forte.
Ci buttiamo a letto, restiamo abbracciati per tutta la notte.
La mattina dopo la sveglia suona presto, mi sveglio con un sorriso cosciente di poter aggiungere la serata precedente ai miei momenti preferiti.

La mia storia in pagine di diari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora