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[Verso pranzo siamo ancora lì, ordiniamo del sushi, e mi porge una scatola, la apro e trovo..]
Trovo tante scatoline, sono oscurate perciò penso che ci siano tutti cibi diversi, ne mangiamo alcuni, sono squisiti, devo comprarli più spesso.
Jack mi porge una scatolina: «tieni, questo è il mio preferito» con l'acquolina in bocca la prendo, apro la scatola e trovo scritto sopra una frase, adoro la sua scrittura, vedo che si sta agitando.. Iniziò a leggerla: «vuoi essere mia per sempre?»
Rimango impietrita, divento rossa, in realtà non capisco, penso che si vedesse perché Jack mi disse balbettando: «s-si beh insomma.. In questi mesi ho imparato a conoscerti, ed ehm, sei veramente importante, sei bellissima, il tuo profumo, i tuoi baci, e poi quella sera in hotel, dormire abbracciati, il primo bacio.. È stata la giornata più bella della mia vita.. Quindi, vorresti fidanzarti con me? Ti-ti amo.»
Sto piangendo, e ho un sorriso a trentadue denti, nessuno mi aveva detto mai queste cose, è stato bellissimo, lo amo anch'io. Sì, lo amo. «sí,sì,sì e sì. Ti amo anch'io.»
È meno agitato, però è sempre imbarazzato. Mi prende di peso e mi porta via, mano nella mano, ci incamminiamo verso la biblioteca.
Passiamo le ore là dentro, abbiamo letto un libro e sono stanca, mi accompagna in camera.
Racconto tutto a Charlotte, è felice per me, ma vedo che la tristezza non riesce a nasconderla, le chiedo che cosa le succede, Janette è seduta sul suo letto con faccia un po' triste per l'accaduto.
Ci spiega con le lacrime agli occhi, erano lei e Jase, ad un certo punto lui si è arrabbiato, e se n'è andato, ci è rimasta malissimo, si vede che ci tiene tanto.
Dopo esserci sciolte tutte e tre in un abbraccio di consolazione, Janette mi fa le sue congratulazione, la ringrazio.
Andiamo a letto tutte e tre alle sei di sera, non ci svegliamo per la cena, facciamo tutta la notte e la mattina dopo appena sveglie siamo riposatissime, anche se con un po' di mal di testa perché abbiamo dormito troppo.
Oggi abbiamo il corso di fotografia, ci fanno uscire per immortalare un paesaggio , che non vogliono dirci, è la prima volta da quando siamo qui che ci fanno uscire.
Ci portano nel primo posto in cui io e Jack siamo usciti, la spiaggia dopo il ristorante, di nuovo quella scossa, ogni volta che lo vedo, lo bacio, lo ricordo, mi innamoro sempre di più.
I tre giorni successivi sono giorni normalissimi, studio, uscite..
Oggi però ci è arrivato da un ragazzo del nostro corso di fotografia, un biglietto che annuncia una festa. Non c'ero mai andata, fortunatamente le cose stanno cambiando.
Ci organizziamo per telefono sul gruppo dei nostri amici, in cui ora si è aggiunta anche Janette, alla fine riusciamo ad organizzarci e tutti andremo lì, sabato sera.
Janette chiama Helena e Julia, per chiedere di fare un po' di shopping tutte assieme.
Troviamo tutte un vestito, io ero così emozionata.
[...]
È arrivato il giorno della festa. WOW.
La musica è alta, ma sopportabile.
Due passi dopo, e già tre persone mi hanno offerto un drink, ma no, ho avuto dei brutti incontri con l'alcool, e non voglio più averne, io resterò sobria.
Charlotte cerca con lo sguardo Jase, anche se non hanno chiarito.
Janette ci resta accanto, disorientata come me perché non conosce il posto.
Passano le ore, mi sto divertendo, sto ballando, sto facendo amicizia, e sto con Jack.
Charlotte è sparita da circa un'ora, ma so che è responsabile, e che non sarà nei guai.
Non rispettiamo il coprifuoco, perciò andiamo a dormire in un hotel, troviamo una camera che ci fa stare tutti e cinque, con due letti matrimoniali ed uno singolo, facciamo colletta con i nostri risparmi e riusciamo a pagare la notte.
Dormiamo senza capire quanto tempo passa, ci svegliamo tardissimo, quindi saltiamo la colazione e passiamo direttamente al pranzo.
Torniamo al dormitorio nel primo pomeriggio, e troviamo Charlotte seduta sul letto, molto molto agitata.
Ci sediamo in quel che è diventato un letto unico, perché dormire attaccate ci fa sentire più a casa, ci appoggiamo verso il muro quando lei sta in piedi mentre va avanti e indietro per la stanza.
Passano un paio di minuti così e poco dopo parla.
«ok, allora. Ieri sera, bene, Jase e io, abbiamo chiarito.» provo a parlare e mi escono solo poche lettere: «che bel» perché vengo interrotta da un «no ascoltami bene, fammi finire. Io e lui ci siamo baciati, si insomma non è una novità, ve l'ho già detto, ma avevo bevuto un paio di drink, non so perché sono così nervosa, insomma mi piace, provo qualcosa di forte per lui, ma non ero del tutto cosciente di ciò ho fatto.»
Si ferma per pochi secondi, io e Janette ci guardiamo con aria interrogativa e spaventata, per la paura che le fosse successo qualcosa.
«Insomma, un drink di troppo e boom, mi ritrovo a letto con lui, non è stato affatto brutto, non è stato niente di pericoloso, volevo solo informarvi, non so perché di così tanta ansia, ma dovevo, siete le mie due più care amiche.»
Aspettiamo un po' prima di parlare, ci riflettiamo su  per non dire una cosa sbagliata.
Inizio io: «tranquilla, non devi avere paura di dirci queste cose, noi non ti giudicheremo, e se lo faremo è per non farti andare verso la cattiva strada, e questa non lo è.»
Janette continua:«sarà il nostro segreto, un segreto da amiche.»
Ci sciogliamo in un abbraccio. Le voglio bene.

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