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Quando tutti gli altri tornano, io e Jack siamo distesi sul divano a guardare un po' di tv.
Ci siamo presi la briga di cucinare, e abbiamo preparato una pizza con tutti i nostri gusti preferiti.
Quando ci sediamo a tavola e iniziamo a conversare mostro a tutti il tatuaggio e ne spiego il significato, ricevo alcuni «ti voglio bene», «grazie» o semplici sorrisi.
Charlotte dice che domani ci sarebbe stata una festa in spiaggia, e che lei e Janette ci volevano andare, così ci aggiungiamo.
La sera la passiamo assieme con un paio di birre, la televisione e le nostre storie.
La mattina dopo ci svegliamo tardi, quindi passiamo subito al pranzo.
Al pomeriggio siamo in spiaggia, ne approfittiamo di queste alte temperature per prendere un po' di sole.
Torniamo a casa molto presto per prepararci, fortunatamente ci sono cinque bagni.
Per le 21 siamo fuori, preparati e (fortunatamente) con lo stomaco pieno.
Camminiamo fino alla spiaggia, è molto molto diversa, è piena di persone, luci, bicchieri e la musica è altissima, non mi sembra più il posto accogliente di prima.
Entriamo alla festa e ci dividiamo, mi offrono un sacco di drink ma come sempre rifiuto, jack ne accetta solamente due, per fortuna.
Per una volta sono felice di non aver portato la reflex, sarebbe stato un disastro.
Un'ora dopo mi sono alzata e con Jack un po' ci ho ballato, ma non molto, alla fine sono sempre io.
Alle tre siamo a casa tutti, tranne Janette e Alan, ma sono responsabili.
Quando torniamo non andiamo a letto, rimangiamo e restiamo svegli tutta la notte, parlavamo, fantasticavamo i posti dov'erano Alan e Janette, e cercavamo di ipotizzare che facevano.
[...]
-Janette-
Wow, il cuore mi batte a mille, tenerlo per mano è così bello, nonostante la scarica di calore che mi dà la sensazione della sua mano nella mia, ho un po' di brividi, così Alan mi presta la sua felpa.
Profuma, dio quanto profuma, la vorrei tenere sempre tutta per me.
Smetto di pensare e mi rendo conto che orami camminiamo da più di mezz'ora, poco dopo ci fermiamo vicino alla riva e ci sediamo.
Alan mi avvolge con un braccio, e io non ce la faccio più, non sono molto brava a mantenere i segreti se si tratta di me, e questo lo sto tenendo dentro da troppo.
«Sai...» dico con voce tremante.
«So?» mi risponde Alan subito dopo guardandomi preoccupato.
«No, non so come dirlo... Insomma senti io, sono attratta da te, ti ho inviata per starti più accanto, anche perché due settimane senza vederti, senza vedere i tuoi occhi, le tue labbra, te, o senza sentire il tuo profumo non sarei riuscite a passarle.»
Stavo continuando il mio discorso quando vengo zittita.
Sento le sua labbra appoggiate nelle mie, è tutto così dolce.
«Credi veramente che saremmo qui se tutto ciò non fosse ricambiato? Insomma non sono come sembro, sono timido, avevo paura a parlarti, anche se avrei dovuto farlo prima o poi.»
Sfoggio uno di quei sorrisi che si vedono raramente.
«Quindi, se ora mi permetti...fammi passare la notte più bella della mia vita, che sarà la più bella solo se sarà con te, qui, noi, abbracciati e cullati dal rumore dolce del mare.»
Gli avvolgo le braccia intorno al collo, e inizio a dargli un sacco di baci.
«però qui fa molto freddo» aggiungo.
«L'abbraccio ci scalderà.»
Parliamo ancora per un po' fino a quando le mie palpebre si fanno pesanti e cedo.
[...]
Non so che ora sia, ma è presto perché vedo l'alba.
Non resisto, l'alba e i tramonti mi hanno sempre rapito, i loro colori, le sfumature, la calma che trasmettono, così d'impulso sveglio Alan.
Me ne pento tanto.
«Scusa, scusa veramente, non ci ho pensato, ho fatto tutto d'impulso, non volevo svegliarti, cioè sì ma non l'ho fatto apposta.» affermo con voce molto triste.
«Ehi, ehi piccola, calma tranquilla, è tutto okay. L'alba ti affascina? Io non l'ho mai vista, è bella, ma tu di più.»
Mi prende il mento e mi stampa un bacio sul naso.
Ci alziamo per andare a passeggiare tra le strade tranquille, vuote.
Poco dopo Alan mi squadra sorridendo e dice:
«ti ho sempre visto con queste felpe ma questa ti dona proprio, chissà perché!» finisce con una piccola risata.
«direi che pur non essendo abbinato con nulla, sia la felpa che mi stia meglio, chissà perché!» rido anch'io.
Poco dopo diventa serio, e mi preoccupo , mi stringe a se fortissimo, così tanto che i piedi non toccano più terra, sfortunatamente dopo si scioglie dall'abbraccio e mi stampa un altro bacio, dolce, le sue labbra sono così calde. Ok, diciamo che il fatto che abbia smesso di abbracciarmi non è così male.
«Ci ho pensato tutta la notte al bacio di ieri, e dovevo rifarlo.» ammette imbarazzato.
«e allora rifacciamolo.»

La mia storia in pagine di diari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora